Salti, gobbe e acrobazie, sognando Kingsbury

In seno alla Federazione sci della Svizzera italiana, ormai denominata TiSki, c’è un settore particolarmente attivo, quello del freestyle. A guidarlo è Mattia Scanzio (fratello maggiore di Deborah), che ha raccolto l’eredità da Nicola Quirici, per parecchi anni anima e corpo della disciplina.
La realtà delle gobbe (meglio dei Moguls) non è nuova per Mattia Scanzio. «La mia storia, almeno inizialmente, è molto simile a quella di mia sorella – racconta il tecnico leventinese – Ho 35 anni, due più di Debby. Il nostro percorso nello Sci Club Airolo ha anche qualche analogia: entrambi non eravamo fatti per affrontare i classici paletti. Forse cercavamo altro, quel tocco di libertà o di fantasia che ti può offrire il freestyle. Se Debby, crescendo, ha intrapreso la via del professionismo (ndr: con la partecipazione a quattro Olimpiadi), io mi sono dedicato allo sport con ambizioni e successi decisamente diversi».
Pochi i risultati in ambito regionale, ma grandissima la motivazione e la voglia di trasmettere la propria passione ai giovanissimi. Questo dicono quelli che conoscono bene l’ingegner Mattia Scanzio.
«La mia formazione di maestro di sci è iniziata nel 2002 con il brevetto Gioventù+Sport. L’attaccamento allo SC Airolo ha poi determinato tutto il resto. Per diversi anni ho portato in giro i ragazzi, dapprima come aiuto-allenatore, poi come allenatore».
La scelta di Mattia di dedicarsi con sempre maggiore intensità alla realtà del freestyle è venuta in modo assolutamente naturale. «Direi proprio di sì: da una parte seguivo le imprese di Deborah in Coppa del mondo e nelle diverse competizioni internazionali, dall’altra collaboravo sempre più intensamente con il nostro movimento regionale, affiancando i tecnici o offrendo il mio contributo anche nell’ambito dell’organizzazione di eventi».
Da Airolo a Zermatt
E di eventi, nell’ambito delle gobbe, ce ne sono diversi nella Svizzera italiana.
«Sì, ma mi piace innanzitutto ricordare gli impegni legati alla preparazione: gli allenamenti ad Airolo tutti i sabati, i mercoledì pomeriggio ed eventualmente le domeniche. Poi ci sono campi d’allenamento di 5 giorni legati alle vacanze scolastiche a Natale e Capodanno, a Carnevale e a Pasqua. Tutto preceduto dagli allenamenti sul ghiacciaio di Zermatt, legati ai campi estivi di Swiss Ski. E questo è il vero centro nevralgico delle discipline di scivolamento in Svizzera. Per noi del freestyle, dai più giovani ai più maturi, ci sono anche occasioni di grandi incontri con atleti provenienti da molti Paesi: canadesi, australiani, americani e via dicendo».
Un esempio di incontro eccellente? «Quello con la leggenda vivente Mikael Kingsbury, un fenomeno che ha collezionato ben 8 Coppe del mondo nel freestyle».
CARSS e EYFA
Per tornare all’ambito regionale, ci sono due sigle (CARSS e EYFA) dietro alle quali si scoprono mondi paralleli, naturalmente collegati da una località, Airolo.
«Dietro a queste sigle si nasconde un grande lavoro, quello svolto da Andrea Rinaldi sull’arco di un periodo prolungato. Il CARSS (Centro di allenamento regionale sci e snowboard) è in pratica una struttura, un luogo destinato a diventare sempre più importante. Penso d’altra parte al passo già programmato da un contesto regionale ad uno internazionale. L’EYFA (European youth freestyle academy) è invece un’associazione satellite, parte integrante di TiSki, nata con lo scopo di promuovere la disciplina e di reclutare i giovani sportivi».
Filosofia sportiva
Quali le impressioni di Mattia Scanzio sulla filosofia di EYFA e sulla sua funzione?
«L’obiettivo è quello di creare una sorta di grande famiglia sportiva. Rinaldi ha cercato di darle una struttura coinvolgendo il più possibile monitori nostrani che spesso sono stati anche atleti di punta. In questo senso, ha un ruolo molto importante proprio Deborah, che da quando ha messo fine alla sua carriera professionistica si è impegnata nel promuovere l’attività dei giovanissimi».
Prendendo lo spunto da quanto sperimentato dal settore alpino, da questa stagione anche il settore freestyle ha un gruppo di giovani atleti denominato «future».
«Si tratta di un gruppetto che ha mostrato un forte interesse per la disciplina. Immaginiamo che qualcuno, col tempo, possa anche pensare ad una eventuale carriera agonistica. Per questi ragazzi, naturalmente, ci sarà un maggior numero di allenamenti rispetto al programma EYFA».