Hockey

Una sgambata utile a tutti per trovare ritmo e fiducia

Dopo la sconfitta a Rapperswil il Lugano ottiene il suo primo successo stagionale superando i Ticino Rockets – McSorley: «Siamo in piena fase di apprendimento, pensiamo ancora troppo ma i campi di allenamento servono a questo»
© Ti-Press / Massimo Piccoli
Flavio Viglezio
17.08.2022 06:00

Un’amichevole buona per mettere un po’ di ritmo nelle gambe a un mese dall’inizio del campionato. E poco più, come è normale che sia a metà agosto. Qualcosina in più dal Lugano era forse lecito attendersela, ma ai bianconeri - alla loro secondo uscita stagionale - manca quella brillantezza che arriverà con il passare delle settimane. Piuttosto incoraggiante, invece, la prestazione dei Ticino Rockets: la squadra di Eric Landry ci ha messo grinta ed impegno, riuscendo spesso ad arginare con successo la manovra del Lugano. E Niklas Schlegel - ieri preferito a Koskinen - ha dovuto mantenere sempre alta la concentrazione. Alla fine, come logica voleva, ad imporsi è stato il Lugano, che dopo la sconfitta rimediata a Rapperswil ha trovato il suo primo sorriso. Ma il lavoro, in casa bianconera, di certo non manca.

La prima di Granlund

Il Lugano, con un attacco orfano di Mark Arcobello e Daniel Carr - lasciati a riposo da McSorley - è di fatto un cantiere aperto. I bianconeri ancora non riescono a mantenere alto il ritmo e a giocare in velocità ed allora la differenza l’ha fatta il maggior tasso tecnico dei singoli. Markus Granlund - al suo esordio con il Lugano - ha confermato di saperci fare, ma è parso molto lontano da una condizione fisica accettabile. E Oliwer Kaski si è limitato a svolgere il suo compito, senza forzare. Entrambi hanno tutto il tempo per crescere. «Fisicamente - precisa McSorley - non sono ancora al massimo e in questo senso stanno lavorando bene e tanto con il nostro preparatore atletico. Sono però giocatori che pensano con una rapidità impressionante, il loro livello è altissimo».

La serenità di Chris

Ha insomma il sorriso, il coach canadese del Lugano: «Siamo in una curva di apprendimento: in questo periodo stiamo dando molte informazioni ai giocatori e sul ghiaccio si nota che pensano ancora troppo. Ma è normale, d’altra parte i campi di allenamento servono a questo». Sa perfettamente, McSorley, di essere solo all’inizio di un lunghissimo cammino: «Queste sono partite che fanno bene, perché creano emozioni. Inoltre danno la possibilità ai nostri giovani di mettersi in evidenza. Inoltre da questi incontri si possono trarre parecchi insegnamenti anche dal punto di vista tattico». 

Patry, la bella sorpresa

Ed allora, in attesa che i big crescano e che la squadra trovi un buon ritmo di crociera, i tifosi del Lugano hanno potuto ammirare la buona prova di Stéphane Patry, uno dei volti nuovi di questa stagione. Il giovane centro si è messo in evidenza per il lavoro svolto a tutta pista e per alcune giocate davvero interessanti: «Mi piace giocare un hockey piuttosto offensivo e tenere il disco - spiega -, ma so che devo migliorare in tanti aspetti del mio gioco. Credo di saper fare piuttosto bene le piccole cose, quelle che da fuori si vedono poco». Dopo la sconfitta a Rapperswil, il successo con i Rockets fa morale: «Vincere è sempre bello e per noi - complici le tante penalità che ci hanno impedito di trovare il giusto ritmo - non è stata una partita facile. Ma va bene così, accumuliamo fiducia e continuiamo a lavorare».