È sufficiente una TAC o è necessaria anche una PET? Oppure ancora è necessario sottoporsi ad altri esami? E chi li paga? Sono tante le domande che in questi giorni si stanno ponendo i lavoratori delle Officine FFS di Bellinzona dopo che la SUVA ha scritto ad alcuni di loro per invitarli a monitorare il proprio stato di salute perché il rischio di aver sviluppato un cancro ai polmoni è da considerarsi elevato a seguito dell’esposizione all’amianto contenuto nei vagoni sottoposti a manutenzione in passato nello stabilimento industriale cittadino. E proprio alla SUVA i lavoratori delle Officine FFS di Bellinzona chiedono trasparenza e chiarezza, appunto, a proposito di quale tipo di esame è necessario sottoporsi per sapere se l’esposizione prolungata alle polveri di amianto abbia o meno causato lo sviluppo di una forma di tumore al polmone. Richieste di chiarezza e trasparenza delle quali si fanno portavoce la Commissione del personale ed i rappresentanti sindacali; nella riunione di ieri mattina quello dell’amianto è stato evidentemente il tema in cima alla lista.
In cerca di risposte
Non essendo medici, rappresentanti degli operai e sindacalisti a loro volta si trovano spiazzati dalle informazioni diffuse negli ultimi giorni dalla SUVA che in un primo tempo ha dichiarato che nessun operaio delle Officine di Bellinzona era deceduto a causa di un tumore riconducibile all’esposizione all’amianto, per poi ammettere che alcuni decessi sono effettivamente dovuti a questa causa. Come abbiamo riferito nell’edizione di ieri, tra il 1980 ed il 1990 quattro operai delle Officine FFS ed un macchinista persero la vita con tutta probabilità a seguito dell’esposizione all’amianto. In tempi più recenti, altri 5 operai che avevano lavorato nel sito industriale bellinzonese sarebbero morti a per dei tumori insorti a causa del contatto con l’amianto.
«Avete dubbi? Fatevi avanti»
In attese di risposte più chiare dalla SUVA e degli specialisti che invitano a prendere posizione, i rappresentanti del personale ed i sindacalisti fanno appello a tutti i dipendenti delle Officine che hanno il dubbio di essere stati esposti all’amianto a farsi avanti così da potersi sottoporre agli esami medici necessari.
Intanto alla luce delle testimonianze riportate dai media, il Ministero pubblico ha dato avvio a una raccolta di informazioni preliminari per chiarire se alle Officine siano state adottate tutte le misure necessarie a tutela dei dipendenti impegnati nei lavori su carrozze contenenti amianto.