Da vivace a fuori dalle righe. O in odore di cartellino giallo, per ricorrere a una metafora a tema. Stiamo parlando del dibattito attorno al Polo sportivo e degli eventi (PSE) di Lugano, che negli ultimi giorni è stato caratterizzato (anche) da interventi in odore di minaccia, tanto che ieri sia l’MPS che il Footbal Club Lugano (FCL) hanno preso posizione al riguardo.
Le prese di posizione
Tutto partirebbe da alcuni commenti sopra le righe apparsi su Facebook e attribuiti dalla Regione ad alcuni esponenti della Curva Nord e tifosi del Lugano. Ne riportiamo uno: «Reagiremo nel rispetto della democrazia, magari rovesciando una birra sul loro banchetto dove hanno raccolto le firme o minacciando velatamente chi va in giro a raccogliere (mi raccomando senza cadere mai nel penale)». Vittime degli attacchi sono coloro che si stanno mostrando più scettici verso il progetto, in primis l’MPS, che ha da tempo già annunciato un referendum sul tema. MPS che, in un comunicato diffuso ieri, «esprime preoccupazione per le minacce che sistematicamente i suoi esponenti stanno ricevendo», afferma che «non si lascia impressionare» da esse e prende atto che «gli altri partiti non siano finora intervenuti ma di fatto - magari solo per omissione o indirettamente - sostengano tali atteggiamenti».
Da parte sua, con una nota, il FCL «stigmatizza un’eventuale deriva incivile e potenzialmente illegale del dibattito e richiama i sostenitori del PSE a continuare a esprimere il proprio consenso entro termini civili, nel rispetto delle persone, della democrazia e nei diritti di ogni cittadino».