«Il Municipio di Chiasso non ritiene di dover intraprendere per il momento alcuna ulteriore misura in aggiunta a quelle già contemplate dai piani di protezione delle scuole comunali»: così l’Esecutivo risponde alle sollecitazioni del consigliere comunale PLR Fabrizio Chiappini il quale proponeva altre misure per contrastare il virus, tra cui test frequenti ad alunni e docenti delle scuole comunali e l’obbligo di portare la mascherina a scuola e sui bus.
Il Municipio giunge a questa conclusione sulla base delle riflessioni del Dipartimento cantonale della sanità e della socialità (DECS). Il quale peraltro ha invitato i Comuni a evitare di adottare misure addizionali a quelle già in vigore.
Secondo il DECS solo se e quando dovesse verificarsi un netto peggioramento della situazione fra gli allievi delle scuole comunali si potrebbero giustificare test rapidi o mascherine obbligatorie.
Oggi il 60% dei casi positivi in Ticino nelle scuole comunali riguarda allievi di IV elementare (1,62% del totale) e di V (1,73%). Laddove si verificasse un’infezione vengono adottate le necessarie misure. In prospettiva, semmai, – ritiene il DECS – potrebbe essere considerata l’introduzione dell’obbligo delle mascherine limitato ai bambini delle ultime due classi.
Quanto ai test rapidi nelle scuole, utili in presenza di focolai, vengono ritenuti «sproporzionati e poco utili» alla luce dei dati di oggi. Inoltre, riferisce il Municipio – i test a tappeto devono essere ripetuti con regolarità, non possono essere imposti a docenti e allievi e hanno un grado di affidabilità minore rispetto ai test di laboratorio PCR.
«Il rispetto delle distanze e delle misure accresciute di igiene (lavare frequentemente le mani, indossare la mascherina se indicato, isolarsi e testarsi in caso di sintomi eccetera) rimane fondamentale e va mantenuto» chiosa l’Esecutivo.