BELLINZONA – I salari minimi in Ticino potrebbero imboccare una nuova via. Sul tavolo della Sottocommissione parlamentare che si sta occupando del dossier è infatti arrivata una proposta che rivede gli intendimenti originali del Governo e che potrebbe incassare il sostegno della maggioranza dei gruppi. A promuoverla è stato il deputato del PPD Raffaele De Rosa, che ha ritoccato su tre aspetti il piano del Consiglio di Stato. Innanzitutto la forchetta entro la quale fissare i minimi salariali differenziati. Se l'Esecutivo aveva indicato agli estremi i 18,75 franchi e i 19,25 franchi all'ora, De Rosa spinge per la forchetta 19-19,50 franchi orari. In aggiunta si vorrebbe estendere da 3 a 4 anni il periodo da concedere alle aziende per adeguarsi e rafforzare ulteriormente il ruolo dell'Ufficio cantonale di conciliazione per favorire la sottoscrizione di contratti collettivi di lavoro. "Questa via intermedia ha suscitato interesse e ora verrà discussa nei singoli gruppi" conferma in merito il coordinatore della Sottocommissione lavoro Nicola Pini (PLR). È in effetti possibile che il compromesso trovi i favori dello stesso PLR e della Lega. A non smuoversi dalla propria posizione è invece il PS, che continua a difendere un salario minimo non inferiore ai 20 franchi all'ora.
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