BELLINZONA - In Ticino soltanto un bambino su tre nasce con un parto spontaneo, mentre due sue tre necessitano di un importante intervento ostetrico: dall’induzione (28%) al cesareo programmato (17%), passando per il cesareo secondario (12%) e l’uso di forcipe o ventosa (10%). È quanto emerso dall’incontro organizzato dall’Associazione nascere bene Ticino (ANBT) in collaborazione con la rivista per le Medical Humanities edita dall’EOC. Obiettivo dell’appuntamento, rispondere ad alcuni importanti interrogativi: «Le donne non sanno più partorire senza un intervento medico?» e «questi interventi sono sempre necessari, anche se il parto non è una malattia?». Oltre al dossier sui modi di nascere contenuto nel numero 41 della rivista, ad affrontare la questione sono stati il dottore e direttore della pubblicazione Roberto Malacrida, la presidente della Commissione sanitaria Gina La Mantia, la presidente della sezione Ticino della Federazione svizzera delle levatrici Francesca Coppa Dotti e la presidente dell’ANBT Mara Bianchini. Visto che in Svizzera circa il 30% delle mamme ha un ricordo traumatico del parto, ANBT «vuole favorire un accompagnamento emotivo e una pratica ostetrica conformi alla dignità e ai bisogni delle donne e dei nascituri che affrontano questa delicata esperienza». Da qui l’appello al Gran Consiglio, al Governo, come pure alle direzioni dell’EOC e delle cliniche private per fare in modo «di offrire alle future mamme, anche in Ticino, la possibilità di scegliere fra i diversi modi di vivere gravidanza e parto, come avviene già in vari ospedali svizzeri». È quanto propone la mozione «Per un’ostetricia sicura e di qualità» sottoscritta da diversi deputati mediante la creazione di reparti gestiti da levatrici per le mamme con una gravidanza a basso rischio che desiderano un parto fisiologico. Un passo, questo, auspicato pure dalla Federazione Svizzera delle levatrici.