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Israele rifiuta l'ingresso a Gaza al capo dell'Unrwa

Il ministro dell'Interno israeliano Moshe Arbel ha respinto una richiesta di ingresso a Gaza al direttore generale dell'Unwra Philippe Lazzarini – Netanyahu: «Entreremo a Rafah e annienteremo Hamas» – Il premier israeliano sembra voler tirare dritto mentre si lavora a un accordo sulla tregua - TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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Israele rifiuta l'ingresso a Gaza al capo dell'Unrwa
Red. Online
30.04.2024 06:51
21:53
21:53
«L'occupazione della Columbia è illegale»

Il leader della maggioranza democratica al Senato Chuck Schumer ha criticato gli occupanti di Hamilton Hall alla Columbia di New York affermando che «spaccare vetri con i martelli e occupare edifici accademici non è libertà di espressione, è illegalità».

Secondo Schumer, i responsabili dell'occupazione dovrebbero prontamente subire conseguenze delle loro azioni «che non siano semplicemente uno schiaffo sul polso». E se «la libertà di espressione, la discussione e perfino un forte disaccordo sono valori fondamentali dell'America, i campus non possono essere luoghi di apprendimento e dibattito quando chi protesta vira verso la criminalità e chi commette questi atti non fa nulla per convincere altri che la loro causa è giusta».

21:19
21:19
Oltre 1110 arresti dall'inizio delle proteste nei campus statunitensi

Oltre 1100 persone sono state arrestate dall'inizio delle proteste pro-Gaza nei campus americani. Gli arresti sono scattati il 18 aprile a Columbia (108 ragazzi in manette) e proseguiti in altri atenei, dalla California al New England.

Tra i fermi più recenti, 79 persone sono state ammanettate ieri nel campus di Austin dell'Università del Texas dopo che 57 erano stati fermati la scorsa settimana. Ieri notte 17 manifestanti sono stati arrestati all'Università dello Utah dove una decina di tende sono state smontate e rimosse. Un poliziotto è rimasto ferito e le autorità hanno confiscato un'ascia. Stamattina invece 25 ragazzi sono finiti al commissariato dopo aver occupato due edifici del Cal Poly a Humboldt sgomberati dalla polizia.

20:19
20:19
Una facoltà occupata a Valencia per solidarietà ai palestinesi

Una cinquantina di studenti hanno occupato ieri sera un'ala della facoltà di Filosofia dell'Università di Valencia per protestare contro la campagna armata di Israele sulla Striscia di Gaza e in segno di solidarietà con la Palestina.

Alla protesta pacifica, promossa dall'associazione BDS, un movimento sociale di solidarietà al popolo palestinese, partecipano studenti universitari e persone che si sono unite a titolo individuale, per denunciare «il genocidio in corso a Gaza» e reclamare «la fine dell'apartheid» dei palestinesi e il boicottaggio di Israele, segnala il collettivo.

Si tratta della prima occupazione di un ateneo spagnolo sulla scia delle proteste in corso da giorni nei principali atenei statunitensi. Gli studenti, che hanno tenuto oggi due assemblee nei giardini del campus universitario, hanno aperto canali sui social - X, Instagram e Telegram - per diffondere le rivendicazioni e assicurano di aver ricevuto l'autorizzazione alla 'acampada' a tempo indefinito da parte dell'Università di Valencia.

20:08
20:08
Hamas: «Accordo solo se Israele non attaccherà nei prossimi mesi»

Fonti di Hamas hanno riferito ad Haaretz che l'organizzazione chiede garanzie che Israele non riprenda i combattimenti nella Striscia di Gaza nei prossimi mesi come condizione per concludere un accordo per il rilascio degli ostaggi. «Vogliamo la vita per i palestinesi a Gaza», ha detto una delle fonti, «e questo significa la fine della guerra, il ritiro israeliano, il ripristino della Striscia e un chiaro quadro politico».

19:56
19:56
Israele rifiuta l'ingresso a Gaza al capo dell'Unrwa

Il ministro dell'Interno israeliano Moshe Arbel ha respinto una richiesta di ingresso a Gaza al direttore generale dell'Unwra Philippe Lazzarini. Lo ha riferito Kan tv.

18:37
18:37
Polizia di NY: «Alla Columbia solo su specifica richiesta»

La polizia di New York entrerà nel campus della Columbia University solo in seguito ad una richiesta esplicita dell'ateneo o «in caso di imminente pericolo» e «finora queste circostanze non si sono verificate». Lo ha detto Jeffrey Maddrey, uno dei più alti in grado alla polizia di New York durante una conferenza stampa relativa a un recente episodio di criminalità a Central Park.

«La polizia di New York è sempre pronta ma non entreremo nelle proprietà di Columbia senza una richiesta specifica», ha aggiunto Maddrey parlando poche ore dopo l'occupazione da parte di studenti pro-palestinesi di un edificio nel campus dell'università.

17:21
17:21
Blinken da stasera in Israele, domani vedrà Netanyahu

È previsto questa sera l'arrivo in Israele da Amman del segretario di Stato Usa Antony Blinken in una nuova visita legata al possibile accordo per una tregua a Gaza e il rilascio degli ostaggi. Prima tappa di Blinken - secondo i media - sarà domani mattina un incontro privato a Gerusalemme con il presidente Isaac Herzog e poi con le famiglie dei rapiti anche con cittadinanza Usa.

Subito dopo - attorno alle 11, ora locale - l'incontro con il premier Benyamin Netanyahu. Quindi la visita al valico di Kerem Shalom (la prima di un rappresentante Usa) da dove entrano i camion di aiuti per Gaza.

Blinken vedrà poi - secondo le stesse fonti - al porto di Ashdod, nodo di arrivo degli aiuti, il responsabile della sicurezza nazionale di Israele Tzachi Hanegbi. In previsione anche un incontro, in serata, con il ministro del Gabinetto di guerra Benny Gantz.

17:20
17:20
Herzog: «L'azione della Cpi danneggerebbe le democrazie»

«Mi oppongo inequivocabilmente a qualsiasi tentativo di abusare delle istituzioni giuridiche internazionali, inclusa la Corte penale internazionale, per negare allo Stato di Israele i suoi diritti fondamentali. Abbiamo un sistema giudiziario indipendente e solido che sa come indagare secondo necessità». Lo afferma su X il presidente israeliano Isaac Herzog.

Herzog aggiunge, in riferimento a possibili mandati d'arresto verso personalità israeliane, che qualsiasi azione di questo tipo «servirà solo a legare le mani di tutte le nazioni libere e democratiche nella lotta contro il terrorismo».

«Come ho ribadito negli ultimi mesi ai leader di tutto il mondo: Israele ha tutto il diritto e il dovere di liberare i nostri ostaggi e difendere i nostri cittadini. Lo Stato di Israele, le nostre forze armate e le forze di sicurezza stanno lavorando instancabilmente per raggiungere questi obiettivi, operando in totale conformità con il diritto internazionale», aggiunge il presidente israeliano.

Da parte sua, Benyamin Netanyahu ha sototlineato come la Corte penale internazionale dell'Aia non abbia «alcuna autorità sullo Stato di Israele». Il premier ha detto che «la possibilità che emetta mandati di arresto per crimini di guerra contro comandanti dell'IDF e leader di stato, è uno scandalo su scala storica».

«Sarà la prima volta che un paese democratico, che lotta per la propria vita secondo tutte le regole del diritto internazionale, verrà accusato di crimini di guerra. Se dovesse accadere, sarebbe una macchia indelebile per tutta l'umanità. Un crimine d'odio antisemita, che aggiungerebbe benzina all'antisemitismo».

17:03
17:03
Trump: «Netanyahu giustamente criticato per l'attacco di Hamas»

Il premier israeliano Benyamin Netanyahu è stato «giustamente criticato» per l'attacco del 7 ottobre di Hamas. Lo ha detto Donald Trump in un'intervista a Time, durante la quale ha ricordato di aver avuto delle «brutte esperienze» con Netanyahu, come quando all'ultimo momento Israele ha fatto retromarcia sull'operazione americana che ha ucciso Qassam Soleimani.

«Non ero molto contento quando l'ho saputo. È qualcosa che non dimentico», ha aggiunto Trump ribadendo comunque che continuerà a proteggere Israele. «Sono stato molto leale con Israele, più leale di qualsiasi altro presidente - ha messo in evidenza -. Ho fatto per Israele più di chiunque altro presidente. Proteggerò Israele».

17:02
17:02
USA: «Non vogliamo un'operazione di terra a Rafah»

«La nostra posizione è sempre la stessa: non vogliamo un'operazione di terra a Rafah». Lo ha dettto il portavoce del Consiglio per la sicurezza americana, John Kirby, in un briefing con un ristretto gruppo di giornalisti rispondendo ad una domanda sulle ultime dichiarazioni del premier israeliano Benjamin Netanyahu sul fatto che l'operazione a Rafah si farà comunque, con o senza l'accordo sugli ostaggi.

16:12
16:12
Manifestazioni pro-Gaza: sgomberati studenti a Saint-Etienne

La polizia francese ha sgomberato oggi un gruppo di studenti filo-palestinesi che bloccavano un dipartimento dell'università di Saint-Etienne, nel centro della Francia, mentre altri studenti continuano a mobilitarsi in altre città del Paese, come Lione, Grenoble e Digione, dopo simili proteste a Parigi e nei campus degli Stati Uniti.

A Saint-Etienne, le forze dell'ordine hanno sgomberato, in particolare, gli accessi al dipartimento di studi politici dell'Università Jean-Monnet, verso le 10.30 del mattino, senza incontrare resistenza da parte della trentina di studenti in rivolta. I manifestanti, che secondo la polizia non hanno danneggiato nulla, hanno ottenuto che una delegazione venga ricevuta per discutere con il rettore. Obiettivo? Organizzare un dibattito sulla questione palestinese.

Dopo le tensioni dei giorni scorsi, sembra invece più tranquilla la situazione all'Univeristà La Sorbona di Parigi e a Sciences Po Paris, tra gli atenei più prestigiosi d'Europa segnato nei giorni scorsi da proteste e occupazioni in solidarietà alla popolazione di Gaza. La Francia è il Paese che conta le più grandi comunità ebraica e musulmana di tutta l'Europa occidentale.

15:48
15:48
Unicef: «In Libano circa 30mila bambini sono sfollati»

Secondo il Fondo Onu per l'infanzia (Unicef), il conflitto nel sud del Libano tra Hezbollah e Israele ha costretto circa 30mila tra bambini e ragazzi ad abbandonare le loro case assieme alle loro famiglie. In tutto, secondo Unicef, i civili sfollati in Libano sono 90mila dopo più di sei mesi di conflitto armato.

Nell'ultima relazione di Unicef si afferma che dall'inizio dell'escalation a ottobre scorso, 8 bambini sono morti e 75 sono stati feriti, come parte di un totale di 1359 vittime.

Il conflitto ha danneggiato le infrastrutture civili, rendendo ancora più difficile l'erogazione di servizi essenziali come l'acqua e l'istruzione: sono stati colpiti 9 centri di distribuzione idrica, mentre oltre 70 scuole sono state chiuse, lasciando a casa circa 20mila studenti. Più di 20 strutture sanitarie sono state chiuse.

Edouard Beigbeder, rappresentante Unicef in Libano, esprime «profonda preoccupazione» per le conseguenze a lungo termine sulla sicurezza e l'istruzione dei bambini, sottolineando la necessità di proteggerli secondo il diritto internazionale umanitario.

Prima del conflitto, i servizi essenziali erano già compromessi da una grave crisi economica iniziata nel 2019, con mancanze in sanità e educazione aggravate dalla crisi finanziaria.

Unicef interviene distribuendo aiuti essenziali alle famiglie colpite, inclusi medicinali, kit igienici e alimenti. Sono stati forniti anche carburante, acqua e vestiti, oltre a un sostegno finanziario di emergenza a 85'000 persone, permettendo ai bambini sfollati di continuare gli studi.

Beigbeder chiede un cessate il fuoco immediato e misure aggiuntive per prevenire ulteriori sofferenze, rafforzando la necessità di garantire educazione e protezione a tutti i bambini in Libano.

15:47
15:47
L'Aja respinge lo stop alle armi tedesche a Israele

La Corte internazionale di giustizia dell'Aja, la massima corte delle Nazioni Unite, ha respinto la richiesta del Nicaragua di ordinare alla Germania di sospendere gli aiuti militari e di altro tipo a Israele. Lo riporta Haaretz.

La Corte ha affermato che le condizioni legali per emettere un simile ordine non erano soddisfatte. La Germania ha sostenuto nel corso delle udienze di non aver quasi esportato armi in Israele da quando è iniziata l'offensiva a Gaza. Tuttavia la Corte ha affermato di essere profondamente preoccupata per le condizioni a Gaza, riporta il Guardian.

Il Nicaragua accusava la Germania di aver violato la Convenzione sul genocidio del 1948 fornendo armi a Israele per la guerra a Gaza. «La Corte ritiene che le circostanze non siano tali da richiedere l'esercizio del suo potere di indicare misure provvisorie», ha dichiarato la Corte. Nella richiesta il Nicaragua aveva anche chiesto alla Germania di rinnovare i finanziamenti all'agenzia umanitaria delle Nazioni Unite a Gaza.

12:52
12:52
Nazioni Unite «preoccupate» per gli interventi di polizia nelle università USA

Le Nazioni Unite sono «preoccupate» per l'«impatto sproporzionato» degli interventi della polizia nei campus universitari degli Stati Uniti per allontanare i manifestanti filo-palestinesi, secondo una dichiarazione rilasciata oggi a Ginevra.

«Sono preoccupato per il fatto che alcune misure adottate dalle forze dell'ordine in una serie di università sembrano aver avuto un impatto sproporzionato», ha dichiarato l'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Türk.

«La libertà di espressione e il diritto di riunione pacifica sono fondamentali per la società, in particolare quando c'è un forte disaccordo su questioni importanti, come in relazione al conflitto nei Territori palestinesi occupati e in Israele», ha affermato Türk.

12:45
12:45
Netanyahu: «Entreremo a Rafah e annienteremo Hamas»

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato, durante un incontro con i rappresentanti delle famiglie degli ostaggi, che «l'idea di porre fine alla guerra prima di raggiungere tutti i nostri obiettivi è inaccettabile. Noi entreremo a Rafah e annienteremo tutti i battaglioni di Hamas presenti lì, con o senza un accordo, per ottenere la vittoria totale».

09:59
09:59
«Israele aspetta la risposta di Hamas entro domani sera»

Un funzionario diplomatico ampiamente citato dai media in lingua ebraica, ripreso dal Times of Israel, afferma che Israele ha deciso che non invierà ancora una delegazione al Cairo per i colloqui sulla tregua. «Aspetteremo le risposte mercoledì sera e poi decideremo», dice il funzionario anonimo.

I media israeliani avevano sostenuto ieri sera che una delegazione sarebbe dovuta recarsi al Cairo oggi per ulteriori colloqui.

09:58
09:58
«C'è l'intesa sullo scambio di ostaggi, rimane l'ostacolo della tregua»

Una fonte diplomatica francese ha detto a Reuters che nei negoziati c'è stata una convergenza sul numero di ostaggi rilasciati in cambio dei palestinesi detenuti nelle carceri israeliane, ma che permangono ostacoli sulla natura a lungo termine della tregua. «Non siamo lontani da un accordo, ma non è la prima volta» (che si era vicini ma poi è saltata l'intesa, ndr), ha aggiunto la fonte.

09:16
09:16
I manifestanti della Columbia occupano un edificio accademico

Decine di studenti della Columbia University stanno occupando la Hamilton Hall, come riferisce un post sui social pubblicato dalla Columbia Students for Justice in Palestine. Lo riporta la Cnn.

Durante la notte, i manifestanti si sono fatti strada dall'accampamento di West Lawn alla Hamilton Hall, uno dei principali edifici accademici, occupato durante le proteste studentesche del 1968.

In precedenza l'università aveva annunciato di aver iniziato a sospendere gli studenti che si rifiutavano di lasciare l'accampamento entro la scadenza fissata dall'amministrazione alle 14 di ieri ora locale.

09:16
09:16
«Nelle prossime 72 ore l'accordo su ostaggi o l'ingresso a Rafah»

Secondo il sito di notizie Ynet, il capo di stato maggiore israeliano Herzi Halevi ha approvato ieri i piani finali per l'operazione militare a Rafah, nel sud di Gaza, e nei campi profughi del centro della Striscia: nelle prossime 48-72 ore si arriverà a un accordo sugli ostaggi o all'inizio dell'invasione.

Ynet, che non cita fonti, riferisce che i carri armati sono schierati al confine di Gaza pronti a ricevere il via libera per l'operazione militare, considerata da Israele l'ultima spinta necessaria per sradicare le forze combattenti di Hamas dalla Striscia, un'azione graduale che può essere interrotta o ritardata in caso di progressi nei colloqui per la liberazione degli ostaggi.

06:51
06:51
Il punto alle 6.30

«Liberate il campus o dovremo sospendervi». La Columbia University era stata chiara. La scorsa notte, scaduto l'ultimatum imposto dall'amministrazione, l'università ha cominciato a sospendere gli studenti delle proteste pro-Gaza che si sono rifiutati di sgomberare il campus. «Abbiamo cominciato a sospendere gli studenti», ha detto il portavoce di Columbia, Ben Chang, tre ore e mezza dopo che era passata la scadenza dell'ultimatum delle 14 (le 20 in Svizzera) dato agli studenti.

La sospensione implica che gli studenti al centro della misura disciplinare non potranno finire il semestre o, se dell'ultimo anno, laurearsi con il resto della classe. Non potranno più continuare a usare le strutture del campus o i dormitori. Chang ha detto che Columbia ha chiesto agli studenti di sgomberare anche per consentire alle cerimonie di laurea per 15 allievi dell'ultimo anno possano svolgersi regolarmente.

Ma la Columbia non è stata l'unica università a prendere misure drastiche. Anche la Cornell University ha cominciato a sospendere gli studenti che occupano il campus nell'ambito della proteste pro-Gaza. Lo ha annunciato la presidente dell'ateneo dello Stato di New York, Martha Pollack.

«Inizialmente giovedì scorso gli studenti avevano chiesto il permesso di fare una installazione artistica e avevamo dato luce verde. Ma sono stati disonesti nell'affermare che non ci sarebbero state tende e che l'opera d'arte sarebbe stata rimossa in giornata».

Continuano, intanto, i bombardamenti israeliani sulla Striscia di Gaza. Almeno 34 persone sono state uccise nei raid israeliani durante la giornata di ieri, incluse 26 a Rafah: lo riporta l'agenzia di stampa palestinese Wafa. I caccia israeliani, sottolinea, hanno lanciato raid sulle aree a ovest di Rafah, nel sud della Striscia, e sulla periferia orientale della città di Beit Hanoun, nella Striscia settentrionale.

Attesa per i negoziati
Ieri, in serata, la delegazione di Hamas ha lasciato il Cairo, luogo dove si stanno tenendo i negoziati per un cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi israeliani. Secondo l'emittente egiziana al-Qahera, la fazione palestinese tornerà presto con una risposta scritta: sul sì di Hamas all'ultima proposta di tregua sul tavolo premono gli occidentali e diversi Paesi arabi. Lo stesso Joe Biden ha parlato con il presidente egiziano Abdel Fattah Al-Sisi e l'emiro del Qatar Tamim Bin Hamad Al-Thani dell'accordo per il rilascio degli ostaggi di Hamas e un immediato cessate il fuoco a Gaza. 

Il presidente americano ha confermato che gli Stati Uniti insieme all'Egitto e al Qatar «lavoreranno per garantire la piena attuazione dei termini» dell'accordo e ha esortato i due leader a compiere tutti gli sforzi necessari per garantire il rilascio degli ostaggi, «ora l'unico ostacolo a un cessate il fuoco immediato e agli aiuti per i civili a Gaza».

Biden ha inoltre ribadito l'importanza di proteggere «le vite dei civili e di garantire che i palestinesi non vengano sfollati in Egitto o in qualsiasi altro luogo al di fuori di Gaza».