Il punto

«Nuove strutture in arrivo per i congressi di Locarno»

Un’interrogazione sollecita visioni su un futuro caratterizzato da eventi di rilievo su tutto l’arco dell’anno – Parla Bruno Buzzini, capodicastero Opere pubbliche: «Destagionalizzare è possibile, siamo al lavoro per un Palexpo 2.0»
Bruno Buzzini, municipale di Locarno e titolare del Dicastero opere pubbliche della città; sullo sfondo, una foto panoramica del Palexpo di ottobre
Jona Mantovan
21.03.2024 06:00

Sarà un Palexpo tutto nuovo. Un Palexpo 2.0, verrebbe da dire. Prima di vederlo, poi, non passerà nemmeno così tanto tempo, massimo cinque, sei anni. Ne è convinto Bruno Buzzini, municipale di Locarno e titolare del dicastero Opere pubbliche, contattato dal Corriere del Ticino. Un investimento all’orizzonte che si prospetta inevitabilmente corposo (oltre venti milioni o forse più) per un’opera che andrà a beneficio di tutta la regione. Ma che dovrebbe permettere un futuro luminoso costituito da un turismo congressuale in grado di svilupparsi lungo tutto l’arco dell’anno. Destagionalizzato, dunque. Un modo per iniziare ad affrontare il tema al centro dell’interrogazione presentata qualche giorno fa dal primo firmatario Daniel Mitric (PLR), alla quale hanno aderito anche altri consiglieri comunali del Centro, della Sinistra Unita, dell’UDC e della Lega.

Ripristino dopo la grandinata

«Ogni collega municipale si occupa di aspetti diversi della questione», premette Buzzini in collegamento dal suo studio. In effetti, nell’interrogazione si parla di pubblicità e comunicazione, di contenuti e di collaborazioni per portare acqua al mulino dello sviluppo del turismo congressuale a Locarno. «Per quel che mi riguarda, sono alle prese con il ripristino del Palexpo dopo i danni subìti dalla grandinata nella notte tra il 25 e il 26 agosto 2023. Un cantiere che sta lavorando a pieno regime e che, molto probabilmente, sarà terminato anche con un leggero anticipo», sottolinea il 55.enne.

Emergenza rientrata

Insomma, l’«emergenza» per riparare il vecchio «Fevi» distrutto dalle botte dei giganteschi chicchi di ghiaccio, così da permettere lo svolgersi della nuova edizione della kermesse cinematografica che si terrà dal 7 al 17 agosto, è praticamente rientrata.

«Ora però dobbiamo guardare al futuro, perché questo progetto aveva il compito di riportare la situazione a com’era prima del 25 agosto. Né più, né meno». Una «configurazione» poco sostenibile per uno sguardo che punta a un domani costituito da un polo ricco di eventi di rilievo oltre il Locarno Film Festival. «Il nuovo Palexpo dovrà essere una struttura innovativa e rispondere anche a una serie di esigenze tecnologiche, oltre che garantire le migliaia di posti al coperto (tra i 2.500 e i 3.000, ndr) richiesti dallo stesso Festival. Potrebbe anche essere più grande di quello attuale».

Una cosa, comunque, è certa: il luogo dove sorgerà sarà sempre quello.

Un «rimpiazzo» per il Festival

Una certezza che porta subito al presentarsi di un altro problema. «Per almeno un paio d’anni, occorrerà trovare una soluzione per ospitare il pubblico festivaliero». Una sfida logistica che si aggiunge a quella degli sforzi finanziari e ai tempi della politica. Tuttavia, allo studio ci sono già alcune soluzioni: «Il Cantone stesso è al lavoro con una serie di valutazioni che riguardano lo sviluppo del comparto Peschiera-Morettina». Al centro della questione, ci sono le strutture destinate alle scuole, in particolare la serie di nuove palestre (almeno sei, secondo quanto indicato nel messaggio municipale del 15 marzo. A tal proposito, è utile precisare che le attuali cinque sono ospitate in due stabili. Due palestre si trovano quindi nell'area della Peschiera e tre in quella della Morettina) nel prato adiacente all’attuale Palexpo. «Si potrebbe far capo allo spazio offerto proprio da quelle nuove costruzioni. Nel frattempo, noi potremmo realizzare la nuova versione del palazzetto. Ma ribadisco, questi sono scenari che andranno ridefiniti, a breve, attraverso ulteriori approfondimenti».

Sul tavolo, tra le proposte, anche la possibilità di un intervento diretto «per capire se sia necessaria una palestra aggiuntiva, della quale potremmo disporre tramite un nostro contributo». Tutti ragionamenti che saranno da sviluppare nei prossimi mesi.

A beneficio della regione

Un grande cantiere e un grande investimento che, come detto, andrà a beneficio di tutta la regione. In ballo ci sono anche una serie di approfondimenti di consulenti esterni per definire la strada da prendere. «Poi si procederà con il messaggio municipale per chiedere il credito per la progettazione, il relativo concorso e via dicendo. Il solito iter procedurale per poter realizzare un edificio pubblico, cercando di capire chi possa essere coinvolto», conclude il municipale.

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