Videogame

I giochi «indie» finalisti ai The Game Awards, gli Oscar dei videogame

Cinque titoli che magari sono sfuggiti al vostro radar, ma sono delle piccole gemme nascoste da provare
Paolo Paglianti
13.01.2024 15:00

Una tra le categorie più interessanti tra quelle presenti ai The Game Awards dello scorso dicembre, gli “Oscar” dei videogame, è quella dei giochi “indie”. Certo, c’è un po’ di confusione su questo termine: in teoria, i giochi “indie” (o “indipendenti”) sono quelli che arrivano su console e PC senza un publisher. In realtà, la maggior parte dei titoli inseriti in questa categoria un publisher ce l’ha eccome. La categoria, da qualche lustro a questa parte, ha iniziato infatti a includere tutti quei giochi che non sono produzioni hollywoodiane e non hanno budget di decine di milioni di dollari. 

Ad ogni modo, ecco i cinque titoli finalisti della categoria: sono dei giochi diversi dal solito, con idee frizzanti e sfiziose, e un gameplay innovativo. Tra un Assassin’s Creed e un Call of Duty, sono delle validissime alternative, e che spesso peraltro costano metà di un gioco “hollywoodiano” superfamoso, per cui perché non dar loro una chance? 

Cocoon

 Realizzato dagli autori di altri due indie clamorosi che non dovrebbero mancare nella vostra ludoteca, Limbo e Inside, e già per questo degno di nota. In Cocoon guiderete un esserino che sembra un bacherozzo e che viaggia tra diversi mondi, rappresentati da sfere che può portarsi appresso. Ogni mondo ha le sue regole, e se riuscite a completarlo superando i suoi enigmi, puzzle e duelli finali con il boss, acquisirete il corrispondente “potere”. Cocoon non ha praticamente interfaccia, non spiega nulla e non include nemmeno una riga di dialogo: gli autori si sono sforzati di “sottrarre” al gioco qualsiasi tipo di “indicazione” e di interfaccia utente, per un’esperienza il più trasparente e diretta possibile. Dovrete sperimentare per capire come andare avanti, e questo lo rende ancora più interessante. Inoltre, il vostro misterioso alter ego non ha “armi”, e dovrete quindi superare i duelli con i boss sfruttando i loro stessi attacchi e le opportunità offerte dall’ambiente. Dura circa sei-sette ore, è disponibile per PC, Xbox (è incluso in GamePass), PlayStation e Switch e ha un PEGI 7+.

Dave the Diver

 Di base, Dave the Diver è un gioco in cui farete pesca subacquea. Tuttavia, attorno a quella che all’inizio sembra l’attività principale del gioco, ovvero immergersi e fiocinare pesci di ogni tipo, si aggiungono tantissime altre cose - inizierete a gestire il ristorante locale, a decidere il suo menù (ovviamente a base di specialità ittiche), scoprirete che c’è un misterioso popolo che abita gli abissi, troverete grotte da esplorare. Dave the Diver è un capolavoro di armonia tra le sue componenti, che lo rende un gioco apparentemente semplice ma in realtà pieno zeppo di sorprese. Lo trovate su PC e su Nintendo Switch, e ha un PEGI 7+.

Dredge

Altro gioco di pesca, ma stavolta a bordo di un peschereccio. Dopo essere naufragati su un atollo oscuro, verrete assunti dalla comunità locale per pescare sotto costa e in mezzo all’oceano e rifornire il ristorante locale. Non solo: con il procedere del gioco, scoprirete altre isolette e altri personaggi che vi chiederanno di indagare tra le profondità del mare - ma fate attenzione, perché i flutti nascondono dei segreti molto pericolosi, specie di notte. Il tono “lovecraftiano” del gioco è innegabile, ed è un elemento che lo rende ancora più accattivante. A proposito, se vi state dicendo “ricorda Dave the Diver”, non siete i soli: a dicembre è uscito un DLC “crossover” che fa vivere le atmosfere di un gioco nell’altro. Ad ogni modo, Dredge è disponibile su PC, PlayStation, Xbox e Nintendo Switch, con PEGI 12+.

Viewfinder

 Nella nostra classifica personalissima dei giochi da provare, Viewfinder ha un posto speciale per l’inventiva e l’originalità. Dovremo attraversare una serie di livelli in cui c’è almeno una interruzione sul percorso tra entrata e uscita. Per superare gli ostacoli, dovremo utilizzare in modo estroverso delle fotografie. Per esempio, seguendo il percorso troviamo un ponte crollato? Basta sovrapporre la foto di una passerella posizionandola con la giusta prospettiva, e il gioco è fatto. Davvero particolare e soddisfacente, specie quando - verso la metà del gioco - iniziamo a poter scattare le foto più liberamente e quindi la soluzione diventa ancora più personale e unica. Se la nostra descrizione vi ha incuriosito, vi consigliamo di guardare il trailer qua sopra per vedere qualche esempio di enigmi e loro soluzioni. Il gioco è disponibile su PC e PlayStation 5, e ha un PEGI età consigliata 3+.

Sea of Stars

Probabilmente, il miglior gioco di ruolo “alla giapponese” dell’anno scorso, e non sorprendentemente, anche vincitore della categoria “videogame indie” dei sopra menzionati The Game Awards. Sea of Stars è un piccolo capolavoro che ripropone tutti gli elementi classici dei giochi ispirati ai primi Zelda e Final Fantasy: un mondo bidimensionale tutto da esplorare, aree segrete, combattimenti a turni e soprattutto una deliziosa grafica pixellosa e retrò. L’avventura vi catturerà per oltre 30 ore; unico difetto, il gioco non è tradotto nella nostra lingua, e dovrete giocarlo in inglese (peraltro, pure quella lontana dalla perfezione). Per il resto, è un’esperienza indimenticabile. Disponibile su PC, PlayStation, Xbox (è incluso nel GamePass) e Nintendo Switch, e ha un PEGI età consigliata 7+.

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