I personaggi

Il Duo Rossi al «Gran finale» dopo 35 anni spesi sul palco

La coppia di comici di Gordola presenterà, venerdì 2 febbraio (replica il 15 marzo), l’ultimo spettacolo commemorativo: «Una formazione nata per caso nel 1989 che ora ha fatto il suo tempo, ma la nostra avventura andrà ancora avanti»
Andrea e Claudio Rossi in uno spettacolo presentato qualche anno fa a Muralto
Jona Mantovan
26.01.2024 06:00

AGGIORNAMENTO: Il Duo Rossi annuncia una replica dell'«ultimo spettacolo» per venerdì 15 marzo (sempre alla sala congressi di Muralto e sempre alle 20.30—Prenotazioni al numero 079 484 79 74). «L'evento del 2 febbraio è stato un successo e abbiamo deciso di riproporlo perché molti non sono riusciti a parteciparvi. Siamo commossi dall'affetto che il pubblico ci ha dimostrato nelle due ore buone di intrattenimento», hanno detto i due fratelli al Corriere del Ticino.

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L’appuntamento è per venerdì 2 febbraio, alla Sala congressi di Muralto. Alle 20.30, infatti, si aprirà il sipario per il Duo Rossi. E sarà l’ultima volta (anche se un secondo è previsto il 9 marzo alla stessa ora al Salone parrocchiale di Sant’Antonino). Un Gran finale nel quale sarà presentato «tutto quello che abbiamo detto e fatto in 35 anni per concludere la nostra avventura». Un paio d’ore di allegria e risate con le battute della popolarissima coppia di comici locarnesi, formatasi un po’ per caso nel 1989. «Ma non ci fermeremo», esclama Claudio, 68 anni e nella vita pensionato. Sulla sua scrivania nella casa di Gordola, accanto ad alcune pipe e a qualche gatto che tira zampate ai fogli come a voler catturare delle immaginarie parole volanti, ci sono appunti e scalette dell’ultima produzione messa a punto per la Società carnevale muraltese. «Non vogliamo mancare le nostre visite alle case per anziani o ai centri diurni, sempre che ci vogliano ospitare», dice con un sorriso.

Manca ancora un po’ all’evento, ma il tutto esaurito è dietro l’angolo. Visto il successo, incluso quello registrato alla rappresentazione precedente che risale ormai al periodo prepandemico, è difficile capire perché smettere proprio ora. «Dopo così tanto, ci rendiamo conto di aver fatto il nostro tempo. Il pubblico abituale, poco a poco, lo vediamo cambiare e scomparire. Ecco allora l’idea di compiere un ‘ultimo sforzo’ in grande stile, per uscire di scena all’apice del successo», spiega al Corriere del Ticino mentre lo sguardo già corre al “gran galà” immaginando le luci della ribalta.

Intanto, un suono acuto e sommesso riporta alla realtà. «Ah, ecco. È arrivato anche Andrea», spiega aprendo la porta. Ed ecco che la sagoma del fratello si staglia in controluce, con uno sbuffo di vento freddo che entra nell’abitazione. I due, confabulando in dialetto, prendono posto sul tavolone in legno scuro al centro del salotto per ripassare la scaletta.

È una comicità che coinvolge anche il pubblico, perché spesso ci fermano e ci dicono di aver letto proprio quell’articolo da cui siamo partiti per la scenetta
Andrea Rossi, 65 anni

A «scuola» con Quirino

«Come siamo sul palco, lo siamo anche nella realtà. In fondo, in scena ci comportiamo proprio come se ci capitasse di entrare in un bar», illustra il più giovane della coppia di comici (65 anni). «Come ci aveva insegnato il nostro cugino Quirino Rossi, attore molto popolare anche grazie alle numerose commedie dialettali andate in onda nei canali televisivi locali, è necessario essere il più naturali possibile».

Al centro del successo, anche la partecipazione attiva alla Filodrammatica di Gordola. «Quando a Quirino capitava di dover andare a qualche rappresentazione, noi gli facevamo da spalla», ricorda ancora Claudio, precisando che il grado di parentela è tale anche perché «suo padre e il nostro nonno erano fratelli».

Ora è il momento di provare qualche battuta. In piedi, i due sono già calati nella parte, ormai parte di loro: Claudio è il ristoratore polemico, dal cuore d’oro ma sempre pronto a sbottare, mentre Andrea, nei panni di un granconsigliere, cerca di calmarlo e correggerlo con i suoi toni pacati. “Motore” dei vari battibecchi sono i titoli (inventati? O forse no, chissà...) pubblicati su un giornale. In questo caso, proprio il Corriere del Ticino.

«Le prossime saranno notti senza Luna», esclama l’esercente. «Dormiremo un’ora in meno, chissà che caos con gli orari degli autobus...». L’altro ribatte: «Ma no, Luna, senza apostrofo! La Luna, capisci?!», ma lui non capisce proprio. Anzi, è come se non l’avesse mai sentito, dato che continua a polemizzare. Già sembra di sentire le risate in sottofondo di una sala gremita da centinaia di spettatori.

Ci ispiriamo ai titoli che capita di leggere sui giornali. Certo, anche il Corriere del Ticino! A volte scappano battute o ambiguità divertenti
Claudio Rossi, 68 anni, pensionato

L’ispirazione

«È una comicità che coinvolge anche il pubblico, perché spesso ci fermano e ci dicono di aver letto proprio quell’articolo da cui siamo partiti per la scenetta», spiega Andrea.

«Già, perché è così che prendiamo ispirazione: dai titoli che ci capita di leggere sui giornali. A volte scappano battute o ambiguità divertenti», aggiunge Claudio. «Però una cosa è certa. Nelle nostre battute, volgarità e parolacce sono bandite. Magari c’è qualche doppio senso, ma non abbiamo bisogno della volgarità per far ridere le persone».

Claudio rivela la genesi del Duo: «Mi ero ispirato a una scena del film Il dittatore, di Chaplin, quella in cui lui fa il barbiere con la ‘Danza ungherese numero cinque’». Da quella sera dell’89, la storia.

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