Elezioni comunali

Arbedo-Castione come Airolo, ma 44 anni dopo?

Il caso delle «irregolarità sistematiche» riscontrate domenica nelle schede di voto del comune del Bellinzonese hanno fatto tornare alla mente i «brogli elettorali» avvenuti in quello leventinese nell'elezione del 27 aprile 1980
© Corriere del Ticino, 9 ottobre 1980
Jenny Covelli
16.04.2024 17:30

Il caso di Arbedo-Castione alle elezioni comunali 2024 riporta alla mente quanto accaduto ben 44 anni fa in un altro comune ticinese. Domenica, lo ricordiamo, l’Ufficio cantonale di accertamento, constatando «alcune irregolarità sistematiche» nelle schede del voto nel Comune, ha deciso di annullare l’elezione del Municipio e del Consiglio comunale e di inoltrare una segnalazione al Ministero pubblico. Concretamente, i collaboratori dell’ufficio di spoglio si sono accorti che su alcune schede era stata cancellata con il Tipp-Ex (bianchetto) la crocetta posta alla lista di Lega-UDC-Arbedo-Castione Viva in favore del PLR Arbedo. Ma torniamo indietro veloce, fino al 1980. Era il 27 aprile e i Comuni eleggevano Municipi e Consigli comunali.

L'indagine amministrativa

Quando già erano stati diramati i risultati ufficiosi, è giunto un comunicato da parte dell’Ufficio cantonale di accertamento: «Preso atto dei  sospetti d’irregolarità avanzati dagli uffici di spoglio attorno alle operazioni di elezione del Municipio di Airolo, è sospesa la proclamazione e pubblicazione dei risultati, e il materiale di voto è trasmesso al Dipartimento dell’interno per un’inchiesta amministrativa».

Che cosa è successo?

Gli avvenimenti airolesi possono essere ricostruiti seguendo la traccia di un rapporto allestito dal procuratore pubblico sopracenerino Dick Marty, con la data del 25 giugno, riassunti in un articolo del Corriere del Ticino del 1. settembre. L’elaboratore elettronico di Bellinzona alle 3.34 del 28 aprile, leggendo le schede di Airolo, constata alcune anomalie. Gli uffici di spoglio rilevano l’esistenza di un sospetto di frode elettorale. Preso atto di questi sospetti, l’Ufficio cantonale di accertamento, con decisione del 28 aprile 1980, «sospende la proclamazione e la pubblicazione dei risultati dell’elezione del Municipio di Airolo e trasmette tutto il materiale di voto al Dipartimento dell'Interno, perché proceda a una sollecita inchiesta amministrativa».

Il 30 aprile il Consiglio di Stato decide l’apertura dell’inchiesta amministrativa. Nel loro rapporto, datato 9 maggio, i commissari affermano che 42 schede «incriminate» portano preferenze esclusivamente per i candidati della lista numero uno (PPD). In particolare, 32 schede «portano preferenze a diversi candidati della lista numero uno, ma tutte almeno per i candidati numero sette (Lombardi Livio, ndr) e numero undici (Ramelli Alfonso, ndr), e 10 schede «portano tutte preferenze esclusivamente al candidato numero undici (Ramelli Alfonso, ndr)». I sospetti di irregolarità —  afferma ancora il rapporto — «non sono stati fugati».

Secondo Dick Marty «è da escludere un errore da parte dell’elaboratore elettronico e degli incaricati del centro elettronico sia nella preparazione del materiale di voto per il comune di Airolo, sia nell’elaborazione delle schede votate di Airolo. È pure da escludere che lo scambio di schede tra due cassette sia avvenuto in modo fortuito o a seguito di errore durante le operazioni di voto o di spoglio». A conclusione del suo rapporto il magistrato butta là la frase: «...il numero delle schede "manipolate” è, con quasi assoluta certezza, superiore a 42». Dalle due cassette risultano complessivamente mancanti un centinaio di schede (98), già dedotte quelle distrutte (31) a seguito di errori dell’elettore (e che quindi ha ricevuto in sostituzione un’altra scheda).

© Corriere del Ticino, 9 ottobre 1980
© Corriere del Ticino, 9 ottobre 1980

Ad Airolo si torna alle urne

L'8 ottobre 1980, cinque mesi dopo, il Consiglio di Stato decide che i cittadini di Airolo torneranno alle urne domenica 23 novembre per eleggere il Municipio del borgo per il quadriennio 1980/84. Il Governo ha anche risolto di affidare l’attività dell’amministrazione comunale, fino all’insediamento del Municipio che uscirà dall’elezione, a una commissione amministrativa. «Due elementi principali ci sembra stiano alla base della risoluzione del Consiglio di Stato», scriveva Giò Rezzonico sul Corriere del Ticino del 9 ottobre. «In primo luogo la dichiarazione del 29 agosto del Consiglio comunale del borgo, sottoscritta da tutti i partiti, nessuno escluso, in cui si chiedeva al Governo di indire nuove elezioni, toglieva tutti dall’imbarazzo e soprattutto i consiglieri di Stato popolari democratici, che potevano tranquillamente dire sì alla ripetizione delle elezioni senza scontrarsi con la sezione di Airolo del loro partito. In secondo luogo il rapporto Marty parlava chiaro».

Il nuovo sindaco è liberale

Per presiedere la Commissione amministrativa di Airolo voluta dal Consiglio di Stato in vista della votazione del 23 novembre, viene scelto il liberale Edo Beffa. Beffa che, il giorno della «nuova» elezione, conquista il maggior numero di voti personali (929) nell'elezione per il Municipio, battendo il sindaco uscente del PPD Alfonso Ramelli (841). Una votazione fotocopia, ma con cifre diverse, rispetto ai risultati di aprile. Stesse persone elette in Municipio, stessa ripartizione di seggi, con maggioranza relativa conservata dal PPD, 5 seggi su 11, seppure i liberali abbiano ottenuto il maggior numero di schede di partito (fa stato «il gioco della somma dei voti emessi e non emessi, che determina il quoziente dei seggi»). L'esecutivo di Airolo viene completato da un rappresentante dell'Unità di sinistra e da uno del Gruppo agrario, che presentavano nuovamente liste congiunte. Su 1.272 iscritti in catalogo ad Airolo, i votanti sono stati 1.160 (1.150 in aprile). Le schede valide sono risultate 1.097, le bianche 31 e le nulle 32. Per la prima volta, dopo alcuni decenni, la massima carica del comune passa dal PPD al PLR.

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