Russia

«Non fu Putin a ordinare (in quel momento) la morte di Navalny»

Le agenzie di intelligence statunitensi ritengono che il presidente russo non abbia ordinato «direttamente» l'uccisione, ma non ne contestano la responsabilità
© KEYSTONE (EPA/FILIP SINGER)
Red. Online
27.04.2024 11:08

Vladimir Putin non ha ordinato direttamente la morte di Alexei Navalny a febbraio, secondo le agenzie di intelligence statunitensi. La scoperta, che non assolve il leader russo dalla responsabilità finale, infittisce il mistero sulla morte del dissidente in un gulag artico. Così inizia un articolo del Wall Street Journal, che cita «persone a conoscenza dei fatti». Il presidente russo potrebbe insomma non avere previsto che ciò avvenisse quando è accaduto.

«La valutazione non contesta le responsabilità di Putin» in quanto accaduto, «ma ritiene piuttosto che probabilmente non sia stato lui a ordinarla in quel momento», scrive la testata americana, sottolineando che la considerazione «è ampiamente accettata all'interno della comunità dell'intelligence e condivisa da diverse agenzie, tra cui la CIA, l'Ufficio del direttore dell'intelligence nazionale e l'unità di intelligence del dipartimento di Stato». Che, in pratica, condividono la tesi secondo cui la tempistica della morte di Navalny non sia stata specificamente voluta da Putin.

Dopo la schiacciante vittoria alle elezioni presidenziali, con l’87% di voti a suo favore a spogli praticamente conclusi, Vladimir Putin aveva tenuto un discorso trasmesso dal canale televisivo statale Rossiya-24 in cui per la prima volta aveva nominato Alexei Navalny: «A proposito del signor Navalny. Sì, è morto. Questo è sempre un evento triste. Ma abbiamo avuto altri casi di persone decedute in luoghi di detenzione. Questo non succede anche negli USA? È successo più di una volta». Putin aveva inoltre affermato di come avesse accettato la proposta di rilasciare Navalny attraverso uno scambio di prigionieri: «Pochi giorni prima della sua morte, alcuni funzionari mi hanno detto che c’era l’ipotesi di scambiare Navalny con alcune persone incarcerate nei Paesi occidentali. Potete anche non credermi, ma la persona che mi stava parlando non aveva ancora finito la frase prima che io dicessi: "Sono d'accordo". Ma purtroppo è successo quello che è successo». Putin aveva poi spiegato che avrebbe accettato lo scambio a patto che l’oppositore non tornasse in Russia.

Le rivelazioni del Wall Street Journal acuiscono il mistero sulle circostanze della morte di quello che era diventato il nemico interno numero uno del Cremlino. Alcune agenzie di intelligence europee sono state informate della valutazione degli USA sulla vicenda, scrive ancora la testata americana. Secondo i funzionari della sicurezza di diverse capitali europee, alcuni Paesi UE rimangono tuttavia scettici sul fatto che Putin non abbia avuto un ruolo diretto nella morte di Navalny.

Il giornale americano ammette che non è stato possibile determinare se le agenzie di intelligence avessero sviluppato spiegazioni alternative per il decesso del dissidente. La Fondazione anticorruzione, istituita dall'oppositore, ha affermato che è stato ucciso in carcere dopo che Putin era venuto a conoscenza del potenziale scambio di prigionieri con USA e Germania ed è intervenuto per impedirlo. La responsabile delle indagini del gruppo, Maria Pevchikh, ha affermato che la Fondazione è stata coinvolta negli sforzi per ottenere la libertà di Navalny. Leonid Volkov, l'ex braccio destro del dissidente, ha affermato che l'idea che Putin non sia stato informato e non abbia approvato l'uccisione di Navalny è «ridicola».

Nel frattempo, è notizia di mercoledì, il capo della Chiesa ortodossa russa, il Patriarca Kirill, ha imposto una sospensione di tre anni al sacerdote che ha tenuto una funzione commemorativa sulla tomba di Navalny alla fine di marzo, 40 giorni dopo la morte. Al sacerdote Dmitry Safronov, chierico della Chiesa dell'Intercessione della Santa Vergine sulla collina di Lyschikova a Mosca, è ora vietato impartire benedizioni, indossare la tonaca e portare la croce sacerdotale della chiesa fino al 2027, quando il suo futuro sarà rivalutato, ha decretato Kirill.

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