Isole di Brissago, natura e nobiltà

Una straordinaria meta turistica a due passi da casa
Maria Cristina Reinhart
19.08.2010 00:30

Un tempo abitate solo dai? conigli, da un paio di secoli rappresentano uno dei gioielli del Verbano, grazie soprattutto al parco botanico che ospita oltre 1.700 specie di piante. Una straordinaria meta turistica a due passi da casa, da abbinare magari ad una giornata didattica sulle alture del Gambarogno.

«Chiare, fresche et dolci acque, ove le belle membra pose colei che sola a me par donna». Così cantava messer Francesco Petrarca, sospirando languidamente al pensiero delle forme armoniose dell?amata Laura. L?autore del «Canzoniere» evidentemente di acque, oltre che di donne, se ne intendeva: nato ad Arezzo vicino all?Arno, vissuto ad Avignone sulle rive del Rodano e morto ad Arquà nella zona dei canali che uniscono i fiumi veneti Brenta e Bacchiglione, doveva avere un certo occhio esperto nel riconoscere le bellezze di un corso d?acqua. In fondo, il fiume Sorgue che ha ispirato il Petrarca è un piccolo affluente del Rodano lungo appena una trentina di chilometri, più o meno come il fiume Verzasca e circa la metà del fiume Maggia. Peccato però che il poeta non abbia mai avuto occasione, nei suoi innumerevoli viaggi in Europa, di visitare le valli del Ticino e di contemplare le bellezze dei suoi fiumi e dei suoi laghi. Certo non avrebbe smesso di pensare a Laura, ma sicuramente avrebbe ricavato parecchie ispirazioni per qualche componimento poetico. Avrebbe potuto, per esempio, sostare ammirato davanti al selvaggio panorama delle isole di fronte a Brissago, se si fosse fatto portare in barca fino lì per far visita alle consorelle del monastero degli Umiliati, che qui era sorto nel XIII secolo. Lo fece per lui, un paio di secoli più tardi, fra Paolo Morigia, un ecclesiastico milanese che agli inizi del Seicento scrisse quella che può essere considerata la prima guida turistica del Verbano, la «Historia della nobiltà et degne qualità del Lago Maggiore». Le bellezze di Brissago e delle isole, «che già furono habitatione de? conigli» come diligentemente annota nella guida, scatenano la sua vena artistica in un delirio di superlativi: «Gode Brissago di un?aria temperatissima, e quindi è, che quella gente è di sangue vivacissimo, e di colore bellissimo, e di corpo sanissimo, e perciò non solo le donne sono belle, mà anco gli uomini, e vivono assai». Nel frattempo, soppresso l?ordine degli Umiliati, il convento sull?Isolino resta abbandonato e per due secoli sulle isole dominano incontrastati i conigli, preda ambita dei bellissimi, vivacissimi e sanissimi abitanti di Brissago. Passano altri due secoli e sulle rive del Verbano si affaccia la baronessa Antoinette Bayer di Saint Léger. Bella, intraprendente e disinvolta, aveva sposato in terze nozze un ufficiale inglese, Richard Fleming, che aveva ereditato oltre al titolo nobiliare anche una cospicua fortuna. Nel 1885 la baronessa acquista le isole e inizia i lavori di costruzione di una villa mentre il marito, appassionato botanico, trasforma la loro vegetazione incolta in un parco curatissimo. Segue un periodo magico per le isole. La baronessa ha parecchi contatti nel mondo artistico, viaggia per tutta Europa spendendo allegramente il patrimonio familiare e riunisce nella grande villa letterati, musicisti, pittori e artisti di ogni genere. Frastornato dal turbinio creato dalla moglie in quella che nelle intenzioni del barone avrebbe forse dovuto essere un?oasi di pace, Richard Fleming si rifugia a Napoli dove muore prima di assistere al tracollo: nel 1927, sommersa dai debiti, la baronessa cede la proprietà delle isole all?industriale amburghese Max Emden e si ritira, praticamente in miseria, ad Ascona fino alla morte, nel 1948. Emden, che evidentemente non aveva problemi finanziari e sapeva amministrare con attenzione il proprio patrimonio, rivoluziona le isole. Una potente carica di dinamite riduce in polvere la villa della baronessa per far posto ad una nuova e splendida costruzione, quella che ancora oggi accoglie i visitatori delle isole. Amante della bella vita più che della botanica e del giardinaggio, Max Emden trasforma le isole in un centro di intensa attività mondana: per una decina di anni circa nella villa si susseguono ospiti di riguardo e schiere di donne attraenti, che il dinamico proprietario, appassionato di fotografia, si diletta a ritrarre, possibilmente senza vestiti addosso.La stagione mondana delle isole termina nel 1940, quando Emden muore. Il periodo bellico e il trasferimento in Cile dell?unico erede portano alla chiusura della proprietà. La vegetazione, abbandonata a se stessa, torna ad infittirsi intorno alla villa. Un nuovo periodo, quello attuale, inizia infine nel 1949 quando la proprietà viene ceduta al Cantone che, dopo un accurato ripristino, rende accessibile al pubblico nel 1950 le isole ed il parco botanico. Quest?ultimo ospita oggi oltre 1.700 specie di piante provenienti dal Mediterraneo, dall?Asia, dal Sud Africa, dalle Americhe e dall?Oceania. La crescita e la sopravvivenza all?aperto di queste piante subtropicali, che normalmente non resisterebbero alle temperature invernali della regione, è possibile grazie alla particolare posizione delle isole, che beneficiano costantemente di un microclima particolarmente mite. Di fronte alle isole, come una sorta di splendido fondale paesaggistico, si stende la Riviera del Gambarogno. Chi vuole prolungare l?esperienza naturalistica della visita alle isole di Brissago, da queste può facilmente raggiungere San Nazzaro sulla riva opposta e percorrere il sentiero educativo «Tra monti e lago» che collega il piccolo paese del Gambarogno con Dirinella, posto di confine con l?Italia, passando attraverso boschi, prati e antichi nuclei abitativi. Lungo il percorso, che si snoda tra le rive del lago e i primi terrazzamenti della montagna, si incontrano diversi pannelli che illustrano i principali aspetti geografici, storici, scientifici e culturali legati al Gambarogno. Per tutto l?itinerario, la vista panoramica del lago Maggiore e delle isole di Brissago, sullo sfondo delle boscose montagne della costa, è tale da stimolare sicuramente la vena artistica di chi lo percorre. Insomma, non sogneremo Laura e non ci sarà nemmeno messer Petrarca a sospirare per lei, ma le chiare, fresche e dolci acque del Verbano, magari sovrapposte alle conturbanti immagini delle donne ritratte da Max Emden, ci faranno provare la soddisfazione di essere, almeno una volta, dei poeti anche noi.F?ranco ?di ???L?eo???????????????????????????????????