Ticino

Ci mancavano anche le zecche: sono già tornate

Diversi veterinari ticinesi segnalano la presenza massiccia dei parassiti già dai primi di marzo – In genere il morso di zecca non è pericoloso per la salute, tuttavia non bisogna prenderlo sottogamba
Prisca Dindo
23.03.2023 10:00

L’inverno è stato mite e le zecche sono già uscite dal loro letargo. Sgranchite le loro quattro paia di zampine, i parassiti sono subito passati all’azione, cercando vittime alle quali succhiare indisturbate il sangue con il loro speciale apparato boccale (chiamato rostro). Le zecche non sono come le pulci: una volta individuata la vittima - in genere cani, gatti, pecore ma anche uomini - tendono a non abbandonarla. La puntura di zecca è molto diffusa perché l’habitat del parassita comprende numerosi ambienti frequentati abitualmente dall’uomo e da animali domestici. Soprattutto boschi e giardini dove l’animaletto si annida in attesa di una vittima. «È una tendenza che notiamo da alcuni anni -  spiega Carlotta Lagorio della Farmacie Semine di Bellinzona - la presenza delle zecche in Ticino è sempre più importante». «Quest’anno sono davvero tantissime» le fa eco Roberta Camponovo. Da noi raggiunta telefonicamente, la veterinaria racconta di non aver mai visto nella sala d’attesa del suo centro veterinario a Giubiasco tanti gatti e cani con le orecchie zeppe di zecche già a marzo.

In genere, il morso di zecca non è pericoloso per la salute umana. Tuttavia non bisogna prenderlo sottogamba perché la presenza del parassita ematofago potrebbe causare patologie che vanno dalle infezioni locali (più o meno gravi) all’encefalite da zecca alla Malattia di Lyme (chiamata anche borreliosi). «Per evitare sgradevoli sorprese, occorre indossare pantaloni lunghi e calze alte quando si passeggia nei boschi» – spiega ancora la farmacista delle Semine a Bellinzona. La quale aggiunge: «D’estate è importante controllare sempre sotto le ascelle e nelle zone inguinali».

Una volta che ci si accorge della presenza di questo particolare aracnide è bene seguire una serie di accorgimenti evitando il «fai da te». Innanzitutto la zecca non va mai schiacciata, perché così facendo si potrebbero inoculare i suoi batteri direttamente nella cute della persona morsa. Evitate anche di strapparla da soli, perché spesso il rostro rimane comunque nelle pelle e infetta il corpo. Non tentate neppure di bruciarla  o di  ucciderla con l’alcol o l’ammoniaca: il rischio di contaminazione e infezione dovuta al rigurgito della zecca in seguito alla sua uccisione traumatica sarebbe dietro l’angolo. La soluzione migliore  è quella di rivolgervi al personale sanitario. Per tutti i consigli pratici c’è «Zecca», un’app che contiene anche la cartina delle zone a rischio di tutta la Svizzera.

 

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