Grande festa a Zurigo

Arvi, vent’anni di vino, arte e passione

In occasione di questo traguardo l'azienda svela un’opera effimera di Andrea Ravo Mattoni – Paolo Cattaneo: “Il vino si sposa a meraviglia con l’arte e riesce ad unire le culture”
Tarcisio Bullo
Tarcisio Bullo
05.04.2024 15:07

Zurigo - Arvi festeggia i suoi primi vent’anni e lo fa con un party al Kunsthaus di Zurigo che, in un certo senso, ha voluto tornare alle origini nel nome stesso dell’azienda - uno dei principali commercianti di vini pregiati e rari che ha sede a Melano - celebrando il connubio tra arte e vino, alla base della genesi stessa del nome Arvi.

L’evento esclusivo ha coinvolto l’artista Andrea Ravo Mattoni e sei rinomati Châteaux di Bordeaux.

Unendo i coperchi di 300 casse di vino fornite dagli Châteaux prescelti, Ravo ha realizzato un’imponente opera di oltre dodici metri per quattro con la tecnica della bomboletta spray, utilizzando le nuove tecnologie generative di intelligenza artificiale, partendo da una serie di parole chiave suggerite dai rinomati Châteaux di Bordeaux e ispirate ai valori e ai principi guida di ciascun produttore.

Realizzata unendo 300 coperchi di casse di vino, Andrea Ravo Mattoni ha prodotto quest'opera imponente ma effimera, perché smembrata subito dopo la sua presentazione a Zurigo.
Realizzata unendo 300 coperchi di casse di vino, Andrea Ravo Mattoni ha prodotto quest'opera imponente ma effimera, perché smembrata subito dopo la sua presentazione a Zurigo.

Château Ducru-Beaucaillou, Château Lafite Rothschild, Château La Mission Haut-Brion, Château Léoville Las Cases, Château Palmer e Château Troplong Mondot hanno fornito ognuno 300 bottiglie di vino datate 2004, attingendo alle loro riserve. Lei sei bottiglie erano raccolte in una speciale cassa di legno, il cui coperchio è stato utilizzato da Andrea Ravo Mattoni per comporre la sua opera. Ogni acquirente della speciale cassa di vino si conquistava il diritto di presenza al party del giubileo, durante il quale è stata svelata, tra gli applausi dei presenti e per la prima e unica volta, l’opera intera dipinta da Ravo, che al termine della festa è stata smembrata, perché ogni coperchio è tornato al suo posto per chiudere la cassa di legno dalla quale era stato prelevato.

Un’asta benefica è stata organizzata per accaparrarsi la cassetta con le sei bottiglie recante il numero uno: il ricavato, di poco superiore ai 6 mila franchi, è stato devoluto all’Unione centrale svizzera per il bene dei ciechi.

Paolo Cattaneo, titolare di Arvi, con la sua signora (al centro) e la figlia Patrizia si intrattengono con Julie Arlin, che ha presentato la serata, poco prima di avviare l'asta benefica.
Paolo Cattaneo, titolare di Arvi, con la sua signora (al centro) e la figlia Patrizia si intrattengono con Julie Arlin, che ha presentato la serata, poco prima di avviare l'asta benefica.

Naturalmente, nel corso della serata tutti e sei gli Châteaux bordolesi erano presenti e i partecipanti alla festa hanno potuto degustare i loro pregiati nettari, con l’aggiunta di Château Suduiraut che ha presentato un delicato Sauternes dorato e con riflessi ambrati, sempre dell’annata 2004, estrapolato da una bottiglia “Imperial” (6 litri) e andato letteralmente a ruba.

Il Sauternes è andato letteralmente a ruba.
Il Sauternes è andato letteralmente a ruba.

Paolo Cattaneo, fondatore di Arvi, ha fatto gli onori di casa e nella circostanza era accompagnato dalla figlia, Patrizia Cattaneo Moresi, che di arte se ne intende visto che è direttrice della Galleria Artrust di Melano e Zurigo.

“Vent’anni sono lunghi, ma la mia esperienza nel settore dei vini va oltre, è cominciata quarant’anni fa con la Badaracco” ha affermato Paolo Cattaneo, visibilmente emozionato.

“Ho sempre apprezzato il buon vino – racconta – e poco a poco mi sono creato degli amici, soprattutto tra i produttori. Sono sempre stato un grande estimatore del vino di Bordeaux, ho viaggiato spesso per scoprire i segreti di quel territorio, ho conosciuto tutti i “maitre de chai”, i cantinieri, la gente che lavora in vigna, ho voluto capire i motivi per cui questo vino è così spettacolare, e piano piano l’azienda è cresciuta. Nel 2001 abbiamo venduto la Badaracco e nel 2004 ho fondato l’Arvi, che vuol dire arte e vino, perché il vino con l’arte si sposa in maniera meravigliosa. Per il 20° abbiamo voluto dimostrare che Arvi non è solo vino, ma anche passione, arte, emozione, che sono la bellezza della vita. È bello poter gioire, il vino unisce la gente, fa parlare, crea amicizie e allora ritengo che la mia missione sia compiuta, perché col vino si riesce ad unire le culture”.

Paolo Cattaneo, intervistato da Julie Arlin.
Paolo Cattaneo, intervistato da Julie Arlin.

Andrea Ravo Mattoni con la sua arte in questo mondo del vino si è trovato a meraviglia, ma forse non c’è un po’ di rammarico nel veder “svanire” una propria creatura?

“Io vengo dal mondo della street art e da quello dei graffiti, e il fatto di avere delle opere effimere è parte integrante di questa cultura, anche se alcune opere che produco, come quella del Bacco presso Arvi a Melano, ovviamente perdurerà nel tempo. Realizzare l’opera che mi è stata commissionata è stata una grande emozione, perché era la prima volta che lavoravo su questo genere di supporto. Possiamo dire che qui abbiamo trecento “frammenti” che poi volano in tutte le parti del mondo. È come avere trecento figli che sono partiti e vengono adottati da varie famiglie… Per me è stato un onore, stimo molto la famiglia Cattaneo ed essendo mezzo svizzero perché le origini di mia mamma sono di Villa Bedretto, sono davvero felice di poter collaborare con un’azienda prestigiosa come Arvi. Il mio cuore un po’ sta in Ticino e un po’ nel Varesotto”.

Patrizia Cattaneo Moresi con l'artista Andrea Ravo Mattoni.
Patrizia Cattaneo Moresi con l'artista Andrea Ravo Mattoni.

Scusa, ma so che tu sei astemio e allora la domanda è come si fa a lavorare per un’azienda leader nel mondo dei vini senza provarne nemmeno una goccia?

“Eh, lo so, mi porto appresso questo peccato originale… Diciamo che stasera è stato come se uno presentasse una Ferrari senza avere la patente di guida”.
E giù una bella risata per… sdrammatizzare il momento.