Tecnologia in Ticino

Ha una marcia in più la tecnologia che si mette la gonna

Le donne sono entrate nel settore digitale, tuttora dominato dagli uomini. Ma il loro modo di pensare più empatico le distingue. E si rivela vincente..
Women4digital promuove il dialogo e la condivisione di progetti e idee.
07.03.2022 14:15

Un altro punto di vista, un modo di pensare e vedere le cose da un’angolatura diversa. Per entrare in un settore dominato dagli uomini, come quello della tecnologia, le donne devono dar prova di pazienza, capacità e ascolto, ma anche dimostrare di avere un approccio e una prospettiva differente di fronte ai problemi. Senza voler «prendere il posto di», senza prevaricare, senza imporsi - come dovrebbe fare chiunque, uomo o donna che sia - quest’ultima ha indubbiamente una marcia in più. Ha, soprattutto, la capacità di accettare e di adeguarsi ai cambiamenti; è in grado di apportare un diverso punto di vista che permette di allargare gli orizzonti e trovare soluzioni alternative. E tutto ciò con precisione, costanza e determinazione.

Un settore carente
Purtroppo, stando all’edizione 2021 del Women in Digital Scoreboard della Commissione europea, in Europa solo il 18 per cento degli specialisti dell’Information and communication technology (ICT) è donna. Una carenza che rende il settore più «povero». Eppure, donne in gamba, con capacità riconosciute e apprezzate ce ne sono molte. Lo conferma Cristina Giotto, direttrice di Ated-ICT Ticino, associazione indipendente fondata nel 1971 a Lugano, aperta a tutte le persone, aziende e organizzazioni e scuole interessate alle tecnologie dell’informazione e comunicazione. Dieci anni fa, poi, è nata Women4digital, frutto dell’incontro di Ated-ICT Ticino con il gruppo Girl Geek Dinners Ticino. «Vogliamo riuscire a incentivare il networking tra donne attive nel settore digitale - spiega Cristina Giotto -, creare una vera e propria community di talenti in grado di attivare il cambiamento nel rapporto tra donne, innovazione e nuove professioni digitali».

Giovani e tecnologia
Nel contempo, Ated intende avvicinare le ragazze alla tecnologia, attraverso eventi, progetti, incontri. Come Ated4kids, che propone attività dedicate alle ragazze e ai ragazzi dai 6 ai 15 anni che desiderano approcciarsi al mondo della tecnologia e dell’informatica, apprendere conoscenze di base e strumenti, anche giocando, per partecipare alla rivoluzione digitale. Non solo come utenti consumatori ma anche come creatori di contenuti e applicazioni. «Non vogliamo che i giovani siano passivi, li vogliamo attivi e consapevoli», osserva Giotto. E quindi, insegnare a bambini e ragazzi il prima possibile le conoscenze di base e gli strumenti, anche divertendosi appunto, e renderli partecipi alla rivoluzione digitale come creatori di contenuti e applicazioni. Da un po’ gli appartenenti alle nuove generazioni vengono definiti «nativi digitali», circondati come sono, sin dalla culla, da ogni tipo di dispositivo tecnologico. Da qui la sezione speciale di Ated4kids pensata per sopperire a due bisogni: quello dei genitori di comunicare con i figli e condividere con loro dei progetti, e quello dei ragazzi di capire il dietro le quinte della tecnologia, allontanando rischi e manipolazioni e sfruttando al massimo le potenzialità del digitale nell’ottica delle competenze e abilità necessarie ai lavori del futuro.

Il lavoro
Il mondo del lavoro negli ultimi anni è stato travolto dalla trasformazione digitale. Un processo di cambiamenti drastici ovviamente ancora in corso, che sarà profondo e che riguarderà sia gli uomini, sia le donne, ma in maniera diversa. E, come detto, pure nel comparto tecnologico è ancora presto per parlare di parità di genere. Secondo diverse ricerche internazionali, infatti, la rappresentanza femminile nei vari settori lavorativi e a livello di responsabilità (e quindi di retribuzione) è ancora parecchio limitata, spesso sconsigliata e marginalizzata. «Molte ragazze con evidenti capacità fanno un passo indietro, non osano, non vogliono mettersi in gioco, competere» - riprende Giotto -. «Ma non si tratta di competere, si tratta di far valere le proprie qualità. Lo ripeto in continuazione. Eppure, ancora pesano alcuni retaggi culturali che frenano l’entrata della donna nel mondo della tecnologia. Sono in contatto con alcune donne over 50 con un profilo eccellente di competenze e professionalità. E invece non si rendono conto del loro potenziale e spesso rinunciano a proporsi, soprattutto quando si sentono dire dai potenziali datori di lavoro ‘lei è troppo qualificata’. Vogliamo continuare a perdere tutte queste competenze?». Certo che no! In Ticino, però, è ancora più dura la vita per una donna che vuole occuparsi di tecnologia. Deve obbligatoriamente uscire dai confini cantonali. «Non si tratta di diventare uomini, di fare come loro - insiste Giotto -. Si tratta di dare il nostro contributo, di essere complementari. Penso che il gruppo misto possa fare la differenza in termini di qualità e qualifiche».

Le donne
Women4digital realizza workshop e incontri aperti a tutti, per dialogare e confrontarsi sulle opportunità e complessità che caratterizzano ancora l’universo femminile in tema di lavoro, leadership, carriera e nuove competenze richieste da un mercato in continua evoluzione. Si tratta di occasioni che incoraggiano, sostengono e offrono visibilità a progetti, nuove iniziative e idee imprenditoriali, così da condividere esperienze, talento e competenze nel Digital Business. Mentre Ated-ICT Ticino vanta numerosi professionisti che, grazie alla loro expertise, contribuiscono a dare valore aggiunto ai servizi dell’associazione. Come l’associazione italiana Aiea, Information Systems Auditors, costituita nel 1979, che riunisce coloro che svolgono professionalmente attività di Auditing e Controllo di sistemi Ict; la Swiss Game Developers Association (SGDA), associazione di categoria delle sviluppatrici e degli sviluppatori di videogiochi svizzeri; Swiss Cyber Security Days che riuniscono sotto lo steso tetto autorità, rappresentanti del mondo economico e specialisti della cybersicurezza; l’USI, l’Università della Svizzera italiana, e la SUPSI, la Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana; l’Accademia svizzera delle Scienze Tecniche, SATW, la rete principale di esperti nel settore delle scienze tecniche in Svizzera, in contatto con i maggiori organi svizzeri dei settori di scienza, politica e industria.

I progetti
Nel 2021, Ated-ICT Ticino ha dato vita a due progetti. Il primo, Cyber Survival Game, gioco da tavolo legato alla formazione sulla sicurezza informatica. Si tratta di simulare una settimana lavorativa piena di rischi legati alla sicurezza informatica e alle truffe elettroniche. Pensato per sensibilizzare le aziende, le scuole e i privati interessati attraverso un gioco, caratterizzato da elementi pratici e formativi presentati in chiave divertente. Può essere giocato dalle due alle quattro persone, senza limiti d’età. Una partita è composta da cinque turni per una durata totale di gioco dai venti ai trenta minuti circa. A turno, i partecipanti si dovranno difendere da rischi informatici presentati sotto forma di «carte minaccia», che mirano ad attaccare i seguenti quattro aspetti legati alla sicurezza informatica: protezione dei sistemi, delle informazioni, delle comunicazioni e verifica dell’autenticità. Attraverso la scansione di un codice QR presente su ogni «carta minaccia» e «carta power-up», i giocatori potranno imparare di più sul tipo di truffa elettronica o minaccia informatica in questione, e apprendere quali aspetti legati alla sicurezza vengono aggrediti. Il secondo progetto, è il primo metaverso svizzero, a cui hanno già aderito molte aziende. «Sì, perché anche nel nostro piccolo si sta sperimentando e con grande successo - sottolinea Cristina Giotto -. Il nostro Swiss Virtual Expo, la prima esposizione digitale promossa nella Confederazione - grazie alla realtà virtuale permette di visitare padiglioni, stand e aree speciali, dove poter consultare il materiale informativo degli espositori e partecipare alle attività formative comodamente da casa - aperta al pubblico il 15 ottobre scorso, si basa proprio sul metaverso. Un appuntamento inedito e all’avanguardia della durata di un anno, in cui le aziende, ticinesi, svizzere e internazionali, hanno la possibilità di presentarsi e promuoversi nel mercato locale e globale. In un metaverso, ovvero in uno spazio virtuale in 3D, che permette agli utenti di esplorare alla stregua di un evento tradizionale». Vi si trovano infatti aree dedicate a seminari e workshop in diretta o on-demand, oltre a stand, padiglioni e showroom personalizzati di varie dimensioni. Un luogo virtuale capace di realizzare ambientazioni più grandi di mezzo milione di metri quadri, di ospitare fino a dodici padiglioni, settecento stand e cento showroom, con emissioni di CO2 ridottissime. «L’unicità e la visione da precursori ci è stata riconosciuta con il prestigioso Grand Prix Möbius Editoria Mutante», ricorda orgogliosa Giotto. Con la motivazione di aver progettato «un metaverso scalabile, ecologico, utilizzabile anche al di fuori di occasioni espositive specifiche in cui proporre ed espositori ed utenti forme di co-creazione di contenuti e di spazi espositivi». «Esserci arrivati contestualmente all’annuncio di un colosso come Facebook ci inorgoglisce molto, vuol dire aver creato valore per le imprese del nostro territorio e aver individuato una via che ci consente ancora una volta di fare sistema in modo virtuoso per il Ticino». Che è, da mezzo secolo, la missione di Ated: informare, educare, far amare la tecnologia digitale, sostenendo professionisti, imprese e associazioni.

Il futuro
Ated non sta certo con le mani in mano. Come spiega Giotto: «A breve apriremo un padiglione dedicato alla cultura, uno dedicato alle patologie legate alla disabilità dove trovare tutte le novità. Apriremo anche il primo padiglione legato al mondo del vino». Insomma, un mondo tutto nuovo, un progetto molto innovativo. «E tutto ciò è partito dal Ticino», sottolinea Giotto. 

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