Moda

Milano Fashion Week, le anteprime per il prossimo inverno

Gli stilisti hanno raccontato una donna molto consapevole e capace di crearsi un proprio stile, mixando e giocando con stratificazioni, tulle, volumi over
Un momento della sfilata di Armani. © MATTEO CORNER
Valentino Odorico
27.02.2023 15:30

Si è appena conclusa la Milano Fashion Week e sono moltissime le novità e le tendenze emerse dalle passerelle. Protagoniste sono state le collezioni per il prossimo autunno/inverno 2023/24: gli stilisti hanno raccontato una donna molto consapevole e capace di crearsi un proprio stile, mixando e giocando con stratificazioni, tulle, volumi over, passando da capi della tradizione ed eleganti, a idee più street, strizzando anche l’occhio a culture lontane. Grandi brand e marchi emergenti hanno dato vita a oltre 50 sfilate e centinaia di presentazioni.

Partiamo da Armani

Apriamo questo racconto con Giorgio Armani che ha intitolato la collezione della sua prima linea «Cipria»;  Il momento del maquillage è intimo e personale, così come è intimo e raccolto anche il sentimento che pervade questa collezione: Armani sceglie nuovamente di accogliere gli ospiti nel piccolo teatro di via Borgonuovo, accolti in una dimensione domestica evocata dai cuscini di un divano; le forme delle creazioni seguono il corpo e il movimento: abiti setosi come pigiami, scialli avvolgenti, pantaloni morbidi, pullover, giacche allungate, in una palette cosmetica di terra, bronzo, cipria ì, con tocchi di mandarino esaltati dall’abbondanza di nero kajal. Per la linea Emporio Armani invece viene esaltata la persona: uno stile più urbano, eclettico, svelto e leggero; piccoli cappelli, giacche dalle abbottonature asimmetriche, pantaloni fluidi, velluto nero con tocchi di magenta: questi i punti chiavi della collezione.

Fendi esplora il classicismo e l'eleganza attingendo direttamente al guardaroba di Delfina Delettrez Fendi; ecco una collezione con cui giocare, l'esplorazione e l'elevazione della decostruzione, con pezzi progettati per essere indossati in ogni modo. Sartoria maschile e tessuti tradizionali sono intrecciati in forme femminili, mentre elementi dell’utilitarismo appaiono ovunque: tute da lavoro, grembiuli, uniformi. Missoni invece usa le rose come simbolo di bellezza, di gioia e di amore. Al centro di questo percorso creativo, intimo ed emotivo sta una donna insieme fortissima e delicata, che ha fatto pace con fragilità e imperfezione. Si ammanta di colori caldi e terrosi che vanno dal ruggine ai marroni intensi, con tocchi di malva, di verde chiarissimo e di grigio tenue. «Stratificazione urbana» invece è il mood di Onitsuka Tiger: vestirsi a strati è una parte centrale della cultura giapponese. Andrea Pompilio, Direttore Creativo, ha distillato l'essenza di questa tradizione filtrandola attraverso il DNA sportivo del brand; il risultato segna un passo importante per il marchio, più focalizzata su un'estetica urbana. Francesca Liberatore collabora con Erreà, storico brand dello sport di squadra. Una collezione precisa, intuitiva ed analitica, creata con materiali tecnologici. Le stampe descrivono, come l’allestimento della sfilata, una scacchiera ed i suoi simboli, che narrano la lotta per libertà: pellami, lane e cotoni decostruiti, con volumi che alternano volant e linee dritte, in un mix perfetto tra sartorialità e street-style. Un irresistibile desiderio di esplorare nuovi ambienti e di vivere esperienze diverse ispira la collezione di Maryling: una vera e propria fuga dal quotidiano, accompagnata dall’ansia della scoperta di qualcosa di lontano dalle proprie abitudini. I pattern sono molteplici ed esplorano una tavolozza di colori in cui rivive l’eco dei tappeti degli storici hotel di montagna, in una combinazione cromatica unica tra il marrone intenso, l’arancio bruciato con accenni di giallo canarino e di viola.

L'icona Eva Kant

Per Genny invece la designer Sara Cavazza si è ispirata ad un’icona di stile come Eva Kant, protagonista femminile del fumetto Diabolik. Un’immagine raffinata che si mischia con i codici identitari della maison, contribuendo a un concept di comunicazione elegante e ricercato, raccontando una donna forte e determinata; la ricerca stilistica si concentra sui momenti di transizione e trasformazione della silhouette femminile. Martino Midali racconta «storie di donne», portando in passerella la femminilità contemporanea, accesa da accenti etnici e impreziosita dalla sua tricot couture. Nella collezione della prossima stagione è racchiusa una storia che ha il sapore della libertà - di proporzioni, di forme, di movimento – in cui il layering diventa il mantra stilistico per scoprire le suggestioni etniche che, dal Marocco all’India, danno vita all’anima dei capi, tra lunghi abiti effetto tunica e outfit multistrato.

Laura Biagiotti coniuga moda, teatro, danza e digital art intorno alle scenografie dello spettacolo «Carbonio» di Pier Lorenzo Pisano. La volontà di indagare attraverso la moda i nuovi spazi e i nuovi tempi delle donne ispira il progetto della collezione che sfila al Piccolo Teatro, aprendo un nuovo capitolo con un approccio sempre più attento alla sostenibilità e all’auto-rinnovamento secondo gli stilemi più cari al marchio. È la ricerca dell’inatteso realizzata con gli strumenti naturali della moda Biagiotti: il cashmere e il tessuto. Un viaggio nel tempo e nello spazio che destruttura le forme convenzionali e le ricostruisce con un pensiero nuovo. L’abito-bambola, definito da Laura Biagiotti l’abito «spazialista» perché espande la silhouette nello spazio, si apre e diventa spolverino, gonna da indossare sopra il pantalone, si scioglie in un fiocco da indossare su tessuti maschili.

La natura genderless

Iceberg si destreggia con piglio fiero e attitude energica, ripercorrendo i momenti iconici della sua storia con rinnovata fantasia, ma sempre con il giusto mood, mixando pelle e maglieria per dar vita a una collezione sportivo-sartoriale in perfetto stile Iceberg; dal retro di una moto per le strade di Londra fino alle piste da sci italiane: la pelle, rigorosamente eco, si mescola alla maglieria, dando vita ad abitini corsetto che prendono forma aderente grazie alla maglia a costine o a felpe con cappuccio in ecopelle, caratterizzati da un'onda di maglia che scende lungo le maniche rifinite con zip. La donna Elisabetta Franchi si rimette di nuovo in viaggio e sceglie di varcare la linea del tempo atterrando in un’America Art Decò, pronta a rompere gli schemi e giocare con nuove regole. Libera pensatrice, aperta al contemporaneo, con coraggio cede al fascino delle prime donne aviatrici: il glamour del red carpet si alterna ai maxi cargo in denim abbinati a preziosi top ricamati. «Circularity» è il concetto per Atsushi Nakashima: «Negli ultimi tre anni, alcuni malesseri mi hanno portato a rendermi maggiormente conto delle problematiche relative all’ambiente, che potrebbero esserne la causa. Allo stesso tempo ho man mano realizzato che continuare a creare la mia collezione come ho sempre fatto avrebbe contribuito ad un impatto ecologico distruttivo, tanto grande quanto è vasto il numero di abiti esistenti al mondo. Sono giunto alla conclusione che la produzione compulsiva di vestiti non è solo un problema degli altri ma di tutti. Questo concetto mi ha portato alla realizzazione di «Circularity Project», in tandem con il brand. Attraverso questo processo mi sono reso conto che avrei potuto dare una nuova vita ad i miei capi, creando abiti di elevato design con pezzi di recupero delle mie collezioni d’archivio. Il progetto si pone come una nuova esperienza creata per gli amanti della moda, al fine di poter abbracciare la moda stessa come processo di rinascita». Infine «Riflessi d’Oriente» per Hui: la Collezione è basata sul fascinoso contrasto femminile tra forza e fragilità, sull'infinito talento delle donne nel fare qualsiasi cosa senza violenza e sete di potere. Come sempre si comincia dal pijama che è un grande classico del brand oltre a essere un modello per sua natura genderless. In seta lavata oppure cady, con o senza una leggera imbottitura, il nuovo pijama di Hui ha ricami sfumati oro e argento sulle tinte di base: bianco e nero. Nel secondo tema cromatico rosso, nero e beige servono da fondamento e base per una stampa che ricorda l'antico ricamo Qing con sopra un pizzo di paillette che ne confonde i contorni. Il terzo tema prevede per gonne dritte appena sotto il polpaccio abbinate a giacche e cappotti di taglio maschile, tinte forti come ottanio, verde smeraldo e rosso fuoco fuse nel classico check del tweed abbinato alla stampa di un paesaggio cinese.