Alessandro Cianfoni

«Per me ogni giorno è una sorta di gara per fare e dare di più»

La vita può essere piena e soddisfacente anche se non cammini. Lo testimonia un padre, medico primario e sportivo d’élite.
Alessandro Ciafoni dottore e tennista. ©CdT/Putzu
07.03.2022 14:08

Dalle radiazioni ionizzanti, ultrasuoni, campi magnetici, soprattutto tomografia computerizzata e risonanza magnetica, dagli interventi minimamente invasivi sul cervello e sulla colonna vertebrale, al tennis in carrozzina. Per Alessandro Cianfoni, 50 anni, primario di neuroradiologia interventistica al Neurocentro della Svizzera italiana, a Lugano, ogni giorno è una sorta di gara, di competizione. Fare diagnosi e proporre terapie il più possibile mirate ai propri pazienti e vestire i panni di uno sportivo d’elite. In tutti e due i casi, mettendoci sempre cuore e passione. Quella passione che non s’è mai spenta. Che non è stata scalfita neanche dall’incidente di trentacinque anni fa sulle piste da sci. «Sin da piccolo ho sempre fatto sport, sono stato abituato a mettermi in gioco, a dare il meglio di me. E l’incidente, forse, in un certo qual modo potrebbe anche avermi dato una spinta motivazionale in più. Inoltre, avevo un surplus di energia e questo mi ha aiutato a non mollare, a continuare ad allenarmi comunque, pure a costo di soffrire. A continuare, nel limite del possibile, a fare tutto ciò che volevo». Oggi è tra gli atleti d’élite dell’Associazione inSuperAbili di Lugano, tra i migliori nel wheelchair tennis in Svizzera.

L’incidente
Ovviamente, dopo l’incidente Alessandro pensava sarebbe stata una condizione temporanea. «Il che inizialmente mi ha dato una mano. Poi gradualmente sono stato messo di fronte alla realtà. Ma ho tenuto duro». E ci si abitua. Si cerca di superare al meglio ostacoli e difficoltà. E in questo Cianfoni è un maestro. «La vita è molto di più della capacità di muoversi, può essere piena e soddisfacente anche se non cammini». Ancora oggi vive tutto ciò più come una scocciatura che un problema. «Sicuramente la mia vita è cambiata, probabilmente pure i progetti che da ragazzino potevo avere… ma non so in quale direzione. Magari, difficile da dire, meglio così?».

La famiglia
Alessandro Cianfoni è sposato e ha tre figli. Anche a loro insegna l’importanza dello sport e della competizione. «Nel mio caso aver avuto lo sport è stato fondamentale per ritrovare, anche dopo l’incidente, gioie e sensazioni di cui chiunque di noi ha necessità. Lo dico anche alle mamme che incontro in ospedale e che hanno un bimbo con una disabilità. Lasciateli andare, fate loro conoscere il gusto di mettersi alla prova, di gareggiare». Infatti, la giusta voglia di sfida, se sapientemente dosata, porta a dare il meglio di sè. Lo sport vive alimentato prima di tutto dalla sua dimensione agonistica, in grado di far nascere in continuazione nuove e avvincenti sfide, con se stessi e con gli altri.

Le vittorie
E di sfide, Cianfoni ne ha superate tante nella sua carriera sportiva. Numerosi i palmares al suo attivo. Solo per citare gli ultimi: nel 2018 vincitore master svizzero; nel 2019 finalista interclub classe A e campione svizzero assoluto singolo; nel 2019 vincitore master svizzero. Altri risultati: secondo posto nella traversata a nuoto dello stretto di Messina 2019, giocatore di wheelchair basketball in serie A1 in Italia, in Francia, in Usa, componente della squadra nazionale italiana, 1 scudetto, 1 coppa Italia, varie finali scudetto e coppa Italia, 2 finali di coppa Europa, 1 finale di coppa dei campioni (anni 1993-2002). Insieme a questo, tanti altri interessi, il mare, la subacquea, meglio se in apnea, il nuoto, lo sci. Facendo un passo indietro, è dapprima il basket in carrozzina a portare Alessandro al semiprofessionismo nel giro di pochi anni. Disciplina che abbandona a 27 anni per dedicarsi al tennis, che oggi conta una settantina i tesserati tra uomini e donne a livello nazionale. Serve concentrazione, coordinazione ed eleganza, un’eterna sfida alla ricerca di un costante miglioramento fisico e mentale. Ed è anche ciò che spinge Alessandro a impugnare, appena può, la racchetta da tennis: la crescita continua che questo sport offre a livello individuale.