Mostra

“Senza Titolo - Prodotto F” di Mustafa Sabbagh

Un'esposizione capace di far riflettere sul presente creando sconcertanti analogie con il passato
Nell’ opera Made in Italy il nome di ognuno dei 27 protagonisti è sostituito da un numero di serie e nessuno spazio è dato alla loro identità e al loro vissuto. Un numero di serie che evoca alla memoria di tutti altre atroci azioni di negazione dell’identità. ©ValentinoOdorico
Valentino Odorico
11.04.2022 09:45

Una Milano in evoluzione: non solo capitale della moda e del design ma anche dell’arte. Importante il successo, ad esempio, dell’ultima edizione della Milano Art Week 2022: è in questo contesto che ha preso il via anche la mostra di uno dei più grandi artisti contemporanei viventi. L’opera di Mustafa Sabbagh porta l’osservatore a confrontarsi con immagini fotografiche e video che hanno come soggetto lo spaesamento giovanile, mercificato, sradicato e in fuga.

SENZA TITOLO – PRODOTTO F richiama le 3 F che fanno grande il Made in Italy: Food, Fashion, Furniture. A questi, Sabbagh affianca la parola Future, inteso come il destino a cui stiamo legando i nostri fanciulli e le nostre fanciulle. Protagonisti dell’opera Made in Italy (2015), oggi nelle collezioni del MAXXII di Roma, sono dunque giovani stanti, potenti nella loro posa statuaria ma allo stesso tempo fragili, a torno nudo e con pantaloni fuori taglia. Ogni fanciullo è accompagnato da una didascalia che ne fornisce il peso, l’altezza, l’origine, trasformandolo in un prodotto potenzialmente vendibile, usabile. Alle loro spalle il mare, confine intangibile eppure reale e drammatico nel suo segnare il dentro e il fuori, di chi nasce e vive sulle sponde e migra tra l’una e l’altra, da millenni, con sorte alterna e iniqua. All’interno della mostra in scena anche il video Rave Party (2019) che mette in relazione due tipi di spaesamento giovanile: l’uno fomentato dal contesto vissuto, l’altro autoimposto dalla volontà di uscirne. Sullo schermo diviso a metà: da una parte assistiamo ai passi incerti di chi desidera approdare su una spiaggia sconosciuta, tra volti estranei e voci che rimbombano una lingua incomprensibile; dall’altra ritmi incalzanti, movimenti sussultori e sostanze psicogene generano lo spaesamento di altri giovani in fuga.

La curatrice e direttrice di Casa della Memoria, location che ospita l’esposizione, scrive: «La scelta di un autore e di opere di grande capacità evocativa, nasce dalla volontà di moltiplicare e diversificare occasioni e strategie di ingaggio, per condurre nuovi pubblici ai temi cari a Casa della Memoria e, allo stesso tempo, stimolare il confronto tra le opere d’arte che toccano temi di scottante attualità e l’esperienza storica e memoriale propria della Casa. Nell’opera Made in Italy il nome di ognuno dei 27 protagonisti è sostituito da un numero di serie e nessuno spazio è dato alla loro identità e al loro vissuto. Un numero di serie che evoca alla memoria di tutti altre atroci azioni di negazione dell’identità.» Con le sue fotografie e i suoi video, l’artista indaga la condizione degli adolescenti, in bilico tra ingenuità e perdita dell’innocenza, controllo e ribellione. Sospesi «senza titolo» di accesso nel mondo degli adulti si muovono in una realtà estremamente complessa che li vede da una parte prodotto di una società consumistica o persi nell’ oblio di un rave party, dall’altra naufraghi in balia del mare, alla disperata ricerca di una possibilità di redenzione.

Mustafa Sabbagh (Amman 1961) è stato riconosciuto, da uno storico dell’arte e della fotografia quale Peter Weiermair, come uno dei 100 fotografi più influenti al mondo ed uno dei 40 ritrattisti di nudo – unico italiano – tra i più rilevanti su scala internazionale. Dopo la laurea in architettura a Venezia, diventa assistente di Richard Avedon e docente al Central Saint Martins College of Art and Design di Londra. Attualmente è docente alla Fondazione Modena Arte Visive e direttore artistico della pubblicazione culturale bilingue Ossigeno – Elements of Life. Dopo una brillante carriera come fotografo di moda riconosciuta dai più prestigiosi magazines internazionali dal 2012 si dedica all’arte contemporanea. La sua ricerca – indagata in numerose interviste e in documentari dedicati anche da Sky Arte (Fotografi, 2013) e da Rai 5 (The Sense of Beauty – 2017) è condotta in primis attraverso fotografia, videoarte e installazione site-specific. Le sue opere sono presenti in numerose pubblicazioni e in prestigiose collezioni d’arte pubbliche e private, in Italia e all’estero. 

In questo articolo: