Mens sana

La pausa necessaria per ricaricarsi

Praticare sport tutto l’anno è positivo, a condizione che vengano previste delle pause per ricaricare le batterie.
Praticare sport tutto l’anno è positivo, a condizione che vengano previste delle pause per ricaricare le batterie.
Nicola Pfund
03.11.2021 14:00

Per chi ama lo sport all’aperto oggi c’è davvero solo l’imbarazzo della scelta: le possibilità sono talmente tante che è praticamente possibile svolgere una disciplina sportiva di tipo aerobico (e non solo) sull’arco di tutto l’anno, anche variando da una all’altra. È l’approccio multidisciplinare molto apprezzato in Svizzera dove, a dipendenza della stagione, si predilige ad esempio d’estate la corsa, il nuoto e la bicicletta, oppure durante l’inverno e i mesi freddi, lo sci di fondo, le racchette o lo scialpinismo. Ne consegue che spesso si rimane sempre attivi sull’arco dei dodici mesi in una sorta di «benefica» dipendenza dallo sforzo fisico. E ciò è sicuramente positivo a condizione che il coinvolgimento nell’attività sportiva non vada oltre un certo limite e che vengano previste delle pause per ricaricare le batterie.

Perché se si gareggia o si è coinvolti in una disciplina a un certo livello per un periodo troppo prolungato è bene sapere che il fisico (ma anche la mente) alla lunga, ne esce sfiancato e indebolito con il rischio di incorrere maggiormente in infortuni da sovrallenamento. È quindi fondamentale prevedere dei periodi di pausa anche abbastanza lunghi e il periodo di inizio novembre è in genere quello ritenuto ideale da molti atleti. Due settimane almeno (ma per qualcuno anche 3-4) in cui si pensa al riposo e alla rigenerazione e in cui l’attività, se non annullata del tutto, viene ridotta notevolmente. Questo tempo di rigenerazione è essenziale per permettere al corpo e alla mente di recuperare pienamente consentendo in tal modo di ripartire in seguito con il pieno di energie e con la possibilità, spesso, di migliorarsi ulteriormente.

Sul piano prettamente fisico un’interruzione consente di guarire ad esempio quei microtraumi muscolari che delle pause troppo brevi non consentono di risolvere completamente con il rischio di peggiorare la situazione se i carichi dovessero aumentare. Sul piano mentale, invece, il fatto di «staccare» e di non pensare per un certo periodo alle tabelle con relativi chilometraggi e tempi è fondamentale per togliersi per un attimo questo pensiero della nostra quotidianità, pensiero che a volte può essere anche un vero peso. Una pausa che potrebbe essere utilizzata anche per fare il punto della situazione, insomma per capire cosa ha funzionato durante la stagione e cosa invece dovrebbe essere migliorato e quindi per fissare nuovi obiettivi più realistici. Quindi prendiamoci almeno 2-3 settimane per una pausa di allenamento. Con tutta serenità e senza preoccuparsi se la condizione e il livello peggioreranno leggermente. Se non si può fare a meno dell’esercizio fisico, non bisogna necessariamente ridurlo a zero, ma importante è evitare allenamenti estenuanti e ad alta intensità. In questo periodo buona cosa sarebbe anche quella di nutrire la mente con qualche lettura stimolante, magari proprio nella disciplina che si ama oltre a concedersi – perché no? - qualche trattamento rigenerante, come bagni termali o altro, che normalmente durante la stagione agonistica non sempre ci si può permettere.