La storia

Bluesky, Twitter e il ruolo di Jack Dorsey

Il co-fondatore ed ex amministratore delegato della piattaforma farà concorrenza a Elon Musk? Nemmeno per idea, anzi...
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Marcello Pelizzari
08.11.2022 11:00

Jack Dorsey. Proprio lui. Il co-fondatore ed ex amministratore delegato di Twitter. L’uomo che, mentre i suoi ex colleghi di lavoro, venerdì, ricevevano le famigerate e-mail di licenziamento, è rimasto in silenzio. Per circa ventiquattro ore. Poi, beh, un cinguettio. Quasi un’ammissione di colpa. Perché sì, il caos generatosi con l’arrivo di Elon Musk, a ben vedere, è nato tutto da lui. «Mi rendo conto che molti sono arrabbiati con me» le sue parole. «Sono responsabile per tutto quello che sta succedendo, ho fatto crescere l’azienda troppo velocemente. Chiedo scusa per questo».

Come un avvoltoio

Imprenditore, guru, amante dello yoga, Dorsey ai più è parso volteggiare come un avvoltoio. Anche perché, mentre Twitter veniva preso a schiaffi da Musk, lui ha annunciato l’imminente lancio di una nuova piattaforma social, dal nome quantomeno evocativo: Bluesky, letteralmente cielo blu. Lo stesso cielo, viene da pensare, dove un tempo volava l’uccellino di Twitter. In pochi giorni, oltre 30 mila utenti si sono messi in lista d’attesa.

Tutto, insomma, porterebbe a pensare che Dorsey abbia colto un’opportunità, immensa, in un momento di estrema difficoltà vissuto dalla sua ex creatura. D’altronde, fu proprio Dorsey a «liberarsi» di Twitter scrivendo in privato a Musk, a margine di un cinguettio postato dal fondatore di SpaceX circa la necessità di una nuova piattaforma. Gli raccontò di come dovrebbe essere un social ideale – decentralizzato, con protocollo open source, indipendente rispetto alla pubblicità – e di come lo stesso Twitter necessitasse di «essere riparato». Di qui la spinta, la primissima spinta, verso l’ingresso dell’eccentrico miliardario. Complice una breve, ma intensa, telefonata.

Amici per la pelle

Ora, è evidente che Bluesky presenta molte, quasi tutte le caratteristiche del social ideale che Dorsey descrisse a Musk. Dieci giorni dopo la citata telefonata, l’attuale patron di Twitter entrò con il 9% nel capitale azionario di Twitter, mentre il 25 aprile – quando Musk annunciò l’intenzione di acquisire per intero il social – Dorsey esultò tanto in privato quanto in pubblico. Alcuni analisti hanno parlato di bromance, ovvero uno stretto rapporto, non sessuale, tra due o più uomini.

Addirittura, si mormora che sia stato Dorsey a convincere Musk a liberarsi di Parag Agrawal, il successore dello stesso Dorsey in seno a Twitter, l’uomo che nelle intenzioni di Musk avrebbe dovuto aiutarlo a portare a termine la nuova visione. L’immediato licenziamento di Agrawal non appena il passaggio di consegne è diventato ufficiale, beh, assomiglia tanto a una prova.

Mentre Dorsey e Musk bramavano nell’ombra, sull’account Twitter di Bluesky sono apparsi una serie di cinguettii che, di fatto, hanno preso le distanze dall’ex piattaforma di Dorsey. Come dire: Bluesky non commetterà gli stessi errori del padre, considerando che la nuova creatura di Dorsey, nel 2019, fu finanziata inizialmente proprio da Twitter (con 13 milioni di dollari).

Bluesky, ora, martella su alcuni concetti di facile presa: un algoritmo capace di diversificare i contenuti proposti agli utenti e indipendenza. Eppure, Dorsey lunedì ha ribadito che il nuovo social non nasce con l’intenzione, chiara, di fare concorrenza a Twitter. Semmai, è una stampella per sostenerlo.

La super app

Propositi, questi, che vanno di pari passo con le ambizioni di Musk, secondo cui l’acquisto di Twitter rappresenta il primo passo verso la creazione di una non meglio precisata app totale (e totalizzante) denominata X. Un’app che potrebbe somigliare a WeChat, che consente di chattare, chiamare un taxi, pagare fatture e via discorrendo. Ma che, di riflesso, potrebbe pure somigliare a Bluesky, almeno sulla carta.

All’orizzonte parrebbe esserci, concludendo, l’idea di interoperabilità fra social. Un utente Twitter, in teoria, un domani potrebbe scrivere direttamente a un utilizzatore di Facebook. O di altre piattaforme. Con la crisi che sta attraversando big tech, tuttavia, viene da chiedersi quanti e quali piani Dorsey, Musk e gli altri riusciranno a portare avanti. Per tacere delle polemiche che stanno infiammando la piazza virtuale.

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