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Che cosa farà Elon Musk ora che l'«uccello è stato liberato»?

Dalla pubblicità agli abbonamenti, passando per l'autenticazione per combattere gli account falsi: ecco le possibili mosse del nuovo patron di Twitter
© AP
Marcello Pelizzari
28.10.2022 11:30

Ne stiamo parlando da mesi. Ancora ieri, scrivevamo delle motivazioni che hanno spinto, dopo tira e molla apparentemente infiniti, Elon Musk ad acquistare Twitter. L’autoproclamato «assolutista della libertà di parola», pur nel rispetto delle leggi, almeno così ha dichiarato, ha quindi assunto il controllo della piattaforma. Grazie a un accordo monstre da 44 miliardi di dollari. Subito, beh, ha fatto capire da che parte tira (e tirerà) il vento. Come? Licenziando alcuni top manager, fra cui l’amministratore delegato Parag Agrawal. Con cui, almeno all’inizio della vicenda, c’era stato uno scambio amorevole di tweet. Della serie: c’eravamo tanto amati. Oltre ad Agrawal, dovranno fare le valigie e, un po’ come nei film, lasciare l’edificio con i propri effetti personali in uno scatolone anche il direttore finanziario Ned Segal e il capo degli affari legali e delle politiche Vijaya Gadde. L’uccello è stato liberato, si è affrettato a cinguettare Musk.

Non spaventare gli inserzionisti

Musk, l’eccentrico miliardario a capo di Tesla e SpaceX, il visionario che sogna di trasferire l’umanità su Marte, ha spiegato che il suo obiettivo è quello di trasformare la piattaforma in una forza positiva nella vita pubblica. Poche, e piuttosto chiare, le idee: resistere alla censura e, ancora, alle guerre culturali che porterebbero a una frammentazione (se non a una polarizzazione) del web fra estrema destra ed estrema sinistra

Piani, lo ha riconosciuto pure Musk, che rischiano di essere troppo radicali per gli inserzionisti pubblicitari. Tant’è che nella lettera aperta postata proprio su Twitter il nuovo proprietario ha rassicurato: il social dei cinguettii non si trasformerà in un paesaggio infernale e, soprattutto, libero per tutti. Anche sul piano politico, l’Unione Europea tramite il commissario al mercato interno, Thierry Breton, ha ribadito che l’uccellino (volendo rimanere nella metafora) volerà secondo le regole dei 27 Stati membri.

La libertà di parola

Musk, non è un mistero, non ha mai gradito il cartellino rosso sventolato a Donald Trump, «costretto» a crearsi un suo social network per continuare a parlare nei modi e nei termini a lui più congeniali. Ad aprile, al riguardo, aveva detto: «Spero che anche i miei peggiori critici rimangano su Twitter, perché questo è ciò che significa libertà di parola».

Il che, beh, ora potrebbe tradursi in un allentamento delle regole. Il tutto a beneficio degli account più scomodi, come quelli che diffondono disinformazione e opinioni considerate estremiste. Che cosa non si fa nel nome della libertà di parola, verrebbe da dire. La mossa, va da sé, andrebbe in direzione contraria rispetto agli sforzi sin qui compiuti da Twitter per eliminare i comportamenti tossici dalla piattaforma.

Musk, quindi, dovrà cercare un equilibrio. Proprio perché un’eccessiva libertà potrebbe allontanare gli inserzionisti. E la pubblicità, come sappiamo, è la principale fonte di guadagno di Twitter.

E gli abbonamenti?

Detto della pubblicità, la diversificazione delle fonti di guadagno sarà al centro, evidentemente, dell’azione di Musk. Twitter, l’anno scorso, aveva lanciato Blue, servizio a pagamento che consente agli utenti di accedere a più funzionalità. Il nuovo proprietario crede fermamente in modelli economici simili, anche se punta a prezzi più bassi (eppure 2,99 dollari al mese non sembrano un’enormità). Stando alle sue parole, in ogni caso, Musk non ha acquistato Twitter «per fare soldi».

Tornando alla pubblicità, Musk aveva pure accennato (in un tweet poi cancellato) alla possibilità di eliminarla del tutto: «Il potere delle aziende di dettare le politiche aumenterebbe notevolmente se Twitter dipendesse dalla pubblicità per sopravvivere».

Musk, sia quel che sia, dovrà appunto trovare un equilibrio. D’accordo il sentimento nobile di voler «aiutare l’umanità», come ha spiegato, ma resta centrale il discorso delle entrate. Anche perché l’acquisto della piattaforma è stato in gran parte finanziato attraverso prestiti onerosi. Prestiti che Musk, prima o poi, dovrà restituire.

Super app, tasto edit, bot

Se è vero che, in futuro, Musk vorrebbe creare una sorta di super app, è altrettanto vero che nell’immediato il discorso si concentrerà, inevitabilmente, sul famoso e famigerato tasto edit. Quello, cioè, che permetterebbe agli utenti di modificare i propri tweet. Un’aggiunta che può sembrare innocua, ma che in realtà pone non poche problematiche circa l’alterazione del discorso pubblico. Soprattutto considerando la moltitudine di politici, di altissimo profilo, presenti sulla piattaforma.

A suo tempo, Musk aveva sottoposto un sondaggio agli utenti (meno innocuo rispetto a quello sulla soluzione del conflitto ucraino) chiedendo proprio che cosa ne pensassero del tasto edit. Vinsero i favorevoli, con il 73% delle preferenze (4,4 milioni di voti). Nel frattempo, la piattaforma ha avviato i test sottoponendo la novità agli abbonati di Twitter Blue.

Per evitare facili alterazioni, beh, la correzione del tweet appare in chiaro con il messaggio «ultima modifica», con indicati anche ora e giorno. Cliccando sul link della modifica si accede alla pagina della cronologia delle modifiche che mostrano l’ultimo tweet e, a seguire tutte, le variazioni. In fondo, il tweet originale.

Infine, c’è la questione dei bot e degli account falsi. La questione, per intenderci, che rischiava di far saltare l’intero affare. «Il problema più fastidioso di Twitter», parola dello stesso Musk. Il quale propone, a mo’ di soluzione, l’autenticazione di «tutti i veri esseri umani» attraverso foto, e-mail e numeri di telefono. Una possibilità già criticata da esperti e analisti, anche perché la piattaforma, di suo, ha già adottato buone pratiche per rilevare gli account falsi. Tuttavia, è vero che sta diventando sempre più complicato intercettare account che tentano di truffare altri utenti attraverso, ad esempio, tweet sulle criptovalute.

Musk, concludendo, si è cucito su misura un altro impiego dei sogni. Il lavoro, certo, non gli mancherà.

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