Tecnologia

I web browser con IA possono aggirare i blocchi degli editori

Questo accade perché i programmi, che agiscono in autonomia per rispondere alle domande degli utenti, riescono a leggere i contenuti dietro pagamento che durante la normale navigazione sono nascosti da banner in primo piano
© KEYSTONE (EPA/HANNIBAL HANSCHKE)
Ats
03.11.2025 14:46

Atlas di OpenAI e Comet di Perplexity, due dei nuovi browser di navigazione web basati su intelligenza artificiale, possono aggirare i paywall degli editori, recuperando il testo integrale di contenuti riservati agli abbonati. Lo afferma una recente ricerca di Columbia Journalism Review.

Questo accade perché i programmi, che agiscono in autonomia per rispondere alle domande degli utenti, riescono a leggere i contenuti dietro pagamento che durante la normale navigazione sono nascosti da banner in primo piano. È possibile eliminare tali avvisi solo sottoscrivendo un abbonamento o acquistando un singolo articolo.

«I browser basati sull'intelligenza artificiale presentano nuovi problemi per le testate giornalistiche», scrivono i ricercatori, «poiché questi sistemi stanno rendendo ancora più difficile per gli editori conoscere e controllare come vengono utilizzati i loro articoli». In modo particolare, quando il testo viene caricato sulla pagina ma è nascosto dietro un pop-up che chiede di abbonarsi o accedere, «gli agenti di intelligenza artificiale come Atlas e Comet possono comunque leggerlo» prosegue Columbia Journalism Review.

Stando ai test effettuati, Atlas di OpenAI sembra evitare di recuperare testi a pagamento dai siti i cui editori hanno fatto causa alla startup. «I programmi di navigazione con l'IA sono ancora una novità e non sappiamo se sostituiranno le attuali modalità di ricerca web», conclude il report.

«Ma a prescindere dal fatto che questi strumenti raggiungano o meno un'ampia diffusione, una cosa è chiara: le difese tradizionali come i paywall e i crawler blocker non sono più sufficienti a impedire ai sistemi di accedere e riutilizzare articoli senza consenso». Nelle ultime ore, proprio Perplexity ha stipulato un accordo di licenza con Getty Images per l'utilizzo della sua vasta libreria di immagini.