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Perché Elon Musk ha di nuovo cambiato idea su Twitter?

Fra un'analisi geopolitica e una lode del Cremlino il miliardario patron di Tesla e SpaceX ha trovato il tempo per ribadire la sua volontà di acquistare la piattaforma social
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Marcello Pelizzari
05.10.2022 09:30

E così, fra un’analisi geopolitica divenuta un caso internazionale, polemiche e complimenti del Cremlino, Elon Musk ha trovato il tempo per ribadire la sua volontà di acquistare Twitter. Le cause e le controcause degli ultimi mesi? Tutto dimenticato, volemose bene (o quasi). 

Gli analisti concordano: difficilmente Musk avrebbe battuto la piattaforma social in tribunale. Aveva firmato un accordo vincolante per acquistare Twitter alla modica cifra di 44 miliardi di dollari. Nel Delaware, dove Twitter è stata costituita come società e dove, leggiamo, la legge protegge le transazioni aziendali concordate, affermare qualcosa come «ho cambiato idea, non compro più» non è sufficiente.  

Musk, insomma, sembrerebbe avere optato per la soluzione più rapida e, soprattutto, meno dolorosa. L’alternativa? Spendere milioni di dollari per convincere un giudice che sì, è possibile uscire da un affare praticamente fatto. 

Ecco, quindi, l’offerta formale per completare l’offerta. Le parti sono più allineate che mai, ora, quantomeno sul prezzo: 54,20 dollari per azione, come è sempre stato. La differenza? Non servirà un tribunale per ribadire l’ovvio o, meglio, che Musk dovrà acquistare la piattaforma che ama tanto. E di cui, manco a dirlo, fa sempre larghissimo uso. «L’acquisto di Twitter è un acceleratore per creare X, l’app di tutto» ha cinguettato il diretto interessato. 

L’uscita migliore

Ma perché, all’improvviso, Elon Musk è tornato alla primissima casella?

Durante la fase pre-processuale, nella quale le parti sono chiamate a rivelare informazioni e documenti, non è emersa alcuna prova che facesse pensare a un cosiddetto cambiamento avverso sostanziale, ovvero un cambiamento in circostanze che riduce significativamente il valore di una società. Twitter è sempre stato Twitter, per farla breve, e Musk non ha trovato un appiglio per lasciare il tavolo. Né sul fronte dei bot né tantomeno su quello degli account falsi. Trascinare la vicenda in tribunale, beh, sarebbe stato un suicidio legale per Musk. 

La fiducia dov’è?

A tal proposito, è interessante notare come Musk, nella lettera inviata per ribadire la sua volontà di concludere l’accordo, parli di «sospensione» del procedimento legale. Significa che, qualora vacillasse di nuovo, Twitter potrebbe riaprire il procedimento. La piattaforma ha preso atto dell’offerta e dichiarato di voler concludere l’affare. Tuttavia, non ha fornito altri dettagli. Della serie: la fiducia verso Musk, a prescindere, resta ai minimi. 

La domanda, in fondo, ora è proprio questa: che ne sarà di Twitter con un futuro capo che, nella migliore delle ipotesi, da quando ha affermato di voler acquistare la piattaforma ha mostrato poco, pochissimo rispetto verso chi la gestisce e chi vi lavora? Il primo compito del miliardario, pare di capire, sarà riguadagnare la fiducia dei dipendenti. Poi, si vedrà. 

Che ne sarà ora di Twitter?

Twitter, quindi, rientra nell’orbita del discusso Elon Musk. E subito gli analisti si sono lanciati in possibili scenari futuri, fra allentamenti delle regole interne e libertà di parola, in particolare in vista delle presidenziali del 2024. La piattaforma, di sicuro, opererà in un contesto sempre più complicato, a maggior ragione pensando alle nostre latitudini. La legge sui contenuti dei social media, infatti, sta diventando più severa nel Regno Unito grazie all'imminente legge sulla sicurezza online e nell'Unione Europea grazie alla legge sui servizi digitali. Musk sarà pure sfuggito al tribunale del Delaware, ma potrebbe trovare altri ostacoli lungo il cammino. 

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