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Microgrammi, la scrittura segreta di Robert Walser

Dario Campione ci racconta l'operazione editoriale che avrebbe contribuito alla leggenda dello scrittore di Bienne, «il più solitario tra tutti i poeti solitari»
©Gabriele Putzu
Dario Campione
13.12.2025 06:00

Oggi vi racconto il libro di Robert Walser, Microgrammi, pubblicato da Adelphi.

Nell'agosto del 1957, lo scrittore e mecenate zurighese Carl Seelig riceve per posta una vecchia scatola da scarpe contenente manoscritti e testi a stampa. Dentro ci sono anche 526 fogli coperti da una scrittura illeggibile vergata a matita. Glieli spedisce Hans Steiner, assistente medico della clinica psichiatrica di Herisau, nel Canton Appenzello. Appartenevano a Robert Walser, morto 78enne il giorno di Natale dell'anno precedente. Seelig è l'erede letterario dello scrittore, l'uomo che l'ha accompagnato per vent'anni nelle sue passeggiate, di cui ha reso conto in un'opera inconsueta, Passeggiate con Robert Walser (Adelphi).

I foglietti della scatola costituiscono quella che, qualche tempo dopo, il filologo tedesco Jochen Greven definirà i «Microgrammi».

Scrittura segreta, indecifrabile, una sorta di camuffamento calligrafico inventato dall'autore, scriverà Seelig su una rivista svizzera nel 1957, decretandone l'illeggibilità.

In realtà, non è così. Proprio Greven, insieme con Martin Jürgens, germanista e docente all'Università di Münster, riesce a decifrare quei segni calligrafici minuscoli, sottili, quasi invisibili, traendone, tra molte cose, anche un romanzo, forse il più autobiografico di Walser, Il brigante, oltre a racconti e prose sparse.

Tra il 1980 e il 2000, i Microgrammi saranno poi pubblicati in tedesco con il titolo Aus dem Bleistiftgebiet (Dal territorio della matita) in sei volumi, grazie anche al lavoro di Bernhard Echte, fino alla fine del 2006 amministratore delegato dell'Archivio Robert Walser, e di Werner Morlang, divulgatore e giornalista prima della Neue Zürcher Zeitung e poi del Tages-Anzeiger. Un'operazione editoriale che avrebbe contribuito alla leggenda dello scrittore di Bienne, «il più solitario tra tutti i poeti solitari», come lo ha definito Winfried Georg Sebald.

Dei Microgrammi, adesso Adelphi propone al lettore di lingua italiana una cernita non troppo ampia ma rappresentativa, a cura di Lucas Marco Gisi, Reto Sorg e Peter Stocker, con la traduzione di Giusi Drago. Prose e poesie che restituiscono, malgrado la loro incompletezza, un saggio significativo della monumentale raccolta ora conservata nell'Archivio svizzero di letteratura della Biblioteca nazionale svizzera di Berna.

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