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Papi, guerre, spie: i misteri dell'Archivio Vaticano svelati

In questa puntata Dario Campione ci racconta «Secretum» di Massimo Franco, pubblicato da Solferino
©Vatican Media
Red. Online
02.03.2024 06:02

«Braccare un uomo-ombra non è facile: esiste anche il rischio di non raggiungerlo mai». Massimo Franco, vaticanista del Corriere della Sera, ha tallonato per anni monsignor Sergio Pagano, vescovo di Celene – una diocesi spagnola soppressa ormai dal VI secolo - ma, soprattutto, prefetto da quasi 27 anni dell’Archivio Apostolico della Santa Sede. Un inseguimento che, alla fine, si è concluso positivamente perché lo stesso Pagano, ormai prossimo a lasciare il suo incarico, ha deciso di alzare qualche velo d’ombra su una delle istituzioni più antiche del mondo. Un «giacimento sterminato di informazioni sull’umanità dei potenti e degli umili, sulle loro miserie e sui loro eroismi, sulla santità e la dannazione», lo definisce Franco; una «sorta di sconfinato Purgatorio cartaceo», nato nel 1611 per volontà di papa Paolo V, Camillo Borghese, e da sempre conosciuto come l’Archivio segreto del Vaticano.

Il 22 ottobre di tre anni fa, con un motu proprio, papa Francesco ha abolito l’intestazione utilizzata per individuare l’Archivio sin dal 1646: quel «secretum» che in latino significava semplicemente «privato», «personale». L’aggettivo «segreto» ha cominciato a «essere frainteso, colorato di sfumature ambigue, perfino negative», ha scritto Francesco nel suo motu proprio. Non collima più con la Chiesa della trasparenza in cui il pontefice argentino crede fermamente. E nonostante i 450 fondi custoditi nei corridoi sotterranei costruiti sotto le mura leonine siano in realtà aperti alla consultazione degli studiosi ormai da molti decenni, Francesco ha deciso di voltare pagina e di sostituire «segreto» con «apostolico».

Poco importa, suggerisce Massimo Franco. «La sensazione di una segretezza antica e come immutabile» rimane: «coltivata, protetta, vissuta come l’identità vera della potenza sacrale, benigna e insieme quasi minacciosa, della Chiesa cattolica». Per quanto l’Archivio sia «un monumento non al sapere e alla potenza della Chiesa, ma alla volontà di capire oltre le apparenze».

Secretum. Papi, guerre, spie: i misteri dell'Archivio Vaticano svelati dal prefetto che lo guida da un quarto di secolo, pubblicato da Solferino, è un libro-intervista. Un genere che personalmente amo moltissimo perché in grado di coniugare la scorrevolezza con la profondità.

Non potendo raccontare in dettaglio quattro secoli di storia documentale, monsignor Pagano e Massimo Franco hanno scelto di soffermarsi nei lor dialoghi su alcuni passaggi significativi della lunga e travagliata vicenda dell’Archivio. Il lettore viene così letteralmente proiettato dal prefetto e dal suo intervistatore nei corridoi in cui sono custoditi i faldoni. Entra nel «bunker», si muove lungo gli scaffali e da lì preleva fogli impensabili: una lettera di Giacomo Leopardi al nunzio apostolico nel Regno delle due Sicilie in cui il poeta di Recanati, suddito dello Stato della Chiesa, si lamenta del fatto che a Napoli gli venga chiesto di pagare le tasse; la scomunica di Napoleone Bonaparte siglata da Pio VII, il benedettino cesenate Barnaba Chiaromonti; gli atti del processo a Galileo Galilei, con l’abiura del 1633 firmata dallo scienziato pisano per salvarsi la vita e sfuggire alla prevedibile ira dell’Inquisizione.

Buon ascolto!