La curiosità

Il primo kebab nello spazio! (O quasi...)

Un ristoratore della città turca di Adana celebra il 61° anniversario del primo volo spaziale umano con un'iniziativa originale
Sale per quaranta chilometri, ma poi precipita in acqua. Il tentativo di raggiungere lo spazio fallisce © Reuters
Jona Mantovan
14.04.2022 10:00

«Verso l'infinito e oltre!», strilla Buzz Lightyear in «Toy Story – Il mondo dei giocattoli», primo lungometraggio Pixar del 1995 (e primo film d'animazione realizzato tutto in computergrafica). Solo che questa volta il motto non è dedicato a un giocattolo spaziale di un cartone animato, ma... a un kebab. E nella realtà, per di più. Il piatto a base di carne simbolo della Turchia, infatti, è decollato alla volta delle stelle facendosi trascinare da un gigantesco pallone aerostatico riempito di elio.
La curiosa iniziativa è stata organizzata ad Adana, in Turchia appunto, con l'idea di celebrare il 61.esimo anniversario del primo volo spaziale umano. La mente geniale dietro questa particolare trovata è di un ristoratore della zona, tale Yasar Aydin (guarda il video allegato a quest'articolo).

Sì, Yasar è un vero appassionato di kebab. Uno sfegatato del kebab. Tanto che nell'impresa ha trascinato anche altri imprenditori della zona. Una piccola squadra di fenomeni, insomma. Visionari che, di sabato (il fatto in effetti risale al 9 aprile, ma immagini e storia sono diventati virali guadagnandosi i titoli della stampa internazionale) si sono dati appuntamento in mezzo a un prato sperduto nel nulla. 
E così vai di carne, condimento, tanto piccante... ed eccolo qua. Un kebab a forma di «tubo» pronto per decollare. Al posto di un sedile, una scatola speciale in polistirolo, progettata per sopportare le condizioni estreme in quota, sopra la superficie terrestre. E, invece di sfruttare la potenza a reazione di un razzo, il gruppo ha deciso di affidarsi a un ben più «pacato» pallone aerostatico riempito di gas elio.
Tutto pronto quindi? «No, non possiamo farlo partire senza prima averci messo la bandiera della Turchia!», esclama Yasar, il ristoratore. Con lui, anche lo youtuber Emre Gul, che spiega alcune sfaccettature tecniche: «Abbiamo preparato il paracadute e messo il kebab su un vassoio con una GoPro. Siamo pronti a lanciarlo. Beh certo, lo faremo volare dopo avergli attaccato la bandiera turca». La scatola contiene anche un dispositivo di tracciamento, affinché l'equipaggio a terra sia sempre in grado di seguire i progressi del loro amato kebab.

Ed ecco qua, un conto alla rovescia in coro come si deve (dal dieci in giù)... e Yasar lascia andare il prezioso esperimento. Diario del capitano... Scatola e vassoio con kebab sono lanciati come da programma nell'atmosfera terrestre. Il grande grande pallone a elio continua a salire fino a diventare un punto lontano lontano. Dopo aver volato per tre ore fino a un'altitudine di 40 chilometri, però, ecco un importante inconveniente che purtroppo rovina la festa e compromette la missione. Il pallone scoppia e cade in mare al largo della costa della provincia di Hatay, a 120 chilometri dal sito di lancio.
La squadra si precipita in barca per recuperare quel che resta dell'esperimento. Con grande stupore e gioia per tutti, la pietanza è quasi del tutto intatta, nonostante il breve volo e la caduta in acqua da un'altezza davvero notevole.

Aydin afferma che, in futuro, farà un altro tentativo per inviare lo stesso piatto, assai piccante tra l'altro, molto al di sopra delle nuvole. Tra i suoi progetti ha detto pure che spera, un giorno, di consegnare il suo kebab «in tutto il mondo». Ecco perché, in realtà, il gruppo di entusiasti del kebab è soddisfatto ma non può affermare che la missione sia davvero «compiuta».

Le Nazioni Unite celebrano la Giornata internazionale del volo spaziale umano il 12 aprile di ogni anno, commemorando Yuri Gagarin, il cosmonauta sovietico che divenne il primo umano a raggiungere questo obiettivo quel giorno (nel 1961). Non esiste un confine preciso che definisca l'inizio dello spazio, ma le Nazioni Unite hanno storicamente riconosciuto un punto a 100 km dalla superficie terrestre, dove gli aerei convenzionali non sono in grado di volare.