25 milioni alla Vallemaggia: non «solo» soldi, ma speranza

Non un «semplice» credito, bensì un atto di responsabilità, un gesto di solidarietà, un aiuto concreto, la volontà di dare un futuro a una regione periferica. Gli oltre 25 milioni di franchi indirizzati alla Vallemaggia e alla valle Leventina dal Parlamento racchiudono un significato più profondo: «Non vi lasceremo soli». Un primo pacchetto di aiuti per la ricostruzione e il sostegno al territorio dopo la devastante alluvione dell’estate del 2024 che contiene altresì un monito: a causa del cambiamento climatico, eventi del genere saranno sempre più frequenti. Insomma, capiterà ancora. Per questo è necessario non solo agire con rapidità dopo i disastri naturali, ma anche prevenirli il più possibile, limitandone le conseguenze.
Rispetto e intelligenza
«La natura non è né buona né cattiva, fa semplicemente il suo corso, ovunque e quando meno ce lo aspettiamo», ha non a caso sottolineato Fiorenzo Dadò in aula. «Sta a noi adattarci, convivere, con rispetto e intelligenza, senza dividere le comunità periferiche e urbane con discorsi strampalati di abbandono delle zone di montagna, come quelli che abbiamo sentito anche in questa occasione». Il presidente del Centro e relatore del rapporto ha quindi messo l’accento su ciò che potrebbe capitare in futuro, auspicando di trarre i giusti insegnamenti dalla catastrofe del 2024. «Oggi questo dramma è toccato all’Alta Vallemaggia e in parte anche alla Leventina. Domani potrebbe, purtroppo, toccare a qualcun altro. È solo questione di tempo, di anni, decenni o, speriamo vivamente, di secoli. Come trattiamo oggi gli abitanti di Cevio e della Lavizzara deve costituire un modus operandi, un atteggiamento di solidarietà dell’intera comunità ticinese nei confronti di chiunque, in qualunque parte del Cantone».
«Non è solo un credito, è un passaggio politico e umano che chiama alla responsabilità», ha invece sottolineato Luca Renzetti (PLR), pure lui relatore. «Otto persone hanno perso la vita in Vallemaggia, ma in quelle ore è andato perso molto altro. Infrastrutture, sicurezza e fiducia. Nulla sarà più come prima per le persone che hanno vissuto quei momenti». Renzetti ha quindi ricordato che l’aiuto «è solo un primo passo» per riportare le comunità toccate dall’alluvione a una vita normale. «Oggi votiamo una responsabilità, non solo un credito». A dimostrazione, ha concluso, che con la collaborazione la politica può fare molto. Anche Daniele Piccaluga ha sottolineato la presenza «fin dal primo minuto» delle autorità, che da subito si sono adoperate per aiutare l’Alta Vallemaggia. Si tratta dunque di «un credito dovuto e giustificato, un segnale forte verso chi non ha mai perso speranza e dignità». Infine, il coordinatore della Lega ha voluto evidenziare che, in tempi di «narrazione negativa» nei confronti delle istituzioni, il rapporto riesce in parte a invertire la tendenza. «Governo e servizi cantonali, avete lavorato bene fin dal primo giorno, e questo messaggio ne è la prova». Piccaluga ha quindi invitato l’Esecutivo a proseguire sulla strada intrapresa.
«Sostenere la Vallemaggia significa sostenere l’intero cantone», ha da parte sua spiegato Fabrizio Sirica. Il co-presidente del Partito socialista ha poi messo in guardia dal cambiamento climatico: «Gli eventi meteorologici estremi non sono più un’eccezione». Bisogna dunque agire preventivamente, «perché intervenire dopo una catastrofe lo si fa a caro prezzo. Prevenire non è un lusso, non è costo. Ma è il solo vero investimento».
Da parte sua, Roberta Soldati (UDC) ha ricordato la grande solidarietà dei ticinesi nelle settimane e nei mesi successivi la catastrofe, sottolineando allo stesso tempo la necessità di trarre degli insegnamenti concreti. Come ad esempio la pulizia degli alvei dei fiumi dal materiale detritico per evitare danni ancora maggiori, oppure ancora la velocità con cui si è arrivati al messaggio governativo evitando lungaggini burocratiche. «Era una situazione d’emergenza, ma è possibile trovare una via di mezzo» anche per le situazioni ordinarie, ha chiosato la deputata.
Molto commossa Samantha Bourgoin (Verdi), che in aula ha rivolto un pensiero ai sindaci di Cevio e Lavizzara. «La Svizzera intera ha scoperto la tragedia della Vallemaggia attraverso i volti di Wanda Dadò e Gabriele Dazio. La vera forza sta proprio lì, nel non avere paura di mostrare le proprie debolezze, nel dire ‘‘abbiamo bisogno di aiuto’’».
Prima del voto sul credito (accolto all’unanimità), la parola è quindi passata al Consiglio di Stato. Il presidente Norman Gobbi è tornato a ribadire a nome dell’Esecutivo che i vari crediti votati dal Parlamento non rappresentano «un semplice esercizio contabile», bensì «una risposta concreta a una catastrofe che ha lasciato segni profondi nel territorio e nella popolazione». Aiuti alle regioni colpite che, ha aggiunto Gobbi, «non sono un lusso, ma una necessità: non possiamo lasciare le popolazioni delle valli sole davanti a una tragedia di questa portata». Il direttore del DFE, Christian Vitta, ha invece ricordato il «notevole impatto» della catastrofe anche dal punto di vista finanziario. Elogiando l’operato della politica ticinese nel rivendicare maggiori aiuti a Berna, Vitta ha quindi ricordato che il nostro cantone è tuttora in attesa di una risposta definitiva dal Consiglio federale. «Sono lieto che grazie al buon gioco di squadra abbiamo ottenuto perlomeno l’impegno di principio da parte della Confederazione, che intende stanziare un contributo straordinario», ha affermato il consigliere di Stato, aggiungendo che «il cantone grazie alla sua azione ha permesso sì di ricevere risorse supplementari per il Ticino, ma anche per Grigioni e Vallese». E ora, ha chiosato Vitta, «stiamo attenendo la proposta finale del Consiglio federale: purtroppo, ad oggi non abbiamo ancora il dettaglio questo impegno. Chissà se la risoluzione generale possa aiutare a mettere ulteriore pressione affinché arrivi finalmente anche l’importo supplementare che al Ticino spetterà». Il Gran Consiglio, dopo aver approvato i vari crediti, ha infatti dato luce verde a una risoluzione generale con la quale chiede al Consiglio federale di sostenere ulteriormente le aziende agricole valmaggesi toccate dall’alluvione.
Un lungo viaggio
A seguire i lavori del Parlamento dalle tribune c’era anche Wanda Dadò: «Per noi è un primo passo. Un primo passo importante che sottolinea la vicinanza che abbiamo avuto in questi 15 mesi da parte di tutta la politica, che è venuta sul nostro territorio a vedere la situazione. Il voto unanime di oggi segna la volontà di camminare insieme. Il viaggio sarà ancora lungo ma siamo consapevoli di avere assieme a noi l’intero cantone». Tanto rimane ancora da fare, ha ricordato la sindaca di Cevio. «Siamo intervenuti subito con le opere più urgenti. Il Comune di Cevio deve ancora ripristinare definitivamente l’acquedotto, speriamo di riuscirci entro la prossima primavera. Per quanto riguarda il progetto della ricucitura della valle Bavona, invece, ci siamo dati un termine più lungo. Settimana prossima uscirà il bando di concorso per la progettazione. Un intervento importante, multidisciplinare, ma che andrà necessariamente fatto a tappe».