La curiosità

A Locarno gli omini di plastica si fanno su misura

Singolare iniziativa di un negozio specializzato nella vendita dei popolari mattoncini di origine danese: «Vi trasformiamo in uno di loro, come abbiamo fatto con polizia, pompieri, discatori, soccorritori...»
Enea Moro, titolare dei due negozi ‘Il Mattoncino’, mentre regge una riproduzione in stile Lego del discatore su ghiaccio dell'Ambrì Pestoni; sullo sfondo, il momento della stampa con uno speciale macchinario a raggi ultravioletti
Jona Mantovan
20.09.2023 18:00

L'interno è spazioso anche se le scatole accatastate sono centinaia e gli scaffali del negozio ne sono ricolmi. Calendari d'avvento, castelli di Harry Potter, set di Guerre Stellari, della serie Friends, di Lightyear... «Abbiamo anche i pezzi sfusi», dice Enea Moro aprendo un cassettone. Il 38.enne da cinque anni è specializzato in Lego e titolare del negozio Il Mattoncino, in Città Vecchia a Locarno a due passi da Piazza Sant'Antonio (anche se, per dovere di cronaca, un altro punto vendita c'è pure in via Bagutti a Lugano). Istintivamente, muove la mano all'interno della grande vasca bianca a comparsa. Il classico rumore dei pezzetti di plastica, nati dall'idea di un falegname danese a fine anni Quaranta, alle sue orecchie suona come una melodia di tintinnii e di scrocchi dai mille toni. Ogni cassetto ne ospita una montagna divisa per colore. Giallo, verde, bianco. All'interno di ciascuno, però, ci sono tutte le forme: grandi, piccole, piatte, alte. Fino a quella classica del mattoncino rettangolare. «Ma questo non è soltanto un negozio di giocattoli», esclama il giovane. Nel retro bottega, infatti, si svolge «una piccola magia». Su un bancone, ben allineati, ecco alcuni agenti della polizia cantonale ticinese. Ovviamente si tratta di omini Lego! Nelle loro scatole trasparenti, alcuni aiutano dei bambini ad attraversare le strisce pedonali. Poco più avanti ecco dei pompieri. E poi ancora: polizia ferroviaria, soccorritori... «C'è pure un vetraio che mi ha chiesto di realizzargli una riduzione su misura in questo iconico stile». Detto fatto, per Enea nel campo dei Lego non ci sono limiti. «Ho anche riprodotto il logo della sua ditta sulla figurina», esclama sorridente. Ma il pezzo forte della collezione è un altro. Il risultato di un accordo messo a punto con la squadra di hockey su ghiaccio dell'Ambrì. «Questa è la riproduzione di Pestoni, ma abbiamo tutta la squadra», dice l'esperto. Alto 25 centimetri e stampato in 3D usando un materiale PLA molto resistente, stilizzazione a parte è fedele all'originale. Anche il volto è somigliante. «Ma è personalizzabile. Possiamo mettere il viso della persona che vuole diventare la prossima stella dei discatori. Oppure cambiare il numero 18 e metterci quello preferito, o l'anno di nascita». E il nome? «Eh certo, anche il nome si può personalizzare», dice.

L'aspetto di questi iconici omini Lego è così dal 1978, anno nel quale sono stati introdotti per la prima volta su un progetto di Jens Nygaard Knudsen che si era unito all'azienda dieci anni prima, per poi restarcene la bellezza di 32. In precedenza, gli abitanti che rientravano nel 'sistema' del mattoncino di plastica erano molto diversi, più piccoli e meno espressivi. A partire dal 1989, con il lancio del tema Pirates, le minifigure di Knudsen hanno incluso uncini per le mani, barba, bende sugli occhi e espressioni facciali diverse, come pure trucco femminile e occhiali da sole.

Un grande macchinario nell'angolo del retrobottega è pronto per una nuova infornata. «Questa è una stampante a raggi UV». Il nostro giocattolaio posiziona il torso blu appena stampato in 3D sul piano della macchina. Il pezzo è solo blu, privo di scritte e dei marchi che caratterizzano il modello finale. Enea chiude il cofano e un ronzio si diffonde in tutto il locale. «È tutto a posto. Ora la macchina sta stampando i motivi sul materiale plastico. Un fascio di luce ultravioletta fa asciugare l'inchiostro all'istante, rendendolo anche molto resistente».

La sua passione nasce, come tutti probabilmente, già in tenera età. «Sono sempre stato appassionato di questo gioco, fino a 16 anni. Verso i trenta, però, con la nascita della mia prima figlia ho cominciato a frequentare di nuovo i reparti di giocattoli dei grandi magazzini. Da lì ho iniziato a collezionare per conto mio, fino a riempire tutta la mansarda di casa di modellini Lego». All'epoca, Moro era ancora tassista.

«Sì, l'ho fatto per 15 anni, fino al 2018», racconta. «È stato in quel periodo che avevo provato ad aprire un piccolo negozietto Lego. Ero metà tempo tassista e metà negoziante. In effetti, la mia formazione originale sarebbe proprio quella di venditore». Poi la scelta del grande salto. «Avevo finalmente deciso di aprire qualcosa di più grande a Locarno. E di trasformarlo nella mia attività principale».

Le persone, costrette in un modo o nell'altro a casa, avevano improvvisamente molto tempo a disposizione da occupare. Come pure i bambini

La sorpresa della pandemia

Poi, però, ecco affacciarsi il 2020. La pandemia. Le chiusure forzate. «È stato incredibile. Era successo proprio a una settimana dall'apertura. A quel punto mi ero detto: vabbè, era troppo bello per essere vero. Il mio sogno finisce qui». Davvero? 

«No, per niente», esclama ancora Enea. «Con mia grande sorpresa, è stato l'opposto! Le persone, costrette in un modo o nell'altro a casa, avevano improvvisamente molto tempo a disposizione da occupare. Come pure i bambini. Durante ila pandemia da coronavirus ho lavorato tutti i giorni a pieno ritmo: consegne a domicilio, spedizioni, consulenza».

Ed è proprio la consulenza il punto forte della sua storia. Una magia ha fatto sì che un negozio di mattoncini Lego diventasse punto di riferimento in tutta la regione (e anche oltre). «La personalizzazione, la ricerca di pezzi fuori produzione, il servizio a domicilio, il ritiro in negozio... questa è stata la formula vincente. I miei clienti sono di tutte le età, dal bambino dell'anno e mezzo in su... Beh, come sulle scatole Lego, non c'è un limite di età! Una volta era indicato 5-99, per esempio. Da cinque a novantanove anni. Da un po' di tempo, però, l'azienda ha deciso di indicare un semplice + sulla scatola. Diventando così, ad esempio, da cinque anni in su».

Ci sono ragazzi che dopo scuola passano tutti i giorni a vedere la novità del mese. Oppure quelli che cercano pezzi specifici per le loro costruzioni, spesso e volentieri frugando nelle ceste dei pezzi sfusi

Oltre duemila pezzi

«Ci sono famiglie, ma anche adulti che sono collezionisti e appassionati. Ci sono ragazzi che dopo scuola passano tutti i giorni a vedere la novità del mese. Oppure quelli che cercano pezzi specifici per le loro costruzioni, spesso e volentieri frugando nelle ceste dei pezzi sfusi. C'è anche chi, con questi pezzi, si costruisce il proprio omino personalizzato».

A un certo punto, arriva la prima richiesta di produzione di omini personalizzati: «Era la polizia cantonale. Per loro ho realizzato degli omini in apposite scatolette trasparenti, numerate. Una fedele riproduzione con la divisa e gli stemmi. Un gadget distribuito da loro in una serie di eventi speciali. Ma non piace solo ai poliziotti, anche i bimbi sono emozionati quando mettono nel loro set City un vero poliziotto ticinese».

Da lì in avanti, ecco farsi avanti pompieri, i soccorritori del SALVA, la polizia ferroviaria. «Ma chiunque voglia una propria versione di sé stesso sotto forma di omino Lego, io gliela realizzo». In questi anni, contando sia gli omini Lego in scala normale come pure quelli in formato XL, il nostro interlocutore stima di aver stampato oltre duemila pezzi personalizzati.

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