Camere federali

Aiuti all'Ucraina, «no al credito di 5 miliardi»

«È ancora prematuro al momento fissare una somma destinata alla popolazione ucraina»: questa la motivazione principale del Consiglio nazionale che ha respinto una mozione per un ulteriore impegno finanziario
© ALESSANDRO CRINARI
Ats
08.06.2023 11:20

È ancora prematuro al momento fissare una somma destinata alla popolazione ucraina. Con questa motivazione, cui si aggiungono le preoccupazioni per la situazione difficile delle finanze federali, il Consiglio nazionale ha respinto una mozione che chiedeva un ulteriore impegno finanziario spalmato su 5-10 anni.

La mozione, votata nella commissione competente per 13 voti a 11, chiedeva al Consiglio federale di elaborare un programma di sostegno all'Ucraina per un importo pari ad almeno cinque miliardi.

In aula, i sostenitori degli aiuti hanno giustificato la mozione col desiderio di garantire all'Ucraina un ampio sostegno per finanziare in particolare gli aiuti umanitari, la protezione della popolazione civile, lo sminamento, la promozione della pace nonché il consolidamento delle infrastrutture civili.

I fautori di questo impegno finanziario hanno inoltre fatto notare che, anche tenendo conto dell'ultimo pacchetto di aiuti del Consiglio federale, la Svizzera ha stanziato per l'Ucraina meno risorse rispetto ad altri Paesi che si trovano in situazioni analoghe. La Norvegia, ad esempio, ha promesso un pacchetto di aiuti pari a circa 7,5 miliardi di euro per i prossimi cinque anni. Incrementare gli aiuti all'Ucraina è dunque fondamentale soprattutto alla luce della crisi umanitaria sempre più insostenibile ed è anche nell'interesse delle relazioni internazionali della Svizzera.

I contrari, in particolare il campo «borghese», ha sostenuto la bocciatura dell'atto, sostenendo che ad oggi la ricostruzione e la rispettiva cooperazione internazionale siano ancora in fase di definizione e che quindi sia del tutto prematuro stabilire l'entità del sostegno.

Nel suo intervento, il consigliere federale Ignazio Cassis ha chiesto al plenum di respingere la mozione. Ciò non significa che la Confederazione, anche alla luce di quanto fatto finora, intenda rimanere inattiva. Il Consiglio federale, ha ricordato Cassis, ha incaricato un gruppo di lavoro interdipartimentale di definire l'organizzazione istituzionale necessaria ad accompagnare il processo di ricostruzione a lungo termine.

Per questo, ha spiegato il «ministro» degli esteri, pensiamo che sia prematuro impegnarsi per un importo preciso e un orizzonte temporale fisso, poiché il sostegno della Svizzera dipenderà, da un lato, da esigenze tuttora difficili da quantificare e, dall'altro, dallo stato delle finanze federali.

Il gruppo interdipartimentale sta attualmente esaminando le condizioni quadro legali, le opzioni di finanziamento, le modalità della partecipazione della Confederazione e il coinvolgimento del settore privato. Il Governo discuterà dei risultati di questi lavori e della necessità di una base legale nei prossimi mesi, ha promesso il consigliere federale ticinese.

Cassis ha rammentato anche quanto fatto finora dalla Svizzera - stanziato oltre un miliardo finora, n.d.r - per portare sollievo alla popolazione ucraina duramente toccata dalla guerra di aggressione della Russia. Il Consiglio federale, inoltre, ha previsto di concedere altri 1,5 miliardi nel quadro della Strategia di cooperazione internazionale 2025-2028. Se si considera il budget di circa 300 milioni previsto per il biennio 2023-2024, nei prossimi sei anni l'Ucraina e le regioni limitrofe beneficeranno di finanziamenti aggiuntivi pari a circa 1,8 miliardi.

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