Ticino

Ci sono troppi docenti di italiano: la formazione sarà ogni tre anni

Il Dipartimento dell’educazione e il DFA della SUPSI hanno presentato i percorsi di Bachelor e Master 2026/27 - Tra le novità spicca la pianificazione pluriennale dei corsi per le scuole medie - Per le Elementari anche il tempo parziale
© CdT / Chiara Zocchetti
Francesco Pellegrinelli
02.12.2025 20:00

Era inevitabile: a tenere banco durante la presentazione dell’offerta formativa 2026-2027 del DFA/ASP è stato il tema del fabbisogno di docenti. In filigrana, la questione ha fatto capolino in tutti gli interventi che oggi a Bellinzona hanno accompagnato la presentazione dei nuovi corsi di Bachelor e Master. Il tema – ricordiamo – era finito al centro della cronaca lo scorso aprile, quando il caso dei 13 docenti di italiano (formati dal DFA/ASP ma rimasti senza un impiego) aveva suscitato aspre critiche e dato origine a diversi atti parlamentari. Al riguardo, la direttrice del DECS, Marina Carobbio, ha fatto il punto sui vari cantieri aperti dal dipartimento per migliorare la risposta alle criticità emerse in questi mesi.

In particolare, Carobbio ha ricordato la creazione dell’Osservatorio docenti, i cui lavori hanno condotto alla pubblicazione, lo scorso 15 settembre, del primo rapporto: «Attraverso questo strumento – ha detto – vogliamo monitorare le dinamiche demografiche degli alunni, con l’obiettivo di aggiornare in maniera più dettagliata e precisa il fabbisogno di docenti». Sia chiaro, però: si tratta unicamente di previsioni. «Abbiamo cercato di affinarle tenendo conto dell’evoluzione demografica, delle riforme in corso nella Scuola e delle scelte professionali dei docenti – ad esempio la riduzione del grado di occupazione – attraverso questionari loro sottoposti».

Accanto all’Osservatorio è stato inoltre istituito, sempre in collaborazione con il DFA/ASP, il gruppo di lavoro «Orizzonti per la formazioni di docenti in Ticino» con il compito di approfondire le modalità di formazione dei docenti. «In generale si tratta di considerare i cambiamenti in atto nella scuola ticinese e in tutta la società, tenendo conto delle criticità che sono emerse». E questo nella convinzione che la scuola e i suoi percorsi formativi devono essere adeguati con regolarità. «In quest’ottica abbiamo istituito questi gruppi di lavoro, con l’obiettivo di migliorare la qualità dell’offerta formativa e, più in generale, dell’intero sistema educativo ticinese».

«Offerta proporzionata»

Dal canto suo, il direttore della SUPSI Franco Gervasoni ha sottolineato l’importanza e il ruolo svolto dal DFA/ASP per una scuola ticinese di qualità. «Da 16 anni collaboriamo con il DECS per garantire un’adeguata copertura del fabbisogno di docenti», ha detto. In questi anni sono stati formati oltre 2.500 figure che sono entrate nel sistema scolastico. «Figure che hanno contribuito a mantenere alta la qualità dell’insegnamento in Ticino». In generale, Gervasoni ha sottolineato come la SUPSI tenga conto, in tutti i suoi ambiti formativi, della sostenibilità professionale sul territorio. «A fronte di 3 mila candidature per i corsi di laurea, ogni anno ammettiamo circa 1.300 matricole». Come dire: l’offerta formativa deve restare proporzionata alle reali possibilità di inserimento nel mondo del lavoro.

Lavoro e famiglia

Veniamo, allora, alle novità, quattro quelle di rilevo, illustrate dal direttore del DFA/ASP Alberto Piatti. La prima riguarda la formazione dei docenti di scuola elementare che a partire dal prossimo anno verrà offerta anche a tempo parziale. Una modalità pensata per conciliare meglio lavoro e famiglia: «Sempre più spesso persone già inserite nel mondo del lavoro, con responsabilità professionali e familiari, desiderano formarsi, pur avendo difficoltà a seguire un curricolo a tempo pieno. Per questo abbiamo introdotto percorsi di formazione a tempo parziale, su quattro anni anziché tre, che permettono di ottenere un titolo, continuando al contempo a svolgere la propria attività professionale e a gestire gli impegni familiari». La seconda novità importante riguarda la pianificazione pluriennale delle formazioni per la scuola media. In altre parole, per la prima volta, viene presentato uno sguardo complessivo, con orizzonte di tre anni, su quelle che saranno le formazioni offerte. Ancora Piatti: «Ogni materia ha il suo fabbisogno di docenti. Pertanto, abbiamo tentato di definire l’offerta formativa su più anni tenendo conto sia del legittimo desiderio di formarsi in una determinata materia, sia del reale fabbisogno». Una situazione di equilibrio che tuttavia non può garantire, in nessun caso, un posto di lavoro, ma che cerca tuttavia di avere una proporzione ragionevole tra le aspirazioni del singolo e le reali possibilità di praticare al termine della formazione. «Questo significa che, per le materie con un fabbisogno elevato come matematica e tedesco, la formazione sarà proposta ogni anno. Per altre materie, come francese, scienze naturali, geografia e educazione fisica – dove il fabbisogno è generalmente inferiore – l’offerta sarà biennale. Infine, per materie come italiano, civica e inglese, in cui la richiesta è molto limitata, la formazione verrà proposta ogni tre anni. Terza novità: la pianificazione pluriennale della formazione riguarderà anche l’ambito della pedagogia speciale. Infine, la quarta novità riguarda l’offerta formativa per l’insegnamento del tedesco nella scuola media: il prossimo anno verranno offerti ben tre percorsi formativi distinti, tra questi anche una formazione per docenti di scuola elementare (3 anni a tempo parziale). Si tratta di percorsi che singolarmente sono già stati offerti negli anni passati, ma che qui vengono riuniti. Le iscrizioni ai diversi corsi di Bachelor e Master, aperte dal 17 novembre, rimarranno attive fino a un periodo compreso tra il 17 e il 27 febbraio.