Circonvallazione: Berna sembra dire «provateci», ma il Cantone non si fa illusioni

Ma alla fine, la variante della circonvallazione Agno-Bioggo con un tratto in galleria e un costo che supererebbe il mezzo miliardo di franchi, potrebbe beneficiare di un contributo federale? Il Dipartimento del territorio è convinto di no, ma una risposta che ci ha fornito l’Ufficio federale dello sviluppo territoriale (ARE) sembra lasciare aperto uno spiraglio: varrebbe almeno la pena provare? La domanda resta in sospeso, mentre il dibattito politico non accenna a placarsi.
Domande a raffica
Il giorno stesso della presentazione del messaggio del Consiglio di Stato (quello, per intenderci, che illustrava la meno onerosa variante con la strada interamente in superficie), la Conferenza dei sindaci del Malcantone non le aveva mandate a dire, ritenendo che il tracciato con il tratto di Agno in galleria fosse preferibile anche a fronte di costi più elevati.
Lo stesso aveva fatto il consigliere nazionale dell’UDC e sindaco di Tresa, Piero Marchesi, in un’interpellanza al Consiglio federale. A ciò si è aggiunta un’interrogazione del PLR in cui si chiede al Governo come mai è stato deciso di portare avanti il progetto in superficie «pur essendo perfettamente a conoscenza della contrarietà espressa in modo compatto dalla Conferenza dei sindaci del Malcantone». Sia i sindaci, sia Marchesi contestavano in sostanza al direttore del DT Claudio Zali di non aver chiesto i contributi federali per l’opera.
Le bocciature passate
Il Dipartimento del territorio non è tuttavia ottimista al riguardo. Anzi, non sembra credere proprio che la via dei sussidi federali sia percorribile. «Il progetto della circonvallazione - ci comunica lo stesso DT - è stato presentato alla Confederazione a due riprese, nel PAL1 e nel PAL2: il giudizio dell’ARE è stato negativo e la misura è stata declassata». Questo perché nel confronto tra tutti i progetti di circonvallazioni in Svizzera «il rapporto benefici/costi della Agno-Bioggio è risultato gravemente insufficiente». L’AREha inoltre valutato che «la CAB potrebbe rimettere in discussione l’efficacia della rete tram-treno e che l’agglomerato debba dare la priorità a quest’ultima misura».
Un «lumin» di speranza
Da quei giudizi è trascorsa una decina d’anni: di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia e i sindaci malcantonesi (un sostegno alla circonvallazione così come presentata la scorsa settimana è invece arrivato da Bioggio, ndr) ritengono che la via del sussidio federale sia una strada che si può perlomeno provare a percorrere. Abbiamo quindi contattato l’ARE per alcuni chiarimenti. Primo tra tutti: allo stato attuale, la circonvallazione con il tratto di Agno in galleria potrebbe in linea di principio beneficiare di un contributo federale? Per esempio attraverso un Piano di agglomerato? «Di principio sì», ha risposto l’Ufficio federale.
«Conformemente all’articolo 17a della Legge federale concernente l’utilizzazione dell’imposta sugli oli minerali a destinazione vincolata e di altri mezzi a destinazione vincolata per il traffico stradale e aereo (LUMin), la Confederazione accorda nel quadro del Programma Traffico d’agglomerato contributi a misure infrastrutturali finalizzate a rendere più efficiente e durevole il sistema globale dei trasporti nelle città e negli agglomerati. I contributi sono versati per misure infrastrutturali in favore del traffico stradale e ferroviario nonché del traffico lento, se tali misure comportano un miglioramento del traffico d’agglomerato e se il loro finanziamento mediante altri fondi (svizzeri) della Confederazione è escluso.
Come la Acapulco-Moscia?
Ma quali requisiti deve avere un progetto per essere sussidiato?Senza entrare nei dettagli di ogni criterio, un fattore positivo è quello di essere accompagnato da opere che favoriscano la mobilità sostenibile o di portare benefici a livello paesaggistico. Un esempio recente in tal senso è il progetto della galleria Moscia-Acapulco.
«Il finanziamento di opere stradali nel quadro del Programma Traffico d’agglomerato è sempre stato possibile» ribadisce l’autorità federale. «In ogni generazione di programmi d’agglomerato sono state finanziate anche misure concernenti il traffico individuale motorizzato».