Svizzera

Compere oltreconfine, nel 2025 superati i 9 miliardi di franchi

Secondo l’Università di San Gallo a trainare le vendite è il settore alimentare – In Ticino si stima un impatto di 500 milioni di franchi
© CdT/Gabriele Putzu
Red. Ticino&Svizzera
15.10.2025 06:00

Oltre quattro miliardi di franchi per i generi alimentari, altri 1,8 per l’arredamento e 1,4 per l’abbigliamento. E ancora: 1,2 miliardi per i prodotti di drogheria e 730 milioni per gli articoli sportivi. In totale, gli svizzeri spendono per acquisti all’estero circa 9,3 miliardi di franchi, con una perdita per i commercianti elvetici cresciuta di quasi il 10% rispetto al 2022. A metterlo nero su bianco, in uno studio pubblicato a fine settembre, è l’Università di San Gallo, che ha studiato il fenomeno. Malgrado infatti il «turismo degli acquisti online» – ovvero gli acquisti effettuati presso rivenditori digitali con sede all’estero – sia aumentato costantemente negli ultimi anni, è ancora il commercio nei negozi fisici a rappresentare la quota principale, con circa 7,7 miliardi di franchi.

In base ai dati raccolti nello studio dell’Università di San Gallo, inoltre, l’importo medio di spesa per acquisto nei negozi fisici all’estero negli ultimi tre anni è cresciuto. Se infatti nel 2022 ammontava a 216 franchi, quest’anno è salito a 229. Inoltre, sembrerebbe che i consumatori acquistino nei negozi all’estero in media 5,1 volte all’anno, più spesso rispetto a tre anni fa, quando la media era di 4,8 volte. Le persone intervistate dai ricercatori hanno anche dichiarato di acquistare il 34,2% del loro fabbisogno totale nei negozi fisici all’estero. E gli orari e le giornate di apertura sono un «driver» di scelta rilevante nella scelta dei negozi fisici all’estero.

Lo studio, come detto, ha preso in considerazione il fenomeno a livello nazionale. Per quanto riguarda il Ticino, emerge che le destinazioni più popolari sono Como (26,4%), Milano (10,1%) e Varese (8,6%). Poco si sa, invece, dell’impatto che ha il fenomeno degli acquisti all’estero sul commercio ticinese. «Dai dati in nostro possesso - ha spiegato il presidente della DISTI Enzo Lucibello - abbiamo stimato un impatto di circa 500 milioni di franchi». Una cifra che risale ormai a qualche anno fa e che, con tutta probabilità, oggi è addirittura superiore. Come è presumibilmente superiore anche la frequenza con cui i ticinesi si spostano oltreconfine per fare acquisti, vista la vicinanza con l’Italia.