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Credit Suisse scende ai minimi di sempre in borsa

Il titolo, che era tornato lunedì sotto la soglia di 4 franchi, è in flessione di circa il 2% rispetto a ieri
© CdT/Gabriele Putzu
Ats
25.11.2022 14:35

Credit Suisse (CS) ai minimi di sempre in borsa: intorno alle 11.10 sul mercato di Zurigo il titolo della seconda banca elvetica è stato scambiato a 3,47 franchi, in un contesto di forti volumi di ordini di vendita.

Il titolo, che era tornato lunedì sotto la soglia di 4 franchi, è in flessione di circa il 2% rispetto a ieri. Il precedente minimo storico risaliva allo scorso 3 ottobre, quando erano stati toccati (in giornata) i 3,52 franchi, mentre il massimo del 2022 risale al 25 febbraio, quando per un'azione CS si dovevano sborsare 13,50 franchi. La performance attuale dall'inizio dell'anno è da dimenticare: -60%.

Allargando lo sguardo in prospettiva storica, va detto che l'azione aveva raggiunto un massimo di 96,50 franchi nell'agosto del 2000. Era poi seguita una sensibile contrazione sino a 19,10 franchi nel 2003, poi un nuovo balzo a 96,00 franchi nel 2007, immediatamente prima della crisi finanziaria. Da allora il titolo si è incamminato in una valle di lacrime, con una tendenza pressoché costante al calo. Nel 2015 il corso massimo ha sfiorato 29 franchi; poi 18 franchi nel 2018, 14 franchi nel 2020, 13 nel 2021.

Il resto è storia recente: mercoledì l'assemblea straordinaria degli azionisti ha approvato un aumento di capitale di 4 miliardi di franchi, dando anche via libera all'entrata di Saudi National Bank (SNB), l'istituto saudita che diventa il nuovo principale azionista della grande banca, il cui cuore si fa quindi ulteriormente un po' meno elvetico. Lo stesso giorno l'istituto ha annunciato una possibile perdita di 1,5 miliardi di franchi nel quarto trimestre, un periodo in cui CS continua a perdere clienti. È notizia (non confermata) di ieri che UBS ha dovuto rafforzare gli effettivi in Asia per far fronte all'afflusso di facoltose persone in fuga da Credit Suisse.

Come si ricorderà la banca - che dal 1993 è sponsor principale dell'Associazione svizzera di football (SFV, nella sua sigla tedesca) e come tale partner di tutte le nazionali elvetiche di calcio, maschili e femminili - è stata scossa da ripetute disavventure: in particolare il fallimento nel marzo 2021 della società finanziaria britannica Greensill Capital, in cui erano stati impegnati 10 miliardi di dollari attraverso quattro fondi, e l'implosione - nello stesso mese del medesimo anno - di Archegos Capital Management, il family office (cioè una società che gestisce uno o più patrimoni familiari) di un finanziere newyorkese di origine coreana, che è costata circa 5 miliardi di dollari a CS.

Per far fronte alla situazione i vertici lo scorso 27 ottobre hanno annunciato un importante piano di risanamento che comprende una ristrutturazione - definita radicale - della divisione investment banking e il taglio di 9000 posti di lavoro entro il 2025: di questi quasi 2000 spariranno in Svizzera, 540 dei quali entro Natale.