«Creiamo armi avanzate in grado di mantenere un equilibrio strategico nel mondo»
L'agenzia per l'energia atomica russa «ROSATOM è impegnata nella creazione di armi avanzate in grado di mantenere un equilibrio strategico nel mondo». Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin, citato dall'agenzia di stampa Ria Novosti, nel suo messaggio di congratulazioni e saluto ai lavoratori dell'industria nucleare. «Stanno risolvendo in maniera alacre i problemi di introduzione di tecnologie innovative nei settori dell'energia e dello spazio, della medicina nucleare, dell'ecologia e della modernizzazione della flotta di rompighiaccio nucleari. Partecipano alla creazione di armi avanzate in grado di mantenere un equilibrio strategico nel mondo», ha scritto nel messaggio rilanciato dall'account Telegram dell'agenzia, in occasione della giornata a loro dedicata. «È importante che gli scienziati nucleari russi aumentino i contatti reciprocamente vantaggiosi con partner coscienziosi e affidabili all'estero», ha aggiunto il leader del Cremlino.
Un messaggio che è stato percepito come una nuova provocazione al mondo in tema di armamenti. Perlomeno dai media, che parlano di «nuova minaccia». Che l'agenzia per l'energia atomica russa ROSATOM sia impegnata nella creazione di armi con tecnologia nucleare non è una novità, ma con la guerra in corso le parole del presidente russo assumono una connotazione differente. State Atomic Energy Corporation Rosatom (ROSATOM) è uno dei leader tecnologici globali, con capacità nel settore nucleare e oltre, e partner commerciali in 50 Paesi. È leader mondiale nella costruzione e manutenzione delle centrali nucleari nel mondo.
Fondata nel 2007 da Vladimir Putin per mettere a sistema le imprese operanti nel settore e creare un colosso capace di rilanciare l'atomo russo in patria e nel mondo, Rosatom ha perseguito negli anni «una strategia offensiva, offrendo di fornire centrali elettriche "chiavi in mano"», spiegava lo scorso novembre Le Monde. «La Russia non solo costruisce, mantiene, fornisce competenze tecniche o carburante, ma può anche sostenere il costo finanziario, anche per operazioni considerate rischiose». Un dato su tutti: su circa 440 reattori in funzione nel mondo, 80 sono di progettazione russa. Negli ultimi decenni, il Paese ha esportato più unità di qualsiasi altro player. Dei cento reattori in funzione nell'Ue, ben 18 sono legati a ROSATOM: 6 in Repubblica Ceca, dove garantiscono il 37% del fabbisogno di elettricità del Paese. In Ungheria ce ne sono 4, che coprono quasi la metà del fabbisogno di Budapest. Altri 4 si trovano in Slovacchia, 2 in Finlandia e 2 in Bulgaria (questi ultimi responsabili di un terzo dell'elettricità del Paese). Tutti questi impianti dipendono in un modo o nell'altro dai servizi di ROSATOM. Secondo il World nuclear industry status report, su 53 reattori in costruzione nel mondo a metà del 2022, 20 erano del gruppo ROSATOM, di cui 17 fuori dalla Russia. Il gruppo controlla inoltre il 25% del mercato europeo della conversione dell'uranio – che deve essere «convertito» e «arricchito», prima di poter essere utilizzato sotto forma di combustibile – e il 31% del mercato dell'arricchimento, cifre che salgono a circa il 40% e il 46% a livello mondiale.
Nel frattempo, il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, citato dalla Tass, ha dichiarato che la Russia aumenterà del 70% la sua spesa per la Difesa nel 2024. «Continuiamo l'operazione militare speciale (in Ucraina) e questo comporta alti costi». L'aumento delle spese militari è «assolutamente necessario» a causa della «guerra ibrida» scatenata contro Mosca.
Dal canto suo, il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, intervistato dall'agenzia di stampa Tass, ha detto che Mosca è pronta a negoziare per porre fine al conflitto in Ucraina, ma è necessario che si tenga conto della realtà sul terreno e della sicurezza della Federazione russa. «La nostra posizione rimane la stessa», ha affermato. È nostro interesse «impedire la creazione di un regime nazista ostile ai confini della Russia, che ha apertamente dichiarato l'obiettivo di sterminare tutto ciò che è russo in quelle terre».