Il caso

«Diplomatico russo» tenta di acquistare armi e sostanze pericolose prima del Bürgenstock

Il Ministero pubblico della Confederazione, Fedpol e le rispettive polizie cantonali hanno effettuato diverse perquisizioni domiciliari in un'operazione coordinata – L'uomo è sospettato di essere un agente del Cremlino che operava come diplomatico
© KEYSTONE/EDA/POOL/Alessandro della Valle
Red. Online
18.06.2024 11:03

«Voleva procurarsi armi e sostanze pericolose». È quanto scrive il Tages-Anzeiger di un presunto «agente del Cremlino» scovato dalle autorità federali poche settimane prima del vertice sul Bürgenstock. «Si comportava come un diplomatico a Berna», scrive il quotidiano, «e aveva stabilito contatti per raggiungere il suo scopo».

Su richiesta del Tages-Anzeiger, il Ministero pubblico della Confederazione (MPC) ha confermato le indagini sul diplomatico russo e sulle persone a lui vicine. «Nell'ambito delle prime misure di sicurezza, l'MPC e l'Ufficio federale di polizia (Fedpol) hanno effettuato diverse perquisizioni domiciliari insieme alle forze di polizia cantonali coinvolte». Non è noto se vi siano stati arresti.

I servizi segreti svizzeri avrebbero monitorato l'uomo, accreditato come diplomatico. Sono due le persone attualmente al centro dell'indagine. Un contatto del diplomatico russo è sospettato di avere violato la Legge federale sul materiale bellico e la Legge federale sull’applicazione di sanzioni internazionali (Legge sugli embarghi). Un altro sospettato è indagato per violazione della Legge federale sul controllo dei beni utilizzabili a fini civili e militari, dei beni militari speciali e dei beni strategici e della Legge sugli embarghi. Non è ancora chiaro a cosa sarebbero serviti i beni in questione. Tuttavia, al momento non risulta che l'uomo stesse pianificando un attentato, come ha dichiarato l'MPC a Keystone-ATS: «In questo contesto, allo stato attuale delle indagini, non vi sono indicazioni di attacchi pianificati in Svizzera».

Il diplomatico russo ha già lasciato la Svizzera ed è protetto dall'immunità. Tuttavia, il Ministero pubblico della Confederazione ha chiesto al Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) di revocare tale protezione. Una richiesta che viene avanzata raramente e solo in caso di incidenti gravi. A tal proposito potrebbe rendersi necessario l'intervento del capo del Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP) e del consigliere federale Ignazio Cassis (DFAE). Su richiesta di Keystone-ATS, l'MPC ha confermato una richiesta di autorizzazione al perseguimento penale e ha aggiunto di avere anche chiesto una decisione sulla revoca dell'immunità per una terza persona.

Un portavoce dell'ambasciata russa a Berna, in risposta alla richiesta di informazioni, ha scritto di non avere «alcuna informazione sull'espulsione di diplomatici russi dal territorio della Confederazione elvetica. Tutti i dipendenti continuano a impegnarsi per mantenere un dialogo costruttivo con le autorità svizzere. Diverse persone sono attualmente in vacanza, come di consueto per la stagione estiva, e ci aspettiamo che tornino come previsto».

Se si considera il danno potenziale, si tratta di «uno dei casi più gravi per i servizi segreti in Svizzera», scrive il Tages-Anzeiger. Contattato da Keystone-ATS, il DFAE ha risposto di non voler commentare i singoli casi né lo stato del procedimento, aggiungendo di intervenire attraverso i canali diplomatici e senza comunicazioni pubbliche.

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