Stati Uniti

Ecco perché la vendita di TikTok potrebbe non essere così facile

Diversi sono i punti da chiarire: che forma assumerebbe la vendita? Quale sarebbe il costo dell'operazione? TikTok come si comporterebbe in caso la legge divenisse realtà? E il Governo cinese?
© AP Photo/Damian Dovarganes
Red. Online
14.03.2024 12:00

Ieri la Camera USA ha approvato a larga maggioranza la legge che apre la strada al divieto di usare TikTok negli Stati Uniti.  Ora la legge passa al Senato, dove non è detto che sarà approvata. Se venisse effettivamente approvata, però, la misura concederebbe sei mesi all'azienda cinese ByteDance per vendere la piattaforma che, altrimenti, sarebbe bandita dagli Stati Uniti.

Ma sarebbe così facile riuscire a vendere il popolare social network? No, almeno secondo un'analisi del New York Times che sottolinea come qualsiasi tipo di cessione da parte della società madre cinese ByteDance potrebbe risultare difficoltosa. Le opzioni per i potenziali acquirenti sarebbero infatti estremamente limitate. Cerchiamo di fare chiarezza.

Per evitare il divieto statunitense, ByteDance dovrebbe fare in modo che almeno la parte americana di TikTok non sia controllata da un gruppo che include la Cina. La società cinese non potrebbe quindi mantenere alcuna relazione con la versione USA del social e non potrebbe controllarne l'algoritmo. La vendita, inoltre, dovrebbe essere approvata dal presidente statunitense.

Per ora né TikTok né ByteDance hanno voluto esprimersi sulla forma che un'eventuale vendita del social assumerebbe. Finora TikTok si è limitata a negare qualsiasi legame con il Governo cinese e ha deciso di ristrutturare la società in modo che i dati degli utenti americani rimangano negli Stati Uniti. Gli esperti legali interpellati dal New York Times sottolineano tuttavia come, in caso di vendita, ByteDance dovrebbe probabilmente scegliere tra vendere l'intera TikTok o scorporare le sue attività su suolo statunitense. Come detto, però, in caso di scorporo, ByteDance non potrebbe più esercitare alcun controllo sulla versione americana del social e quindi non è chiaro se questa via sia veramente percorribile. Sarebbe infatti difficile, dal punto di vista normativo, che la versione a stelle e strisce dell'app fosse indipendente dalla casa madre, ma continuasse a usarne nome e, soprattutto, algoritmo. Un altro nodo da sciogliere sarebbe poi come potrebbero fare gli utenti di TikTok USA a parlare con gli utenti della versione globale del social network.

A rendere difficoltosa la vendita del social network ci sarebbe altresì il prezzo di vendita. Alcuni analisti sostengono infatti che la sola parte americana dell'app potrebbe costare oltre 50 miliardi di dollari. A tali cifre potrebbero permettersi di effettuare l'acquisto solo big tech quali Google e Microsoft che però rischierebbero di avere guai per via delle norme antitrust. Ecco allora che un'altra opzione potrebbe essere la vendita a un gruppo di investitori. Una terza opzione potrebbe infine essere la scorporazione della parte americana dell'app che sarebbe trasformata in una società quotata.

Il senatore della Virginia Mark Warner ha spiegato come la cessione di TikTok potrebbe comportare una partnership tra gli Stati Uniti e i suoi alleati. «Sarebbe fantastico se fosse un'azienda americana. Ma se non fosse un’azienda americana, potrebbe essere una joint venture tra un’azienda americana e un’azienda europea».

Ostacoli alla vendita potrebbero poi giungere sul fronte della stessa TikTok e del Governo cinese. Se il disegno di legge dovesse passare, infatti, è probabile che ByteDance ne contesterà nei tribunali statunitensi la legalità. Ugualmente la Cina potrebbe tentare di bloccare la vendita. Da Pechino, il portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin ha avvertito che la messa al bando dell'app «si ritorcerà inevitabilmente contro gli Stati Uniti» e ha accusato Washington di «bullismo». «Questo tipo di comportamento prepotente che non può vincere in una concorrenza leale interrompe la normale attività commerciale delle aziende, danneggia la fiducia degli investitori internazionali nell'ambiente degli investimenti e il normale ordine economico e commerciale internazionale. Il governo americano sta cercando di privare 170 milioni di persone del loro diritto costituzionale alla libertà d'espressione. Questa misura danneggerà milioni di business, priverà gli artisti di una platea e distruggerà la vita di tantissimi creativi in tutto il Paese», ha rincarato Wang.

TikTok agli utenti statunitensi: «Fate sentire la vostra voce»

Intanto il CEO di TikTok, Shou Zi Chew, ha invitato gli utenti americani alla mobilitazione a tutela della popolare piattaforma di condivisione dei video in nome dei diritti costituzionali.

«Crediamo di poter superare questa situazione insieme. Proteggi i tuoi diritti costituzionali. Fai sentire la tua voce», ha detto Shou in un videomessaggio pubblicato su X, la piattaforma di Elon Musk.

Dopo il voto, Shou Zi Chew, ha esortato gli utenti dell'app negli Stati Uniti a parlare apertamente e condividere le loro storie, anche con i loro senatori. «Continueremo a fare tutto il possibile, incluso l'esercizio dei nostri diritti legali per proteggere questa straordinaria piattaforma che abbiamo costruito con voi».

Non solo TikTok

Quello di TikTok non è comunque un caso isolato negli Stati Uniti. Già durante l'amministrazione Trump, il Governo forzò la compagnia cinese proprietaria di Grindr a vendere la propria app di appuntamenti. I funzionari statunitensi erano infatti preoccupati che l'app potesse fornire alla Cina informazioni sensibili sulla popolazione americana.

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