Congiuntura

Benzina e viaggi spingono al rialzo l’indice dei prezzi

In Svizzera a marzo il rincaro su base annua è stato del +1,4% - Un dato che rientra nell’obiettivo della Banca nazionale ma che a sorpresa ha ripreso vigore rispetto alle attese degli analisti
Anche lo «zoccolo dell’inflazione» è progredito dello 0,4% in marzo (+1,2% su base annua). © CdT/Chiara Zocchetti
Dimitri Loringett
02.05.2024 23:15

L’inflazione torna ad aumentare in Svizzera: stando ai dati pubblicati dall’Ufficio federale di statistica (UST) in aprile la crescita dei prezzi su base annua si è attestata all’1,4%, a fronte dell’1% di marzo, quando era stato raggiunto il livello più basso dal 2021. Le attese degli analisti si posizionavano su livelli leggermente inferiori, compresi tra l’1% e l’1,2%. Lo «zoccolo dell'inflazione» - che nella definizione dell'UST è il rincaro totale senza quello concernente prodotti freschi e stagionali, energia e carburanti - mostra una variazione mensile del +0,4% e annuale dell’1,2% (quest’ultimo in aumento rispetto al +1% del periodo precedente).

A livello mensile i prezzi sono invece saliti dello 0,3% (anche in questo caso più dei pronostici, che erano compresi fra +0,1% e +0,2%), mentre in marzo l’incremento era percentuale era stato pari a zero.

Secondo gli esperti dell'UST, la crescita dell'indice in aprile rispetto a marzo è riconducibile a vari fattori, tra cui l'aumento dei prezzi dei viaggi forfetari internazionali (+6,7%) e dei trasporti aerei (+3,4%). Sono diventati più cari anche benzina (+3,1%) e arredamenti, specie i mobili da giardino (+17,2%). Più a buon mercato risultano per contro le tariffe del settore alberghiero (-2,6%) e paralberghiero (-5,9%), così come quelle del gas, che sul mese segna un -3,7% e sull’anno addirittura -10,7%.

«Pur interrompendo la contrazione dell'inflazione annuale registrata negli ultimi mesi, i dati rimangono in linea con le previsioni condizionate della BNS per il secondo trimestre», commenta GianLuigi Mandruzzato, economista senior di EFG Bank. L’istituto centrale infatti stima l’inflazione all’1,4% per la fine del trimestre in corso. «Inoltre - aggiunge l’economista di EFG - con i prezzi dell'energia sui mercati internazionali nuovamente in calo e l'ulteriore normalizzazione prevista per i prezzi dei servizi a causa della debolezza della domanda interna, permangono le condizioni per un nuovo taglio del tasso di interesse da parte della BNS nel 2024, forse già nella prossima riunione di giugno».

La BNS «rimane alla finestra»

Sulla notizia dell’aumento dell’inflazione in Svizzera il franco è tornato ad apprezzarsi, guadagnando questa mattina circa mezzo centesimo sia contro euro, sia contro dollaro. Anzi, se si guardano i prezzi di mercoledì, sul biglietto verde il franco svizzero ha guadagnato circa un centesimo.

«È stato sufficiente che la Fed (mercoledì sera, ndr) dicesse che molto probabilmente non alzerà i tassi e che, oggi, il dato sull’inflazione svizzera fosse di poco sopra le attese per far sì che molti operatori “ribassisti” sul franco abbiano deciso di prendere profitto», spiega Mandruzzato.

L'inflazione è osservata con attenzione anche dalla Banca nazionale svizzera (BNS), che persegue come obiettivo la stabilità dei prezzi, intesa come un rincaro compreso tra lo 0 e il 2%. Lo scorso 21 marzo, constatando che l'inflazione è scesa sotto il 2%, la BNS ha proceduto a un taglio del costo del denaro, dall’1,75% all'1,50%.

«Dal profilo della politica monetaria, se il franco avesse continuato a indebolirsi, la BNS avrebbe avuto un elemento per decidere di non tagliare i tassi d’interesse», sostiene GianLuigi Mandruzzato. «La forza del franco è stato uno dei motivi per cui la BNS aveva rivisto al ribasso le stime per l’inflazione e quindi concluso, a marzo, che aveva spazio e motivi per un taglio dei tassi. Allo stesso modo, se il recente indebolimento del franco dovesse proseguire fino a giugno e il rafforzamento di oggi fosse solo un caso isolato, questo potrebbe portare la BNS a decidere di “rimanere alla finestra” e non tagliare ulteriormente i tassi di interesse al prossimo meeting», conclude.

Nel settore dei servizi calano i ricavi anche in febbraio

Il fatturato nel settore dei servizi in Svizzera è calato in febbraio, come era peraltro già avvenuto nei mesi precedenti: stando all’Ufficio federale di statistica (UST) la flessione dei ricavi si è attestata all’11,0% rispetto allo stesso periodo del 2023. A pesare sul dato complessivo, analogamente ai rilevamenti dei mesi prima, è stato il comparto commercio, nel quale rientrano anche le materie prime, che ha registrato una contrazione annua del 16,8%. Hanno mostrato una flessione anche le attività immobiliari (-1,8%), nonché le attività amministrative e di servizi di supporto (-3,5%), mentre maggiore dinamismo è stato per contro mostrato dai segmenti trasporto e magazzinaggio (+0,9%), nonché dai servizi di alloggio e di ristorazione (+0,7%).