«Bioggio resta una delle due sedi principali e i dipendenti non saranno toccati»

Il gruppo svizzero Avaloq diventa giapponese ed entra nella famiglia della NEC Corporation (Nippon Electric Company), multinazionale specializzata nella tecnologia informatica con sede a Tokyo. Il gruppo nipponico, che tra l’altro appartiene a sua volta al conglomerato tecnologico Sumitomo Group, ha firmato un accordo per rilevare il 100% delle azioni Avaloq per un prezzo di 2,05 miliardi di franchi. L’operazione dovrebbe essere completata entro aprile 2021. «È un traguardo importante nella storia di crescita di Avaloq che dura dal 1985 - ha commentato soddisfatto il CEO della società elvetica Jürg Hunziker -. Il nostro business, principalmente nel settore bancario, sta andando bene. Ci siamo chiesti come continuare a creare valore nei prossimi anni per i nostri clienti, collaboratori e portatori d’interesse. Ci tengo a sottolineare che è un’acquisizione strategica, non è un’operazione per ridurre costi o ristrutturare i bilanci».

La notizia non giunge proprio come un fulmine a ciel sereno. Circa un anno fa Avaloq aveva confermato i suoi piani per quotarsi in Borsa. Ma - aveva anche precisato il CEO - neppure una vendita era da escludersi in quanto il maggiore azionista è la Warburg Pincus, un private equity. Tipicamente l’orizzonte temporale di queste società è di quattro o sei anni: dato che la Warburg Pincus era entrata nel gruppo nel 2017, «sarebbe ragionevole aspettarsi un’uscita», aveva detto Hunziker.
Da Occidente a Oriente
Avaloq, con circa 2.200 collaboratori (di cui 1.400 in Svizzera e 606 in Ticino) nel 2019 ha registrato un fatturato di 609 milioni di franchi. Realizza il 70% del fatturato in Europa, ma è in Svizzera che è considerata leader nel mercato delle soluzioni informatiche per la gestione patrimoniale destinate agli istituti bancari e alle realtà private. Come sottolineato in conferenza stampa, mentre in passato era specializzata sulle soluzioni per clienti facoltosi, col tempo si è concentrata pure sulle soluzioni tecnologiche per la banca universale, quindi per garantire i servizi digitali ai clienti più piccoli. «La partnership con NEC ci aiuterà ad accelerare i nostri processi di innovazione e a espanderci ulteriormente nel resto del mondo», ha spiegato ancora Hunziker. Soprattutto in Giappone, dove NEC è leader nell’offerta di soluzioni IT. Il gruppo nipponico, fondato nel 1898, è molto più grande con 113.000 dipendenti e un fatturato nel 2019 di circa 26 miliardi di franchi. Nell’ultimo decennio si è trasformato con la vendita delle sue attività nel settore dei semiconduttori, dei computer e della telefonia mobile ma anche con diverse acquisizioni di società europee.
Con Avaloq, NEC vuole rinnovare il business online dei clienti istituzionali giapponesi. «Il Giappone è in ritardo nella digitalizzazione della finanza, che invece sarà un trend importante del futuro», ha detto il CEO Takashi Niino in conferenza stampa. «Pensiamo pure che la nostra ‘Swissness’ sia una carta importante da giocare nel resto del mondo», ha aggiunto Hunziker.
Il ruolo del Ticino
Stando a quanto asserito dalle due società, Avaloq continuerà ad operare come entità indipendente con sede in Svizzera. La transazione non porterà ad una riduzione del personale. Inoltre i quadri non dovrebbero subire grossi cambiamenti, così come il brand di Avaloq. «Ci tengo a sottolineare - ci ha spiegato Hunziker - che in Svizzera le sedi più importanti per noi sono Zurigo e Bioggio, dove continuiamo a puntare dopo l’investimento nel nuovo stabile dello scorso anno. In particolare Bioggio è un centro di competenza per le soluzioni SaaS (software come servizio, ndr) e data center: da qui serviamo non solo clienti svizzeri ma anche internazionali, ad esempio in Gran Bretagna e di recente anche in Belgio. Il Ticino fa quindi parte della strategia internazionale, che è proprio quella con cui vogliamo crescere nel prossimo futuro. Abbiamo già parlato con diversi clienti ticinesi riguardo al nostro nuovo assetto e le risposte sono state positive», ha continuato Hunziker.
Ora Temenos, la rivale di Avaloq, deve temere più concorrenza, soprattutto nei mercati asiatici. La società con sede a Ginevra guadagna soprattutto con la vendita delle licenze di software standardizzate mentre Avaloq offre anche servizi di outsourcing. Temenos è decisamente più forte nel mercato dell’Asia-Pacifico, dove realizza il 20% degli affari. Ad oggi la sua valutazione è nettamente superiore a quella di Avaloq, quasi dieci volte il fatturato contro il multiplo di 3,4 di Avaloq. Il prezzo pagato dalla NEC è comunque un bell’affare per gli azionisti di Avaloq: nel 2017 la società era stata valutata circa un miliardo di franchi dalla Warburg Pincus, che aveva rilevato il 45% delle azioni. Il fondatore Francisco Fernandez detiene il 28%, mentre il resto è detenuto dal management e dai dipendenti.