Economia

Credit Suisse, l'emorragia non è finita

La banca continua a lottare contro l'emorragia di denaro dei clienti - Remunerazioni in calo per i dirigenti
©CdT/Gabriele Putzu
Ats
14.03.2023 08:48

Credit Suisse continua a lottare contro l'emorragia di denaro dei clienti: sebbene i deflussi si siano stabilizzati a livelli molto più bassi di prima, al momento della pubblicazione della relazione annuale non erano ancora invertiti, scrivono i vertici nel rapporto d'esercizio pubblicato oggi.

In prospettiva, la minore base di attivi in gestione potrebbe portare a una riduzione dei ricavi, mette in guardia la dirigenza. La mancata inversione dei deflussi potrebbe avere un impatto negativo sui futuri risultati commerciali e sulle condizioni finanziarie.

Nel quarto trimestre del 2022 la grande banca ha registrato la partenza (netta) di 110 miliardi; nell'intero esercizio finanziario passato, i clienti hanno ritirato 123 miliardi di franchi. Come noto il 2022 si è chiuso per l'istituto con una maxi-perdita di 7,3 miliardi di franchi, che segue il rosso di 1,6 miliardi dell'anno prima.

Remunerazioni in calo per i manager

Remunerazioni in calo per i dirigenti di Credit Suisse per l'esercizio 2022, chiusosi con una maxi-perdita di 7,3 miliardi di franchi, che segue il rosso di 1,6 miliardi dell'anno prima: i membri della direzione hanno ricevuto 32,2 milioni di franchi, contro i 38,1 milioni dei dodici mesi precedenti.

Il Ceo Ulrich Körner - in carica da agosto e in precedenza responsabile della divisione Asset Management - ha ricevuto 2,5 milioni, emerge dal rapporto d'esercizio pubblicato oggi, con un ritardo di alcuni giorni rispetto alla data inizialmente prevista (9 marzo) a causa di un intervento della Sec, l'autorità americana di vigilanza dei mercati finanziari.

La banca aveva già annunciato un mese fa, in occasione della presentazione dei dati annuali per il 2022, che la direzione avrebbe rinunciato del tutto ai bonus a causa della massiccia perdita annuale. Tuttavia i dirigenti riceveranno un "premio di trasformazione una tantum basato su azioni differite" per un massimo di 30,1 milioni: l'importo dipenderà dalla performance dell'istituto nel periodo 2023-2025.

La retribuzione totale del consiglio di amministrazione tra le assemblee del 2022 e del 2023 è stata di 10,4 milioni di franchi, rispetto agli 11,7 milioni dell'anno precedente. Il presidente Axel Lehmann ha incassato 3,2 milioni. Per il periodo compreso tra le assemblee del 2023 e del 2024 i membri dell'organo di conduzione strategica saranno remunerati con un massimo di 13,0 milioni.

Come noto l'istituto fondato nel 1856 a Zurigo da Alfred Escher (1819-1882) è impegnato in una profonda ristrutturazione, dopo le disavventure occorse negli ultimi anni, che hanno portato anche a un calo della fiducia della clientela: nel 2022 sono stati registrati deflussi per 123 miliardi di franchi. Il corso dell'azione in borsa riflette la difficile situazione: ieri il titolo ha segnato un nuovo minimo storico a 2,12 franchi.

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