Finanza digitale

Criptovalute, occhio alle stablecoin: «Preferite dai riciclatori e truffatori perché poco volatili»

La IOSCO, organizzazione mondiale delle autorità nazionali di vigilanza sui mercati finanziari, ha emesso 18 raccomandazioni per rendere equo e trasparente il mercato delle monete virtuali
©Cdt/Gabriele Putzu
Generoso Chiaradonna
21.11.2023 06:00

«Come per altri cripto-asset, le stablecoin possono attrarre riciclatori di denaro e criminali vari che desiderano sfuggire al controllo del sistema finanziario tradizionale. È anche probabile che le stablecoin siano percepite come più stabili di altri cripto-asset, quindi sono più attraenti per i riciclatori di denaro e i criminali che non desiderano essere così esposti alla volatilità del mercato». È quanto si può leggere nell’ultimo rapporto della IOSCO sui rischi degli investimenti denominati in valute digitali. Rapporto che contempla anche 18 raccomandazioni alle autorità nazionali di vigilanza dei mercati finanziari. IOSCO, infatti, è l’acronimo di International Organization of Securities Commissions che può essere tradotto in italiano in Organizzazione internazionale delle autorità di controllo dei mercati finanziari. La sede dell’organizzazione internazionale è a Madrid e vi aderiscono 200 autorità nazionali, tra cui la svizzera Finma.

Nei compiti principali della IOSCO rientrano la protezione degli investitori, la garanzia di mercati equi, efficienti e trasparenti, la preclusione di rischi sistemici, la cooperazione internazionale e l’elaborazione di standard uniformi di ammissione«Il clima ha bisogno di una voce forte in Consiglio federale applicabili alle borse e ai valori mobiliari.

Stando proprio alla IOSCO, alla luce dell’instabilità dei prezzi delle criptovalute e a causa della loro natura relativamente più stabile, i truffatori si sono rivolti alle stablecoin, sia per cercare di riciclare il provento di un reato, sia nell’ambito di truffe sollecitando stablecoin dalle loro vittime. Per questa ragione IOSCO invita le autorità finanziarie aderenti a mettere in campo accorgimenti per cercare di evitare il più possibile abusi ai danni degli investitori. «Data la natura transfrontaliera dei mercati, i rischi di arbitraggio regolamentare sono uno di quelli più elevati nei confronti della trasparenza del mercato», si legge nel rapporto. La IOSCO sta inoltre cercando di incoraggiare una coerenza ottimale nel modo in cui i mercati delle criptovalute e i mercati dei valori mobiliari sono regolamentati all’interno delle singole giurisdizioni, in conformità con il principio «stesse attività, stessi rischi, stesse regole».

Regole più chiare in Svizzera

«Meglio tardi che mai: il mercato delle criptovalute è profondamente inquinato in tutto il mondo. In Svizzera la regolamentazione riguarda piuttosto le persone fisiche e giuridiche che operano in qualità di intermediari finanziari», afferma Paolo Bernasconi, avvocato ed esperto di diritto finanziario.

Con le raccomandazioni di IOSCO cosa può accadere in Svizzera? «Finalmente si disporrà, anche nella Confederazione, di uno strumento che disciplina non soltanto l’attività delle persone fisiche delle aziende bensì anche tutte le attività riguardanti il prodotto ossia, in questo caso, le criptovalute». «Pertanto, anche in Svizzera, da subito, tutti gli operatori in criptovalute si devono adeguare», continua il professore Bernasconi.

In che modo? «Nei confronti della clientela questi operatori dovranno fornire garanzie di avvenuto adeguamento ai nuovi standard IOSCO. Ma non solo: questo processo dovrà essere controllato sia dagli organi di revisione delle relative società, sia dagli Organismi di vigilanza istituiti dalla legislazione finanziaria svizzera e quindi, di conseguenza, anche da parte della Finma», risponde Bernasconi.

Ci sarà più professionalità, quindi, nel settore cripto? «Dico solo che finalmente nasce lo strumento per togliere di mezzo i “descamisados”, gli improvvisati. Quanto al pericolo di riciclaggio di denaro da parte di mafie varie e del terrorismo ci penserà Nicoletta Della Valle, responsabile Fedpol».

Ancorate a valute classiche o a beni fisici

Le stablecoin sono token che, come ci indica il termine «stable», hanno valori tendenzialmente stabili e non subiscono le oscillazioni che tipicamente si registrano con il Bitcoin. Le stablecoin sono ancorate a un bene, di cui sono la rappresentazione digitale, seguendone anche le variazioni. Nell’ambito della macrocategoria delle stablecoin, si possono però individuare diverse tipologie di asset: stablecoin ancorate a valuta tradizionali (Tether, Binance USD, Gemini dollar, Euro Coin); quelle ancorate ad asset digitali ed espresse generalmente in dollari (DAI); e infine le stablecoin algoritmiche alla cui base non vi è né un bene «reale» né «virtuale» (per esempio TerraUSD che opera su Ethereum).