I commerci hanno limitato i danni e ora vedono la via della risalita
I commerci mondiali hanno avuto danni limitati nel corso del 2023 e potrebbero ora risalire sia quest’anno sia il prossimo. È quanto emerge dai dati e dalle previsioni dell’Organizzazione mondiale del commercio (OMC, sigla in inglese WTO). Durante l’anno scorso esportazioni e importazioni hanno risentito inevitabilmente delle tensioni geopolitiche, dei conflitti bellici, del rallentamento economico, registrando una flessione. Molte economie hanno tuttavia mostrato un apprezzabile grado di resilienza, è stata infatti evitata una recessione internazionale e ora resta quindi possibile una ripresa per gli scambi mondiali.
Le cifre
Nel suo Global Trade Outlook, pubblicato all’inizio di questo mese, l’OMC fornisce le cifre dell’andamento dei commerci mondiali nell’ultimo quinquennio. Per quel che riguarda il volume degli scambi di merci, questo è aumentato del 3,2% nel 2018 ed ha poi archiviato un incremento dello 0,4% nel 2019. Una minor velocità dovuta anche agli effetti del risorgere di misure protezionistiche, negli USA ma non soltanto, collegate anche a contrasti politici tra Stati. Nel 2020 è poi esplosa la pandemia, che ha causato blocchi o rallentamenti delle attività economiche, e c’è stata quindi una contrazione del 5%. Nel 2021 c’è stato però un forte rimbalzo, con un incremento del 9,6%. Una percentuale straordinaria, quest’ultima, che non poteva ovviamente essere replicata l’anno successivo. Il 2022 si è tuttavia chiuso con un buon aumento, pari al 3%.
Il sommarsi delle tensioni geopolitiche, che hanno portato anche a conferme delle misure protezionistiche, e dei conflitti bellici, che hanno portato anche a problemi nelle catene di rifornimento, nel complesso ha accentuato il rallentamento economico ed ha anche parecchio contribuito alla battuta d’arresto degli scambi nel 2023. I commerci mondiali di merci l’anno scorso hanno così registrato una flessione dell’1,2%. Un risultato indubbiamente negativo, questo, che va però valutato con molto equilibrio; considerando il contesto internazionale, soprattutto le tensioni geopolitiche e le guerre, poteva andare ben peggio. A bocce ferme la flessione si può definire contenuta. La resilienza mostrata dalla gran parte delle economie spinge ora l’OMC a prevedere un incremento degli scambi di merci del 2,6% nel 2024 e del 3,3% nel 2025.
La classifica
Sin qui abbiamo parlato di scambi di merci, appunto. Il volume di questi è il metro principale utilizzato dall’OMC per misurare l’andamento dei commerci. La stessa Organizzazione fornisce peraltro, in aggiunta, i dati sui servizi commerciali. Gli scambi di questi ultimi, che sono lontani dagli scambi di merci ma rappresentano comunque un ramo rilevante, nel 2023 sono aumentati in valore. Si tratta di un’altra conferma del limite posto ai danni causati ai commerci, oltre che alla crescita economica, dal riacutizzarsi dei contrasti geopolitici e dalle guerre.
È interessante anche vedere quali siano i maggiori esportatori a livello mondiale, a dati 2023. Sul versante delle merci, la Cina è al primo posto con una quota del 14,2% dell’export globale, seguita dagli Stati Uniti secondi con l’8,5% e dalla Germania terza con il 7,1%. Seguono l’Olanda (sede di rilevanti poli dei trasporti) quarta con il 3,9%, il Giappone quinto con il 3%, l’Italia sesta con il 2,8%, la Francia settima con il 2,7%, la Corea del Sud ottava pure con il 2,7%, il Messico nono con il 2,5% e Hong Kong al decimo posto con il 2,4%. Fuori dal gruppo dei primi dieci vale la pena di notare, tra gli altri, il Regno Unito tredicesimo con il 2,2%, l’India diciassettesima con l’1,8%, la Spagna diciannovesima pure con l’1,8% e la Svizzera ventesima ancora con l’1,8%. Considerando le dimensioni e la collocazione geografica del Paese, la posizione della Confederazione elvetica non è certo da buttare, anzi.
L’altro lato
Sul versante dell’export di servizi commerciali, il gruppo di testa ha un assetto decisamente diverso. Al primo posto ci sono gli Stati Uniti con il 12,3%, al secondo il Regno Unito con il 7,4%, al terzo ancora la Germania con il 5,5%. Seguono l’Irlanda quarta con il 5,1%, la Cina quinta con il 4,8%, la Francia sesta con il 4,5%, l’India settima con il 4,4%, Singapore all’ottavo posto con il 4,2%, l’Olanda nona con il 4%, il Giappone decimo con il 2,6%. Appena fuori dalla top ten si trovano la Spagna undicesima con il 2,5% e la Svizzera dodicesima con il 2,1%. Nel capitolo servizi commerciali la Confederazione ha quindi un piazzamento ancor migliore rispetto a quello già interessante nelle merci. L’Italia dal canto suo è diciassettesima con l’1,8%, seguita dalla Corea del Sud diciottesima con l’1,6%.