Il proprietario di Patagonia cede la sua azienda per salvare il pianeta

Il fondatore di Patagonia, famoso marchio statunitense di abbigliamento sportivo, ha annunciato di aver donato la sua azienda a un’organizzazione non profit – da lui creata – con un unico obiettivo: investire parte dei profitti dell’azienda nella lotta al cambiamento climatico.
Yvon Chouinard ha trasferito a una fondazione il 2% delle azioni con diritto di voto e alla citata organizzazione non profit il restante 98%. Tutto, insomma, pur di proteggere i valori dell’azienda e combattere e combattere la crisi ambientale.
Un'azienda che vale 3 miliardi
Patagonia fu fondata nel 1973 e oggi vale, secondo le stime, circa 3 miliardi di dollari. Genera profitti pari a 100 milioni di dollari all’anno. L’azionariato, finora, era nelle mani di Chouinard e della sua famiglia.
«Speriamo che questo influenzi una nuova forma di capitalismo che non finisca con pochi ricchi e un mucchio di poveri», ha dichiarato Chouinard, 83 anni, al New York Times. Chouinard, detto della sua attività, è anche un alpinista e un grande appassionato di montagna. Di più, è un ambientalista molto attivo ed è sempre stato considerato un uomo d’affari atipico rispetto agli altri.
L’azienda, si può leggere sul proprio sito, si è sempre interrogata su come «fare la cosa giusta, guadagnando al contempo abbastanza per pagare le bollette». Fra le opzioni sul tavolo, Patagonia ha valutato la vendita dell’azienda e la donazione di tutti i soldi alla causa ambientale, ma anche la quotazione in Borsa.
Come funzionerà
Alla fine, Chouinard ha preferito vendere le quote a un’associazione, la Holdfast Collective, e a una fondazione, il Patagonia Purpose Trust. Ogni anno, quindi, i profitti che non verranno reinvestiti nell’azienda saranno distribuiti come dividendi alla Holdfast Collective, che li destinerà alla causa ambientalista. La fondazione, che avrà diritto di voto sulle scelte strategiche dell’azienda, sarà invece guidata dalla famiglia Chouinard e da alcuni membri fidati. Vigilerà affinché la produzione dell’azienda continui a tenere saldi i principi della responsabilità ambientale e che i guadagni, effettivamente, finiscano all’associazione.
I precedenti? Boh
Patagonia, a suo tempo, si era già impegnata per il clima in diversi modi. Ad esempio, producendo abbigliamento solo con materiali a basso impatto ambientale e donando l’1% delle vendite, per decenni, a organizzazioni non profit. Chouinard, di suo, ha sempre unito uno spirito imprenditoriale a un fervente attivismo politico. Nel 2021 si rifiutò di vendere il suo marchio all’interno di un resort sciistico del Wyoming. Il motivo? Ospitò una raccolta fondi in favore di Donald Trump.
Difficile, hanno spiegato alcuni analisti, trovare precedenti simili nella storia delle multinazionali. Il rischio per l’andamento dell’azienda, a detta di altre voci, sarebbe alto. Non solo, per completare la donazione la famiglia Chouinard dovrà pagare decine di milioni di dollari in tasse. Questo e altro per salvaguardare il pianeta, avrà pensato il vecchio Yvon.