Inflazione negativa, per gli esperti la BNS «abbasserà i tassi»

Dopo il dato dell'inflazione che per la prima volta dopo quattro anni torna in negativo (-0,1% in maggio, a fronte dello 0,0% di aprile) gli sguardi degli operatori di mercato tornano a rivolgersi alla Banca nazionale svizzera (BNS): è atteso un ulteriore taglio dei tassi.
Il ritorno a una situazione di calo annuo dei prezzi non ha sorpreso gli specialisti ed è da ricondurre a vari fattori. «Da un lato al costo dell'energia, che è ancora più basso rispetto all'anno precedente, e dall'altro al fatto che l'inflazione del settore degli affitti si è attenuata», spiega Alessandro Bee, economista di UBS. Per quest'ultimo aspetto conta non da ultimo il tasso ipotecario di riferimento.
Non si intravede peraltro un rapido ritorno a un'inflazione significativamente più elevata: lo dimostrano le ultime previsioni pubblicate da diversi istituti, che pronosticano all'unanimità un tasso medio di appena lo 0,2-0,3% per l'intero 2025.
Secondo David Marmet, analista della Banca cantonale di Zurigo (ZKB), il rincaro dovrebbe rimanere leggermente negativo nei prossimi mesi. A suo avviso, è probabile che i prezzi dei beni nazionali aumentino più lentamente, mentre quelli dei beni importati non dovrebbero diminuire in modo significativo.
La situazione potrebbe diventare delicata per Banca nazionale. Come noto le autorità monetarie rifuggono dalla deflazione come il diavolo dall'acqua santa, poiché il calo dei prezzi comporta il rischio di un calo della domanda: può infatti indurre i consumatori a ridurre la spesa nella speranza di beneficiare di tariffe ancora più basse in un secondo tempo. Ciò tende a trasformare la deflazione in una recessione, con effetti a cascata su occupazione, salari e potere d'acquisto.
La maggior parte degli economisti si aspetta quindi che la BNS riduca il tasso guida dallo 0,25% allo 0,0% in occasione della prossima valutazione di politica monetaria che si terrà tra poco più di due settimane. Questo taglio è «come cosa fatta», argomenta Thomas Gitzel di VP Bank.
Secondo Bee la BNS non deve prestare troppa attenzione a un singolo mese con il segno meno. Le prospettive di inflazione a medio termine sono però peggiorate da marzo, a causa dell'apprezzamento del franco e del deterioramento delle prospettive economiche. Anch'egli si aspetta quindi che l'istituto centrale abbassi allo 0,0% il costo del denaro.
«L'inflazione è al di sotto delle previsioni della BNS illustrate nell'ultima decisione sui tassi», aggiunge lo specialista di Raiffeisen Alexander Koch. Il presidente della BNS Martin Schlegel ha recentemente sottolineato che la banca non reagirà necessariamente in modo immediato a ogni valore mensile negativo: ma pesano anche le prospettive di crescita più contenute dovute alla politica dei dazi degli Stati Uniti.
Perlomeno per il momento gli esperti non si aspettano invece tassi negativi. «Un tasso guida sotto zero è destinato a periodi di distorsione estrema: non riteniamo che un'inflazione leggermente negativa, unita a una crescita economica moderata e a un tasso di cambio euro-franco abbastanza stabile, sia una distorsione estrema», osserva Marmet.
«Poiché è improbabile che la BNS prenda alla leggera l'introduzione di tassi d'interesse negativi, possiamo ipotizzare che anche nella riunione di settembre si rimarrà allo 0,0%», conclude Gitzel.