Argento

La «cenerentola» dei preziosi corre e supera in volata l’oro

Il record storico raggiunto oggi dal metallo bianco a 53,9 dollari l’oncia conferma «l’appetito» per la materia prima - Il movimento al rialzo è però alimentato da dinamiche legate al mercato fisico e alla fase di contrazione dell’offerta
© CdT/Chiara Zocchetti
Dimitri Loringett
16.10.2025 20:32

L’inarrestabile rialzo del prezzo dell’oro (questa mattina la quotazione spot ha registrato un nuovo livello massimo a 4.271 dollari l’oncia) ha messo in ombra il movimento, sempre al rialzo, della «cenerentola» dei metalli preziosi: l’argento. Le quotazioni spot del metallo bianco hanno raggiunto i 53,9 dollari l’oncia (circa 31 grammi), un livello che non si vedeva dal lontano aprile 2011, quando raggiunse quota 49,2 dollari. Da allora, l’argento è rimasto piuttosto stabile in una fascia compresa fra i 15 e i 25 dollari l’oncia, fino ai primi mesi del 2023 quando è iniziato un lento ma costante movimento al rialzo. Poi è arrivato il Liberation Day, a inizio aprile, da cui è partita la corsa, superando perfino quella dell’oro.

Il forte rialzo del prezzo del metallo bianco è determinato in parte dall’interesse degli investitori, che vedono l’argento come un’alternativa (meno cara) all’oro, ma soprattutto dalla domanda fisica. L’argento ha infatti un ampio impiego industriale: è essenziale per la produzione di pannelli solari, veicoli elettrici, dispositivi medici e componenti elettronici. Questo ne aumenta la sensibilità ai cicli economici e la espone anche a fasi di «supply squeeze» (contrazione dell’offerta). Le scorte di argento a Londra, centro del commercio globale dei metalli preziosi, si sono ridotte di circa un terzo dal 2021, causando una contrazione della liquidità e una crescente difficoltà nel reperire barre fisiche. Parallelamente, la domanda globale ha superato l’estrazione mineraria per quattro anni consecutivi, accentuando il deficit di offerta.

Va detto che il volume del mercato dell’argento è più «ristretto» rispetto a quello dell’oro. Il fatturato giornaliero è inferiore e le scorte sono più limitate - ma la sua disponibilità per il trading non è inferiore a quella dell’oro. Anzi. Nei caveau della London Bullion Market Association, per esempio, sono conservati circa 790 milioni di once d’argento, contro i 284 milioni di once d’oro. Tuttavia, l’argento ha un valore molto inferiore in termini di peso: l’argento conservato a Londra vale circa 40 miliardi di dollari, mentre l’oro vale 1.100 miliardi di dollari.

«La dimensione più ridotta del mercato dell’argento crea una maggiore volatilità - spiega al CdT Alim Remtulla di EFG International. «Inoltre - prosegue - le banche centrali non stanno costituendo riserve di argento nella stessa misura di quelle auree, eliminando così un importante sostegno in caso di improvviso calo dei prezzi. La recente contrazione della liquidità nel mercato dell’argento, causata dall’impennata dei flussi degli ETF che ha messo a dura prova l’offerta fisica di Londra, già esaurita nella prima metà dell’anno dagli acquirenti statunitensi che hanno anticipato i dazi previsti, dovrebbe attenuarsi nel quarto trimestre».