L'industria elvetica degli orologi e la sua marcia a buona velocità
Dai dati sulle esportazioni nel 2023 emerge che l’andamento dell’industria orologiera svizzera è stato buono, anche superiore a molte delle previsioni fatte all’inizio dell’anno passato. Il rallentamento economico internazionale e il rafforzamento del franco, che fa sì che i prodotti elvetici siano di fatto più cari, non hanno fermato il cammino del polo rossocrociato dei segnatempo. D’altronde i prodotti elvetici sono spesso ad alto valore aggiunto, e gli orologi sono tra quelli per cui ciò è più vero, dunque in molti casi risentono meno di altri degli effetti derivanti dalla forza della valuta. È chiaro che occorre che la qualità media dei beni e dei servizi offerti rimanga nel complesso elevata, ma questo è quello che appunto in genere accade per molti prodotti svizzeri.
Le cifre
L’industria elvetica degli orologi rappresenta oltre il 50% del fatturato mondiale del settore ed esporta più del 90% della sua produzione. I dati sull’export, forniti dalla Federazione dell’industria orologiera svizzera (FH), sono quindi un indicatore rilevante, per il polo elvetico ma anche per il settore. Guardando al quadro globale, il polo svizzero ha nel settore il primato del fatturato, mentre i produttori asiatici hanno quello del numero di pezzi prodotti. La leadership svizzera si basa in buona parte sulle gamme alta e medio-alta e ciò spiega perché i ricavi elvetici siano elevati pur in presenza di quantità di pezzi non equivalenti a quelli dei poli asiatici. In campo elvetico non mancano peraltro alcuni capitoli di rilievo nelle gamme media e di base, basti pensare alla lunga strada fatta dall’orologio di plastica Swatch.
L’export annuo dell’industria orologiera elvetica aveva toccato nel 2019, ultimo anno pre pandemico, i 21,7 miliardi di franchi. Nel 2020, con l’esplosione del virus, le esportazioni rossocrociate sono scese a 16,9 miliardi. L’anno successivo, il 2021, c’è stato un forte rimbalzo, con una cifra annuale di 22,3 miliardi. Nel 2022 le esportazioni sono poi salite a 24,8 miliardi. Nel 2023, e qui siamo ai dati recenti, l’export del polo svizzero ha toccato i 26,7 miliardi, con un aumento del 7,6% rispetto ad un anno prima. Il ritmo di espansione non ha raggiunto i livelli dei due anni precedenti, ma è stato comunque buono. Nell’arco di tre anni le esportazioni rossocrociate hanno superato di circa 5 miliardi di franchi il livello del 2019.
La graduatoria
La stragran parte dei mercati nel 2023 è andata oltre le cifre dell’anno prima. Per quel che riguarda i primi dieci mercati, questi sono i dati per l’anno appena chiuso: Stati Uniti 4,1 miliardi di franchi (+7% sul 2022), Cina 2,7 miliardi (+7,6%), Hong Kong 2,3 miliardi (+23,4%), Giappone 1,8 miliardi (+7,7%), Regno Unito 1,7 miliardi (+7,6%), Singapore 1,6 miliardi (+2,5%), Germania 1,3 miliardi (+5,1%), Francia 1,27 miliardi (+8,1%), Emirati Arabi Uniti 1,26 miliardi (+12,2%), Italia 1 miliardo (+9,3%). Il terzetto al vertice dei mercati di sbocco è ancora Stati Uniti, Cina, Hong Kong. Gli USA hanno conquistato il primo posto nel 2021 e lo hanno confermato nel 2022 e nel 2023. Nel 2020 il mercato numero uno era la Cina, che ora si sta abbonando al secondo posto. Hong Kong in altri tempi ha avuto il primato e adesso si sta stabilizzando al terzo posto. Naturalmente, se nelle statistiche le cifre di Cina e Hong Kong fossero sommate, il primato sarebbe di questo aggregato. Alle spalle del terzetto, in Asia ci sono il Giappone quarto e Singapore sesta; gli Emirati Arabi Uniti, noni, sono la maggior postazione del Medio Oriente. I maggiori mercati europei per i segnatempo elvetici restano il Regno Unito quinto, la Germania settima, la Francia ottava e l’Italia, che con il suo decimo posto è riuscita a rimanere nella top ten.
Gli attori
L’industria svizzera degli orologi contiene alcuni gruppi di grandi dimensioni ed ha comunque ancora un numero non basso di piccole e medie imprese. Guardando ai grandi gruppi, i tre principali sono Rolex, Swatch Group, Richemont. Il gruppo Rolex, non quotato in Borsa, opera nella gamma alta con il marchio omonimo e con il marchio Tudor. Swatch Group, che è quotato a Zurigo, opera in tutte le gamme e può contare, oltre che sul marchio omonimo, su numerosi altri marchi tra cui Omega, Longines, Tissot, Rado. Il gruppo Richemont, che pure è quotato alla Borsa svizzera, opera in vari segmenti del lusso ed ha tra i suoi molti marchi Cartier, IWC, Jaeger-LeCoultre. I dati recentemente resi noti da Swatch Group e da Richemont hanno confermato il buon andamento delle vendite nel corso del 2023. Ora la sfida di fondo, per questi grandi gruppi come per gli altri attori dell’industria elvetica dei segnatempo, è mantenere questa buona velocità conquistata negli anni.