UST

L'inflazione si è azzerata in Svizzera

Il rincaro su base annua si è attestato allo 0,0% in novembre, a fronte dello 0,1% di ottobre, quando era lievemente scesa dopo lo 0,2% rilevato in luglio, agosto e settembre
© CdT/ Chiara Zocchetti
Ats
03.12.2025 08:39

L'inflazione si è azzerata in Svizzera: il rincaro su base annua si è attestato allo 0,0% in novembre, a fronte dello 0,1% di ottobre, quando era lievemente scesa dopo lo 0,2% rilevato in luglio, agosto e settembre. Si tratta del livello più basso registrato da maggio, quando era stato osservato un -0,1%, primo e unico valore negativo dal marzo 2021.

Stando ai dati pubblicati oggi dall'Ufficio federale di statistica (UST), nell'undicesimo mese dell'anno l'indice dei prezzi al consumo ha totalizzato 107,0 punti. La progressione annua è nella fascia bassa delle aspettative: gli analisti interpellati dall'agenzia Awp scommettevano infatti su valori compresi fra 0,0% e +0,2%. A livello mensile i prezzi sono scesi dello 0,2%, cosa che anche in questo caso è nella fascia bassa delle stime: i pronostici andavano infatti da -0,2% a -0,1%. Ottobre aveva segnato -0,2%.

Secondo gli esperti dell'UST la flessione dell'indice rispetto al mese precedente è riconducibile a vari fattori, tra cui la riduzione dei prezzi del settore alberghiero, dei viaggi internazionali e delle automobili. È invece aumentato il costo degli affitti, dell'olio di riscaldamento e dei trasporti aerei.

Sempre interessante è l'evoluzione dei prodotti alimentari, che mettono a referto un -0,9% mensile e un -0,4% annuo, così come quella del comparto abitazione ed energia (rispettivamente +0,2% e +0,5%), che comprende gli affitti, un punto di spesa che tende a diventare costantemente più caro in Svizzera.

Come si ricorderà l'inflazione in media annua aveva registrato l'ultimo valore negativo nel 2020, al -0,7%. L'anno successivo era salita allo 0,6%, per poi raggiungere un picco del 2,8% nel 2022, ai massimi da 30 anni, e calare il seguito al 2,1% nel 2023 e all'1,1% nel 2024.

L'indicatore elvetico di novembre è a livelli sensibilmente inferiori di quelli dell'Eurozona (2,2%, in rialzo dal 2,1% di ottobre), mentre riguardo agli Stati Uniti non sono ancora disponibili dati aggiornati (anche per via dello shutdown, la paralisi delle attività governative americane, per problemi di bilancio): in settembre il dato era al 3,0%.

Tornando in Svizzera e passando ai dettagli, in novembre i prezzi dei prodotti indigeni sono scesi dello 0,2% nel confronto con ottobre, mentre i prodotti importati sono calati dello 0,4%. Su base annua i primi segnano +0,4%, i secondi -1,3%. Lo zoccolo dell'inflazione - che nella definizione dell'UST è il rincaro totale senza quello concernente prodotti freschi e stagionali, energia e carburanti - mostra una variazione rispettivamente di -0,1% (mese) e di +0,4% (anno).

L'UST calcola anche un indice dei prezzi al consumo armonizzato (IPCA), misurato con la metodologia in uso nell'Unione europea, con l'obiettivo di raffrontare i dati elvetici con quelli delle nazioni comunitarie. Visto da questa prospettiva novembre presenta un rincaro del -0,6% (mese) e del 0,0% (anno).

Il rincaro stabilito dall'UST ha una grande importanza in vari ambiti: dalle negoziazioni salariali agli affitti, passando per la fissazione degli alimenti nell'ambito dei divorzi. Come noto l'efficacia dell'indice dei prezzi al consumo nell'illustrare il costo della vita percepito dai consumatori è peraltro spesso al centro di grandi discussioni. Questo è particolarmente vero in Svizzera perché, per motivi metodologici, il tasso calcolato dai funzionari di Neuchâtel non comprende i premi dell'assicurazione malattia di base, un punto di spesa che anche nel 2025 è stato in forte progressione nei bilanci delle famiglie elvetiche.

L'inflazione è monitorata con attenzione dalla Banca nazionale svizzera (BNS), che persegue come obiettivo la stabilità dei prezzi, che essa intende come una variazione compresa tra lo 0 e il 2%. Per frenare la crescita del rincaro l'istituto fra il 2022 e il 2023 aveva proceduto a cinque aumenti del tasso guida, che era così salito dal -0,75% al +1,75%. A partire dal 2024 l'entità oggi guidata dal presidente della direzione Martin Schlegel ha invece operato in direzione opposta, agendo con sei tagli successi (l'ultimo lo scorso 19 giugno) che hanno abbassato il costo del denaro allo 0,0%. Nell'ultimo esame trimestrale della situazione economica e monetaria, lo scorso 25 settembre, la BNS ha lasciato invariato il costo del denaro. Il prossimo appuntamento è in programma l'11 dicembre.