Automotive

Tesla, la concorrenza incalza e Musk taglia i prezzi

Dopo gli USA, il produttore di auto elettriche ritocca verso il basso i listini delle sue vetture anche in Cina e Germania
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Red. EconomiaeAts
22.04.2024 22:00

Tesla taglia ancora di altri 2.000 dollari i prezzi delle sue auto elettriche in Cina, mercato sempre più difficile per Elon Mask.

Alla vigilia della diffusione dei dati di bilancio del gruppo, la Model 3 rinnovata è scesa a 231.900 yuan (32.000 dollari circa) dai 245.900 yuan precedenti, tornando al prezzo di lancio speciale. Mentre la Model Y è stata scontata fino a 249.900 yuan, ovvero il livello più basso degli ultimi cinque anni.

La reazione sui mercati è stata immediata: a New York il titolo Tesla è andato in tensione già in pre-mercato, arrivando a cedere più del 4%, durante l'orario di contrattazione. In aggiunta al maxi-compenso potenziale di Musk da 56 miliardi su dieci anni, alla sede del gruppo Tesla spostata in Texas e al taglio del 10% dei posti di lavoro, i timori degli analisti sono alimentati dal capitolo senza fine della guerra dei prezzi nel Dragone, il primo mercato delle quattro ruote anche nella versione e-car, dove la concorrenza è sempre più aspra.

Li Auto, ad esempio, ha dovuto sforbiciare da subito del 6-7% i suoi listini di vendita su tutti i modelli principali a seguito della mossa di Tesla a cui viene intestata la corsa al ribasso dopo i primi interventi fatti a inizio 2023.

A Hong Kong, Li Auto ha perso l'8,33%, mandando in fumo un terzo del suo valore dalla fine dello scorso anno. L'azienda con sede a Pechino ha annunciato riduzioni dei prezzi ai suoi modelli L7, L8, L9 e al nuovissimo Mega Suv, presentato come la proposta di rilancio delle vendite.

Li Auto ha consegnato 376.000 unità lo scorso anno, classificandosi al primo posto tra le startup cinesi di veicoli a nuova energia, ma i target attuali sono in continua evoluzione per le pressioni della concorrenza. Aito, sostenuta da Huawei, ha superato Li Auto nelle vendite per più mesi nel 2024: le consegne di Li Auto sono salite del 53% annuo, a 80.400 unità, nel primo trimestre, ma al valore inferiore delle 85.800 di Aito.

In tensione sui listini di Borsa sono finiti gli altri produttori di e-car come Nio (-1,66%) e Xpeng (-1,85%), mentre il leader mondiale Byd ha contenuto i danni a -0,20%. A conferma della volatilità del settore, il produttore cinese di smartphone Xiaomi ha lanciato la sua auto elettrica Su7 a fine marzo al prezzo di circa 4.000 dollari meno della Model 3 di Tesla, assicurando un'autonomia di guida ben più lunga. La vettura, che trae spunti stilistici dalla Porsche, ha avuto ordini 4-5 volte superiori alle attese, ma gli analisti di Citi hanno previsto tuttavia che l'Su7 debba generare la perdita netta di 4,1 miliardi di yuan (570 milioni di dollari).

La feroce concorrenza ha intaccato in Cina i margini delle case automobilistiche nel primo trimestre e ha avuto un impatto significativo sulla catena industriale, ha ammesso all'inizio del mese Cui Dongshu, segretario generale della China Passenger Car Association. E l'alternativa al fermo degli impianti non può essere che quella dell'altrettanto aggressiva spinta all'export sui mercati globali.