Volkswagen, è suonato l’allarme per le chiusure
Volkswagen (VW) prevede di chiudere almeno tre stabilimenti tedeschi, di tagliare decine di migliaia di posti di lavoro e di ridurre i salari del 10%. Lo ha annunciato la presidente del Consiglio di fabbrica, Daniela Cavallo, durante un incontro informativo nella sede del gruppo automobilistico a Wolfsburg.
Cavallo ha aggiunto che nessuno stabilimento è al sicuro e anche tutti gli altri siti saranno ridimensionati. Il Consiglio teme inoltre il taglio di decine di migliaia di posti di lavoro. Gli esuberi riguarderanno «tutti i tipi di impieghi, indipendentemente dal fatto che siano semi-specializzati o qualificati con laurea», ha detto la 49.enne dirigente. «Tutti gli stabilimenti tedeschi di VW sono interessati da questi piani», ha aggiunto, senza fornire ulteriori dettagli. Secondo il Consiglio di fabbrica, tuttavia, lo stabilimento di Osnabrück, in Bassa Sassonia, che ha recentemente perso un atteso ordine da parte di Porsche, è considerato particolarmente a rischio di chiusura. Venerdì scorso, il noto marchio di lusso del gruppo VW ha annunciato un calo del 41% dell’utile trimestrale.
Per i dipendenti non toccati dai tagli, VW ha previsto una riduzione generalizzata del 10% della scala salariale aziendale, zero aumenti nei prossimi due anni e la fine dell’attuale bonus mensile di 167 euro concordato collettivamente. Ciò significa una riduzione dello stipendio di circa il 18%. Anche i pagamenti una tantum per i 25 e i 35 anni di servizio verranno soppressi.
«La direzione è assolutamente seria su tutto questo. Non si tratta di una battaglia a colpi di sciabola nel corso della contrattazione collettiva», ha dichiarato la presidente del Consiglio di fabbrica.
La ristrutturazione segnerebbe la prima chiusura di stabilimenti nazionali negli 87 anni di storia dell’azienda. Volkswagen impiega quasi 300 mila persone in Germania, di cui circa un quarto a Wolfsburg. Il marchio «VW» gestisce un totale di dieci stabilimenti nel Paese, di cui sei in Bassa Sassonia, tre in Sassonia e uno in Assia. A settembre, VW ha annunciato la cancellazione del programma di sicurezza del lavoro in vigore da oltre 30 anni, una notizia che era accompagnata dalle indiscrezioni sui tagli, stimati nell’ordine di 30 mila posti.
La più grande casa automobilistica europea ha ribadito la necessità di una ristrutturazione, dichiarando che domani presenterà proposte concrete. Per VW le drastiche misure sono necessarie per far fronte alle forti pressioni derivanti dagli alti costi dell’energia e della manodopera, dalla forte concorrenza asiatica, dall’indebolimento della domanda in Europa e in Cina e da una transizione elettrica più lenta del previsto.
«La situazione è grave e la responsabilità dei partner negoziali è enorme. Senza misure complete per recuperare la competitività, non potremo permetterci investimenti essenziali in futuro», ha dichiarato Gunnar Kilian, membro del Cda del Gruppo VW.
Recentemente il colosso di Wolfsburg ha emesso il suo secondo profit warning in tre mesi, accusando un «contesto di mercato difficile». Mercoledì VW pubblicherà i risultati trimestrali: si prevede ora un margine operativo di circa il 5,6% nel 2024, in calo rispetto alla precedente previsione del 6,5-7%.
VW «corre un rischio enorme»
La presidente del Consiglio di fabbrica ha detto alle migliaia di dipendenti radunati all’esterno dello stabilimento di Wolfsburg che i dirigenti dell’azienda hanno due giorni di tempo per revocare i piani, accennando a possibili scioperi. Mercoledì infatti è previsto il secondo round di contrattazione collettiva tra l’azienda e le parti sociali, in corso già da alcune settimane. Cavallo ha detto che l’amministratore delegato Oliver Blume sta «correndo un rischio enorme di portare all’interruzione delle trattative. E noi faremo ciò che una forza lavoro deve fare quando teme per la propria esistenza».
Dal canto suo, VW non ha voluto commentare «le speculazioni sui colloqui riservati con (il sindacato) IG Metall e il Consiglio di fabbrica», aggiungendo che l’azienda si trova a un «punto cruciale».
«Che VW sia in una situazione difficile è risaputo. Ma per ora non ci sono notizie ufficiali e dobbiamo aspettare che VW chiarisca». Lo ha detto il portavoce del cancelliere tedesco Olaf Scholz, Wolfgang Buechner, in conferenza stampa a Berlino. Buechner ha ricordato che Scholz ha già affermato nelle scorse settimane che «le eventuali decisioni sbagliate del management non debbano ricadere sulle spalle dei lavoratori e che si debbano mantenere i posti di lavoro».